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Dario Fo, quel legame con l’Appennino

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Non tutti lo sanno, ma tra la famiglia di Dario Fo e l'Appennino c'era un legame speciale fatto di nomi, amicizie e persone. Mentre la notizia della scomparsa del genio e giullare della cultura italiana fa il giro del pianeta - il premio Nobel per la letteratura (1997) era ricoverato all’ospedale Sacco di Milano da una decina di giorni per problemi respiratori - ricordiamo il legame di questo attore, drammaturgo e vincitore del massimo premio dell’Accademia di Stoccolma, con Doris Corsini, nostra redattrice e Matteo Manfredini, di Carpineti e impiegato a Bruxelles.

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Dario Fo e Doris Corsini ad Alcatraz, l'agriturismo della famiglia Fo a Gubbio

Erano parte di un gruppo di redazione che stava lavorando a un nuovo progetto. Con Dario e il figlio Jacopo si apprestavano a ricostruire la storia dei Kalunga, schiavi fuggiti dalle miniere del Brasile, a fine Settecento, e rifugiati nella foresta dove sarebbero stati “riscoperti” solo negli anni Settanta del Novecento.

Una collaborazione, quella di Doris Corsini – in viaggio in queste ore per Madrid dove avrebbe dovuto incontrare l’altra redattrice Daniela Trenti - , iniziata nel 2010. “Partecipai a un collettivo di scrittura di cui divenni coordinatrice. Ne sono scaturiti due libri: Storia Proibita dell’America di Dario Fo e Seminole, i pellerossa che non si arresero mai di Jacopo Fo. Per entrambi i libri – ricorda Doris - il materiale venne raccolto, oltre che da me, dal figlio Jacopo da Daniela Baldacchino, Dora Grittani Battaglino, Massimo Capotorto, Vania di Febo, Davide Staunovo Polacco, Claudia Rordorf, Daniela Trenti. Un gran bel gruppo che ha lavorato un paio d’anni per raccontare la storia di questa straordinaria tribù di indomiti pellerossa. Il progetto comprendeva dieci volumi su popoli che non si arresero o si ribellarono alla schiavitù. Un progetto che, comunque, vorremmo portare a termine”.

“L’amicizia con la famiglia Fo – spiega Doris – nacque un po’ per caso, grazie alla dottoressa Laura Magnani, presidente dell’associazione culturale Ladri di Idee, per la quale intervistai Jacopo. Non ci siamo più lasciati. Ora faccio parte anche del comitato ‘Un Nobel per i disabili’ nel quale introdussi Valeria Ferretti, giovane scrittrice castelnovese da poco scomparsa: con lei preparammo il progetto ‘adotta una barriera e abbattila’. Si sta attuando proprio in questi giorni in Appennino: giusto ieri i Comuni hanno mandato una bozza di contratto che proprio in questi giorni doveva essere sottoposta alla valutazione di Dario”.

Così Doris partecipò anche alle lezioni di Teatro tenute ad Alcatraz, l’agriturismo della famiglia Fo a Gubbio. “In questi anni ho attinto a piene mani lezioni di vita e soprattutto di umiltà dalla famiglia Fo. Sarebbe facile dire che lascia un grande vuoto, in realtà lascia una grandissima umanità e senso della vita”.

“Il senso della mia arte? Insegnare quello che ho imparato e acquisito ascoltando la gente, per me la bellezza è ascoltare l’emozione della gente, la sua armonia, la sua eleganza. Come una canzone, un ritmo e tutto quello che è magia della vita” disse Dario Fo cinque anni fa intervistato da Ameya Canovi per Radionova.

Ecco la nostra intervista con Dario Fo per Radionova