19 ottobre 2014: aggredita e ferita.
19 ottobre 2016 (due anni dopo): “Vittima in attesa di giustizia”.
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Caro direttore,
tanti, troppi i giornalisti vittime della mafia, n’ndrangheta, camorra, criminalità o “di un mondo disturbato”.
Tanti, troppi i rappresentanti delle Forze dell’Ordine vittime della mafia, n’ndrangheta, camorra, criminalità o “di un mondo disturbato”.
Tanti, troppi i magistrati e gli avvocati vittime della mafia, n’ndrangheta, camorra, criminalità o “di un mondo disturbato”.
Tante, troppe le croci poste nel Gotha della legalità.
Tanti, troppi sono anche coloro che “sono in attesa di giustizia”. Fra questi Ines Conradi, operatrice di Telereggio.
Ines Conradi, una donna, il 19 ottobre 2014 (sì, due anni fa), a Tincana di Carpineti, durante le riprese di un’auto uscita di strada, fu insultata, minacciata di morte, violentemente aggredita e ferita. Ines, nel difendere la telecamera, il suo strumento di lavoro, riuscì a testimoniare in video e col sonoro le minacce e l’aggressione; immagini agghiaccianti che scossero l’animo di coloro che videro il servizio di Telereggio. Operava nel rispetto delle Carte deontologiche della professione e dell’art. 21 della Costituzione («Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure»).
Ma Ines, nonostante siano passati due anni da quella terribile esperienza, è ancora in attesa di giustizia. La Magistratura, alla quale Ines si rivolse ed alla quale noi portiamo rispetto, fiducia e gratitudine, non ha ancora concluso la sua istruttoria. Proprio per i sentimenti che noi nutriamo nei confronti dei magistrati e degli inquirenti, confidiamo che per Ines, - una donna coraggio, una professionista con la schiena diritta, una garibaldina benemerita fra le Mille Donne per l’Italia - non abbia ancora a decorrere altro tempo per la chiusura delle indagini su un fatto che, ripetiamo, è documentato col sonoro e con le immagini. Non vorremmo che per Ines, oltre al danno, si aggiungesse la beffa della prescrizione del reato, una ipotesi realistica considerato il tempo già trascorso e quello che trascorrerà fra fine indagini, eventuale rinvio a giudizio dei rei, processo, appello… Qualora questo scenario diventasse realtà dovremmo rivedere i sentimenti di rispetto, fiducia e gratitudine per la Magistratura e gli inquirenti che subirebbero un duro colpo.
Uno speranzoso saluto.
(Mario Guidetti, consigliere nazionale Ordine dei giornalisti)