'Ciao Ameya, sono Emanuele Ferrari'.
Sono quelle telefonate che sai che portano cose interessanti.
'Stiamo lavorando a un progetto coi servizi, è uno spettacolo teatrale sulle dipendenze e ho pensato a te. Sei la persona giusta per cucire tutti i pezzi, tra teatro, dipendenza e psicologia. Ti va di raccogliere e raccontare? Ti passo Francesca.'
E così voglio raccontare. Perché raccontare mi piace, e soprattutto se si parla di dipendenza, oggetto mio di studio da anni. Che poi le dipendenze nascono tutte da lì, da una fragilità, da una paura di esserci e stare.
E mi piace dire di teatro, passione divertita e coltivata per un po', e mi fa piacere tessere questo racconto con occhi di psicologa con cui imparo ogni giorno qualcosa.
Allora vado alla riunione a Reggio degli operatori che portano avanti questo progetto teatrale. Ci troviamo in questo pomeriggio ancora caldo d'Agosto alla sede del Ceis (Centro di Solidarietà). Ascolto Francesca, Sandra, Roberta, Donatella e Glenda, e mentre mi dicono del loro spettacolo teatrale in preparazione che si chiama Craving, ascolto anche il loro entusiasmo.
Craving è il desiderio incontenibile che deriva da un'assenza, dall'astinenza dalla sostanza (o dalla persona, o dal comportamento) e che porta al consumo ripetuto e tossico, circuito infinito da cui si fatica a uscire, creando una schiavitù fisica, psicologica, emotiva.
Gli operatori hanno avuto un'idea che coinvolge non solo le persone che soffrono di varie dipendenze, ma anche i loro genitori, amici, parenti. E gli stessi recitano sul palco insieme a loro.
'Abbiamo fatto questo per richiamare l'attenzione sul problema delle dipendenze, e ne vogliamo parlare. Facciamo questo progetto fuori dall'orario di lavoro, come volontarie. Ci crediamo' dice Sandra. 'L'assessore Emanuele Ferrari assieme a Paolo Ruffini del Sert della montagna si sono resi disponibili a sostenere il nostro progetto, per cui faremo lo spettacolo al teatro Bismantova il 30 settembre.'
Lascio questo primo incontro con tante domande non fatte. Su come si sono sentite nei panni dei loro pazienti e utenti, quali emozioni hanno processato e dovuto attraversare. Se il rapporto con la loro professione è cambiato dopo questo metterci la faccia sul palcoscenico. E altre ancora che mi giravano in testa. Decido che gliele farò.
Restiamo d'accordo che andrò vedere le prove il 5 settembre. Lì conoscerò gli altri attori, tra cui persone che hanno attraversato una dipendenza e ne son uscite e ora con coraggio lo raccontano.
A pensarci bene questo spettacolo sa tutto di coraggio. Di parlarne, di svelarsi e di riflettere.
Intanto le locandine inizieranno a girare. Teniamo d'occhio la data, il 30 settembre è un venerdì.
(Continua...)
Hanno partecipato a questa prima parte di narrazione
Emanuele Ferrari, assessori alla Cultura di Casltenovo ne' Monti
Francesca Danesi, psicoterapeuta del Sert di Reggio
Sandra Fantuzzi, educatrice del Sert di Scandiano
Donatella Rimoldi, pedagogista della comunità di Papa Giovanni XXIII
Roberta Rossi, psicologa del Ceis
Glenda Galimberti, educatrice comunità Nefesh