Appartenere a una comunità significa condividerne i rituali, i ritmi, gli appuntamenti. Quest'anno la Fiera di San Michele ci ha accolto col sole. E come ogni anno sfilano davanti alle bancarelle le famiglie, gli studenti usciti prima da scuola, i più piccoli fissi ai baracconi. Le massaie piene di borse con dentro la trapunta, i cuscini, le olive piccanti, il pecorino e i funghi secchi. Stand stranieri, o solo fuori provincia, si affiancano ad offrire un paesaggio culinario glocal, o per meglio dire fusion: piadine e crepes, testaroli e bretzel, wurstel e porchetta.
La fiera fa parte della nostra cultura, andarci è un rito tribale. Si cercano con gli occhi gli stessi banchetti dello scorso anno, si gira, si chiacchiera, si spende. Calze e biancheria, qualche maglia anche inutile, uguale a quella che si ha già nell'armadio. Perché la merce esposta è invitante, i prezzi spesso accessibili facilitano anche acquisti proprio non necessari. La fiera è inoltre un luogo di rischio per gli accumulatori seriali, la loro patologia viene definita disposofobia nei casi più gravi, la compulsione a comprare cose che non servono, e a non riuscire a buttare via nulla.
Tuttavia pochi passano indenni da questa kermesse senza proprio farsi coinvolgere. La fiera offre opportunità sociali, gastronomiche, e affettive. E' un modo per fare chiacchiere con chi non si vede da tempo. Commentare sul fatto che qualcuno ha cambiato moglie, marito, o taglio di capelli.
I paesi sono stretti per alcuni, per altri fanno caldo, fanno compagnia. Questi eventi collettivi, se vissuti con 'la giusta regola', sono momenti piacevoli, di allegria condivisa, di vitalità e festa da custodire.
La Fiera di San Michele veniva anche menzionata per la sua parte agricola e zootecnica, tra cui il “mercato bestiame” che tradizionalmente vi si teneva – da tempo immemorabile secondo quanto si è sempre sentito dire, cioè proprio un “rituale antico” – e il fatto di non vederne fatto cenno mi fa pensare a come cambiano i tempi e le cose. D’accordo in ogni caso sul fatto che la fiera può offrire “opportunità e momenti piacevoli da custodire”.
(P.B.)