Si sono da poco conclusi i lavori di restauro all’oratorio di Garfagno, piccola frazione del minozzese.
È proprio grazie alla buona volontà e all’operato della laboriosa frazione, nonché all’appoggio dell’Unità Pastorale Madonna delle Fonti, che si sono avviati gli interventi, rendendo ora più funzionale l’oratorio, “piccolo, ma tanto amato”.
Gli oratori sono nati come espressione del “sentirsi comunità” delle piccole frazioni, del loro spirito di accoglienza e della capacità di saper risolvere i problemi quando intemperie, ruscelli in piena, cattive stagioni impedivano l’accesso alla parrocchia. Attorno alle loro mura venivano celebrate anche le sagre di borgata: feste della fede, della riconoscenza e di fraterna amicizia tra famiglie. Usanza ancor viva a Garfagno, che con una cena imbastita tra cortili e strade private, illuminata solo dalla tenue luce delle candele, festeggia la nuova vita dell’oratorio.
L’oratorio venne eretto da Don Zambonini nel 1777 e dedicato alla Beata Vergine, a San Giacomo e a Sant’Antonio da Padova, con la motivazione: “il posto è lontano fuor di modo dalla chiesa parrocchiale e gli riesce di sommo incommodo di portarsi a celebrarvi e in particolare in tempo d’inverno per le dirotte nevi che cadono e per i rapidi torrenti, che ivi sono, onde per comodo di quei abitanti specialmente avanzati d’età intenderebbe [...]” (Archivio Curiale).
Il parroco lo dotò di un terreno, “perché sempre e in perpetuo venga lodevolmente mantenuto detto oratorio a norma delle Costitutioni Diocesane”.
A quasi 240 anni dalla sua erezione, può vantare un nuovo accesso con seduta in sasso nella piazzetta attaccata alla fontana. All’interno, la statua della Madonna è stata donata da Don Adelmo Costanzi.
Il comunicato con prospetto ricavi e spese sostenute dalla comunità di Garfagno termina con queste parole: “Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato sia economicamente che con manodopera, materiali e attrezzature, perché senza il loro aiuto non avremmo potuto raggiungere questo bel risultato”.