Luciano Salsi, in un articolo che viene pubblicato sul noto periodico "Reggio Storia" di luglio-settembre scorsi, l'ultimo uscito, formula l'ennesima ipotesi sull'origine del nome "Bismantova", particolarmente caro a tanti castelnovesi, montanari e oltre.
La storia è vecchia, tanti si sono cimentati, nel corso del tempo, nel cercare una spiegazione. Siccome lo stesso Salsi, nella sua breve bibliografia indicata a termine del pezzo, fa riferimento ad un contributo del nostro Savino Rabotti pubblicato su questo stesso giornale, ivi rimandiamo per qualche dettaglio sulla vicenda.
Orbene, scrive oggi Salsi: "La Pietra di Bismantova, spettacolare emergenza delle ere geologiche, non può non avere attirato la superstiziosa reverenza dei nostri progenitori, in epoche in cui la potenza della natura era divinizzata. E' un'ipotesi azzardata pensare che questa rupe vertiginosa fosse considerata dimora almeno occasionale di un dio sùpero, anzi del padre degli dei? Ritengo che il nome stesso lo dimostri e, per entrare subito in medias res, in argomento, enuncio la mia tesi: Bismantova significa Iovis mantua, cioè 'tempio di Giove' nel senso di 'spazio dedicato all'osservazione dei fulmini di Giove'".
L'articolo, piuttosto breve ma leggibilissimo, prosegue poi, naturalmente, con la spiegazione dei motivi che portano l'autore a questa sua proposizione. Autore che al termine dice: "Non pretendo che sia la verità. Sicuramentce è l'interpretazione che più si confà e rende onore alla maestà e alla singolare bellezza della nostra montagna". Un altro tassello, un altro contributo, ovviamente benvenuto. Qualcuno scriverà mai il finale di questa ricerca del "nome perduto"?
