“Recuperati finora 3 milioni di euro e chiuse positivamente 130 posizioni, di 200 che ci hanno riguardato. Ne rimangono da definire 70, un po’ più complesse, ma assicuriamo che arriveremo in fondo a tutte”. Lo ha detto Giovanni Trisolini, di Federconsumatori Reggio Emilia, parlando ieri pomeriggio nella sala consiliare del Comune di Castelnovo ne’ Monti, in cui si sono ritrovate tante persone (platea piena) per lo scandalo Ina-Assitalia. Con lui, a fare il punto della situazione, l’avvocata Angela Zannini.
Questione complessa
L’argomento nel dibattito pubblico rimane tutto sommato piuttosto sottotraccia, ma, a distanza di 16 mesi dalla scoperta dei fatti, è ancora molto sentito. Dagli interessati – va da sé – ma pure dall’intera comunità, se non altro per le dimensioni della vicenda. Ci si chiede anche come essa proceda – quella giudiziaria – a carico di Sergio Petroni. Questi come noto è indagato. E’ stata chiesta una proroga delle indagini, dato che i problemi che emergono sono probabilmente più vasti e complessi da sbrogliare di quanto preventivato: si parla di denaro non tracciato (nero) anche extra caso Ina-Assitalia. Stando a quanto si afferma, per alcuni casi si risale alla metà degli anni Novanta coi comportamenti illeciti e le somme in ballo si misurano in milioni di soldo corrente. L’indagato, il cui fascicolo è tuttora secretato, rimane libero – ha affermato la Zannini – “perché così stabilisce la nostra legge per questo tipo di reati”.
Il “protocollo”
“Il ‘protocollo’, l’accordo con Generali stipulato lo scorso anno e valido – ma prorogabile – fino alla metà del 2017, è stato utilissimo, permettendo un risultato straordinario: la risoluzione di tante posizioni e naturalmente anche di quelle che ancora sono in corso di definizione evitando i tempi lunghi della giustizia amministrativa”, ha affermato ancora Trisolini. “La compagnia assicurativa, che collabora, sia pure coi controlli che legittimamente fa (anche a mezzo di investigatori privati per verificare la fondatezza delle richieste di rimborso), ha tutto l’interesse a distinguere la propria posizione da quella dell’agente infedele, cercando di salvaguardare il più possibile la propria clientela”.
Trisolini ha rimarcato l’importanza che tante persone abbiano deciso di reagire compatte, vincendo quel senso di vergogna che paradossalmente prende chi ci è “rimasto in mezzo”: “Avremmo avuto sicuramente ben altre difficoltà a presentarci all’assicurazione a nome di sole 4-5 persone…”.
Un po’ d’amarezza
“Stiamo lavorando per le altre 70 posizioni, in cui più arduo risulta seguire il filo della tracciabilità dei pagamenti, dei documenti. Occorreranno 7-8-10 mesi, forse un anno, ma rassicuro che arriveremo in fondo a tutto”, sono sempre parole dell’esponente di Federconsumatori. Un appunto di amarezza, poi: “Lasciatemi dire che in alcuni dei casi già andati a buon fine (abbiamo riportato a casa il 100% delle somme truffate più gli interessi) ci è dispiaciuto rilevare che gli interessati non ci hanno gratificato neppure di una telefonata, neanche un grazie…”.
L’avvocato Zannini ha quindi precisato le difficoltà del lavoro di ricostruzione delle varie posizioni, tutte diverse l’una dall’altra, “seppure sia emerso il ‘sistema’, comune un po’ a tutte, dell’indagato”.
Domande dal pubblico hanno contrappuntato la riunione, chiusa in circa un’oretta.