Alla marcia della pace Perugia - Assisi il 9 ottobre si accenderanno i riflettori sulle tante cose che succedono in Italia, in Europa e nel mondo, sulle cose semplici che moltissime persone fanno e sull’apporto positivo di ciascuno.
Si chiederà ai governi di realizzare gli “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” definiti l’anno scorso all’Onu per sradicare povertà, fame, disuguaglianza, ingiustizie, pericoli ambientali e promuovere la cooperazione internazionale.
Il 9 ottobre le azioni individuali e collettive diventeranno più forti e contagiose, per questo “Bottega Diversa per una economia solidale in montagna” invita tutti a partecipare alla Marcia Perugia-Assisi.
Si uniranno le voci, le gambe, le preoccupazioni e si porteranno domande, proposte e speranze.
Il pullman per Perugia partirà da Castelnovo ne' Monti alle ore 4,55 e farà una sosta a Felina alle ore 5. Il rientro da Assisi è previsto in serata alle ore 22,30 circa.
Per informazioni: Zelinda 328.93.49.604; Clara 339.21.91.607; Kekko 338.24.26.624.
Sì, certo, essendo però coscienti che “non è tutto Onu quel che cola”. Stralciamo ad esempio: “Una nuova iniziativa globale, che include un invito a legalizzare l’aborto, è stata lanciata a New da diverse agenzie dell’Onu e Ong. Tra i patrocinatori dell’iniziativa – denominata paradossalmente Deliver now for women and children (Agisci ora per donne e bambini) – c’è anche il Fondo delle Nazioni Unite per i bambini (Unicef), che ufficialmente continua a negare ogni proprio sostegno all’aborto sotto qualsiasi forma esso sia. Presentata come una campagna facente parte dei Millennium development goals (gli Obiettivi del Millennio decisi dall’Onu nel 2000) per sensibilizzare sulla salute delle donne e dei bambini, tale programma prevede tra l’altro un invito all’“aborto sicuro”, che è sinonimo di aborto legale. La campagna è coordinata dalla Partnership for maternal, newborn & child health, diretta da Kul Gautam, vicedirettore esecutivo dell’Unicef e assistente del segretario generale dell’Onu, e i cui membri comprendono tra gli altri: la Fondazione Bill & Melinda Gates, la International planned parenthood federation (IPPF), le agenzie per lo sviluppo di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Bangladesh, nonché OMS e UNFPA”.
(Rory)