Si chiama "Money burning", "denaro in fiamme", l'operazione dei Carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia che, nel weekend scorso, ha portato all’arresto di 8 pluripregiudicati provenienti dal napoletano.
Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato di sportelli bancomat, sabato notte sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto i napoletani Francesco Roselli, 35enne, Claudio Miele, 28enne, Paolo Luigi Ercole, 34enne, Francesco Sarno, 42enne, Massimo Coppola, 41enne, e Antonio Marsicano, 42enne, tutti residenti a Napoli, nonché Giovanni Ambra, 39enne residente invece a Castellarano, ancora ristretti nel carcere di Reggio Emilia a disposizione della Procura reggiana.
La banda era specializzata nel forzare gli sportelli bancomat (i cosiddetti atm) mediante l’uso della fiamma ossidrica. Con questo modus operandi, la notte del 12 ottobre scorso, dopo aver forzato la porta di emergenza della filiale di Reggio Emilia dei Monti di Paschi di Siena, in via Emilia all’Ospizio, 66/G, e con l’ausilio della lancia termica, veniva scardinato lo sportello bancomat e rubata la somma in contanti di oltre 20.000 euro.
Un colpo, quello alla filiale reggiana del MPS, che sarebbe, stando alle prime risultanze investigative, la punta dell’iceberg di una più ampia attività delittuosa riconducibile alla gang, se si considera che, all’interno dell’appartamento in cui hanno fatto irruzione i militari, sono stati sequestrati, oltre al danaro provento dell’ultimo colpo, anche moltissimi appunti che rimandano all’ubicazione di innumerevoli filiali del nord Italia.
Un’operazione, condotta in modo scrupoloso dai militari della Compagnia di Castelnovo ne' Monti e da quelli del Nucleo investigativo e della Compagnia di Reggio Emilia, figlia del combinare la capillare attività di controllo del territorio e gli approfondimenti investigativi su dati informativi raccolti nel corso dei servizi esterni.
Nello specifico, sono stati i Carabinieri di Castellarano a registrare nel loro territorio la presenza di alcuni napoletani indicati quali sospetti, con a carico anche precedenti specifici proprio sui furti ai bancomat. Tali presenze sono state monitorate per diversi giorni dai militari della stazione, che hanno raccolto importanti elementi. I napoletani erano ospiti di un personaggio partenopeo, noto agli stessi militari, il citato Giovanni Ambra, dimorante a Castellarano, considerato essere il basista. Avviati i servizi di osservazione ed atteso il momento utile, si è deciso di irrompere all’interno dell’abitazione sorprendo la banda al completo.
Così è nata "Money burning", l’operazione dei Carabinieri che presto potrebbe arricchirsi di nuovi sviluppi.
Durante le operazioni, i Carabinieri hanno sequestrato all’interno della casa: circa 20.000 euro in contanti, come scritto, verosimilmente provento del furto in danno alla banca MPS del 12 ottobre scorso, una decina di scanner sintonizzati sulle frequenze radio delle forze di polizia, 6 inibitori di trasmissioni radio-cellulare, un computer portatile contenente un file con l’esatta ubicazione di innumerevoli banche di tutto il nord Italia, tra le quali anche il Monte dei Paschi di Siena "visitato" l’altra notte, numerosi attrezzi da scasso e diversi accessori per il travisamento (capelli, guanti, passamontagna, parrucche, scaldacollo ecc.), nonché numerosi apparati cellulari e schede telefoniche. Contestualmente, i militari del comando provinciale di Napoli hanno eseguito una serie di perquisizioni nelle abitazioni o domicili degli arrestati, rinvenendo altro materiale simile a quello sequestrato nell’abitazione di Castellarano.
Alla luce di quanto accertato e dopo aver raccolto incontrovertibili elementi di responsabilità a carico dei presenti sul furto compiuto la notte del 12 ottobre al MPS di Reggio Emilia, gli 8 napoletani venivano sottoposti a fermo di polizia giudiziaria e ristretti al termine delle formalità di rito a disposizione della Procura reggiana.
Sui fermati sono ancora in corso mirate attività investigative da parte dei Carabinieri di Reggio Emilia e di Castelnovo ne' Monti per accertare, come si ritiene, eventuali, ulteriori elementi di responsabilità a carico della banda in numerosi altri colpi compiuti in svariate banche del centro-nord Italia con la medesima tecnica.