Paralimpiadi 2016 Rio de Janeiro, Brasile.
Sono 12 gli atleti dall’Emilia-Romagna e fra loro ben due dell'Appennino. Dalla A di Azzolini alla Z di Zanardi, sono dodici gli atleti con disabilità, nati o residenti in Emilia-Romagna, che dal 7 al 18 settembre parteciperanno alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. Gli uomini sono 7, le donne 5. Il più giovane, Emanuele Lambertini, ha 17 anni; il più grande, Alex Zanardi, ne compirà 50 a ottobre. La delegazione più numerosa per provincia è quella di Bologna (5 atleti), città in cui vive anche la portabandiera della delegazione azzurra, la velocista Martina Caironi.
Due gli atleti provenienti da Ferrara e Reggio Emilia (2), uno da Modena, Parma e Rimini. Nuoto e tiro con l’arco sono le discipline con più atleti (2 per ognuna). Emilia-Romagna ben rappresentata ai giochi paralampici anche a livello tecnico, con il modenese Marco Pedrazzi, allenatore della nazionale di tiro a segno, e il bolognese Alberto Setti, commissario tecnico del tennis in carrozzina.
In ordine rigorosamente alfabetico, il primo atleta della delegazione appenninica è l’arciere Fabio Azzolini, nato a Castelnovo ne’ Monti nel 1969 e tesserato per gli Arcieri Montale, Azzolini è su sedia a ruote dal 1993 dopo un incidente in auto. Ha già partecipato alle Paralimpiadi di Pechino del 2008 e di Londra del 2012. A Rio de Janeiro gareggerà nell’Arco Compound W1. Nel suo palmares un bronzo ai Campionati mondiali di Para Archery del 2015 e 22 titoli italiani individuali. Il suo motto: “L’importante è vincere, perché ho partecipato”.
È di Castelnovo ne’ Monti anche Massimo Croci, (1972) dell’Atletico H, che alle Paralimpiadi di Rio gareggerà nel tiro a segno. Le sue specialità sono la carabina R3 e la R6 a 10 metri e a 50 metri, posizione a terra: nella R3 il centro del bersaglio è largo 4,5 millimetri, proprio come il pallino, nella R6 è di 5,6 millimetri, come la cartuccia. Dal 2011 è stato otto volte campione italiano. È disabile a causa di un incidente in motocicletta: un’aranciata ghiacciata gli ha provocato una congestione che gli ha fatto perdere il controllo.
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“Il bello dello sport è che ci si mette sempre in gioco e dovrebbe essere così anche nella vita. Il brutto è credere di essere i migliori, perché dal momento in cui ci si crede non lo si è più, e cercare di vincere a tutti i costi, anche con mezzi non leciti”. La videointervista a Fabio Azzolini, che alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro rappresenterà l'Italia nel tiro con l’arco.
"Rio è un traguardo importante per tutti i sacrifici fatti in questi quattro anni. Io mi alleno 4 volte a settimane per 5 ore al giorno.
Il mio più grande avversario sono proprio io". Ritratto di Massimo Croci, atleta paralimpico di tiro a segno.
(Fonte CIP Emilia Romagna)
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(W. Orlandi)
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(Paola Agostini)
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