Ci ha lasciato Cesare Capone, firma storica della Rizzoli-Rcs e medaglia d'oro dell'Albo dei giornalisti. Ha tenuto sempre ferme le sue radici a Campo de l'Oppio (Carpineti) dove negli anni si è preso cura del borgo, restaurando la casa seicentesca di famiglia e altre strutture. Si sentiva ancora fra i monti, dove veniva spesso a nutrire i suoi interessi storici e naturalistici. Recentemente aveva donato buona parte dei suoi libri alle biblioteche di Casina e Carpineti.
Nella sua lunga carriera giornalistica, iniziata al Mattino e proseguita in settimanali come Visto, Tempo, Successo, Corriere medico e Giorni e vie nuove, si era occupato dei primi voli spaziali, di salute e medicina. Fondò e diresse negli anni Settanta la rivista di sessuologia Venus. Negli ultimi anni di servizio era inviato al settimanale Oggi. Da pensionato ha continuato a scrivere libri, saggi ma anche poesie. Fino a pochi giorni fa, a 92 anni, era ancora impegnato a ultimare e promuovere i suoi titoli, come gli Arabi e l’Europa medievale, Dante e l’islam, la Madonna di Bismantova, Napoli nel cuore, Il Papa e il Diavolo.
Era figlio di Maria Elisabetta Ducati, insegnante di Campo de l'Oppio, appunto, e di Pietro, commerciante di Napoli. Si trasferì a Milano proprio dopo avere ottenuto il suo primo contratto giornalistico. "Aveva una bella età - lo ricorda il figlio Franco, redattore della rivista Focus, assieme al fratello Piero - e per questo è stato un esempio di come bisogna invecchiare. Pieno di iniziative fino all'ultimo, purtroppo il corpo aveva smesso di rispondere alla sua mente".
La cerimonia a Milano, lunedì ore 11, chiesa di Santa Maria Rossa, via Berra 11 (metro Crescenzago) .
A noi piace ricordarlo qui con due poesie della raccolta Quel rosso sole poesie per amore dedicate alla moglie Anna “tutte le donne tu”.
Molte immagini ripercorrono il paesaggio della nostra montagna e delle ragazze dai nomi antichi e gentili.
* * *
Guarda per me
Quando questa mia forma si sará dissolta
in fumo e cenere,
guarda per me
il profilo viola dei monti
mentre il cielo è puro
e il Sole non è sorto ancora
guarda per me le nuvole
che trascorrono nella grande estate
e la campagna che riposa
sotto la neve dicembrina
guarda per me il falchetto
che volteggia lento nell'aria
e la freccia della rondine che stride
guarda per me, gentile, la ginestra d'oro
e la cetonia di smeraldo lo scoiattolo fulvo,
il picchio rosso e il vecchio noce che non vuol morire
guarda per me chi ti sorride
e ridi come ieri
a me tu sorridevi, amore
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Eterno ritorno
Questa nostra storia
non se n'è andata lungo il fiume
del tempo irrevocabile
ma è nell'eterno ritorno
dei giorni delle notti delle stagioni.
Questa nostra storia
non linea che si perde ma cerchio senza fine.
Quello che è stato sarà.
Le mie sentite condoglianze a Franco e a tutta la sua famiglia.
(Alessandro Raniero Davoli)