Si avvicina la serata dell’8 novembre scelta per l’incontro in cui associazioni ed enti locali presenteranno i documenti con cui sostenere la richiesta di salvaguardare il servizio di Castelnovo ne’ Monti. “Ci sono basi concrete sulle quali chiediamo il mantenimento del Punto Nascita di Castelnovo ne’ Monti: chiediamo alla Regione di farsi portavoce di quest'istanza presso il Ministero della Salute, visto che lo stesso ministro Lorenzin ha previsto la possibilità di derogare ai parametri numerici per la salvaguardia dei punti nascita in aree geograficamente disagiate, in caso vengano mantenuti gli standard di sicurezza”.
Sono le parole con cui i comitati popolari, tra i quali “Salviamo le Cicogne”, le associazioni di categoria e di volontariato del territorio, le organizzazioni sociali e politiche di tutto l’Appennino annunciano la serata, quando illustreranno pubblicamente al Teatro Bismantova, dalle 20,30, i documenti che con un lavoro collettivo, insieme anche all’amministrazione comunale di Castelnovo ne’ Monti, hanno prodotto da utilizzare come base di dialogo con la Regione e il Ministero.
L'intento è chiedere che prima di prendere qualsiasi decisione sul Punto Nascite dell’ospedale Sant’Anna si dialoghi col territorio e siano compiute valutazioni sulla situazione complessiva che si costituirà nei prossimi mesi per quanto riguarda la sanità in provincia di Reggio. “Ci sono alcuni aspetti che consigliano assolutamente di mantenere attivo il punto nascita – sottolineano le associazioni –. La proposta che abbiamo avanzato insieme, più volte, come rappresentanze del territorio, è quella di potenziare e rendere effettiva, sotto tutti i punti di vista, la turnazione dei medici del reparto, già avviata con il Santa Maria Nuova di Reggio, per essere conformi, anche sulla carta, alla normativa vigente relativa alla sicurezza dei 500 parti".
Crediamo che questo tipo di sperimentazione potrebbe essere un progetto pilota di grande importanza, che ci porrebbe come capofila per tutti quei territori periferici, e sono tanti, dove in questo periodo sono molto accese le proteste per la possibile soppressione di punti nascita che, pur contando una soglia inferiore di parti annui, rappresentano, come nel caso del Sant’Anna, un presidio irrinunciabile per la tenuta dei rispettivi territori e comunità.
La fusione delle due aziende Ausl e SMN dovrebbe essere completata entro la fine di dicembre, con la conseguente effettiva turnazione dei medici. "Sappiamo che la turnazione delle equipe richiederebbe prima di tutto un'assunzione di responsabilità del personale medico, ma sappiamo anche che su altri reparti l’integrazione con il Santa Maria ha dato ottimi risultati ed è stata indicata dalla stessa Ausl come linea guida per il rafforzamento del Sant’Anna."
In vista dell'imminente fusione appare quindi contradditorio pensare di poter chiudere il punto nascita. "Al di là della nostra posizione, che è improntata al mantenimento di un servizio che riteniamo essenziale – sostengono all'unanimità le associazioni –, crediamo che attualmente ci siano condizioni oggettive che indicano la richiesta di una deroga come la scelta più razionale e lungimirante. Auspichiamo, quindi, una convergenza su questa posizione anche da parte della Regione”.
“Le condizioni attuali indicano che il punto nascita del Sant’Anna può e deve essere oggetto di deroga per mantenerlo”, afferma il sindaco di Castelnovo ne’ Monti e presidente dell'Unione dei Comune dell'Appennino reggiano, Enrico Bini.
"E’ necessario che la cittadinanza della montagna faccia quadrato intorno a questo importante documento - auspicano i promotori dell'incontro - e che martedì 8 novembre alle ore 20,30 partecipi compatta a questa serata presso teatro Bismantova a Castelnovo ne’ Monti. Uniti si può".