Home Cronaca Alla moglie e alla figlia di Mohammed risponde Giuliana

Alla moglie e alla figlia di Mohammed risponde Giuliana

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La nostra collaboratrice Giuliana Sciaboni replica a Fatiha Bkhakhach e Jihad Madad che hanno preso le difese, con due missive indirizzate alla nostra redazione, del marito e padre, Mohammed Madad.

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Gentilissime Fatiha Bkhakhach e Jihad Madad, moglie e figlia di Mohammed Madad,

Giuliana Sciabonii primi due articoli scritti da me furono due interviste a Mohammed, in seguito al primo attentato a Parigi e poi alla denuncia di una famiglia marocchina da parte della loro stessa figlia. Ho riportato l’intervista a Mohammed, citando le sue affermazioni sulla libertà e la pace, sottolineando la sua disponibilità e gentilezza usata nei miei riguardi quando gli domandai di essere intervistato.

In seguito al comunicato stampa, emesso dalle forze dell’ordine, relativo al suo arresto e alla sua effettiva espulsione, sorpresa e turbata da questo fatto, come d’altronde tutta la comunità dell’Appennino, ho scritto un pezzo in cui sottolineavo come questi sospetti – di atteggiamento radicale, sermoni antioccidentali e possibile collegamento con il terrorismo, rilevati non da me, bensì dalle indagini della polizia – fossero totalmente incoerenti con il suo atteggiamento rilevato ai tempi delle mie interviste.

Poi mi sono semplicemente limitata a riportare, in due successivi articoli comparsi sul Resto del Carlino, l’esplosione di commenti su Facebook, scritti da persone che lo conoscevano bene e che hanno riportato pubblicamente fatti che avevano denunciato a suo tempo a chi di dovere, oltre a intervistare il comandante dei vigili, che lo aveva denunciato diverse volte per uso improprio di un locale non adibito a preghiera, ma a garage.

Il resto degli articoli, derivanti dai comunicati stampa trasmessi da carabinieri e altre forze dell’ordine, sono stati firmati da altri giornalisti, alla fine di ognuno compaiono le relative firme.

Inoltre vorrei precisare: non sono stata io a sospettare di lui e a seguirlo e intercettarlo, ma la Digos, cioè la polizia. Non sono stata io a denunciare i suoi sermoni come "antioccidentali", non sono mai andata a sentirli e comunque, conoscendo l’arabo solo limitatamente – saluti e poco più –, non ci avrei capito nulla. Alle forze dell’ordine Mohammed è stato denunciato dai suoi stessi connazionali che lo ascoltavano in moschea! I giornalisti non possono inventarsi i fatti, per pubblicare si basano su articoli che gli uffici stampa delle forze dell’ordine trasmettono quotidianamente alle redazioni.

In Italia non viene mai espulso nessuno, se qualcuno viene seguito dalla Digos, e poi espulso su ordinanza del Ministro, qualche dubbio lo farebbe venire a chiunque. La notizia non è uscita solo su Redacon o il Resto del Carlino, è uscita in tutta Italia, e anche in TV.

Vorrei poi chiedervi dove ho mai scritto qualcosa contro il velo,  a me piace anche, soprattutto se è colorato e variopinto, adoro gli abiti e i tessuti arabi e indiani. E trovo giustissimo che una persona sia libera di scegliere se indossarlo o meno. Ognuno ha le sue tradizioni ed è giusto accettarle e rispettarle, finché non ledono la libertà degli altri. Finché si tratta di un velo sui capelli, che ha anche le sue ragioni storiche e climatiche... Ho vissuto alcuni mesi in una città della Turchia talmente ventosa e sabbiosa che, senza un velo in testa, dopo una settimana i miei capelli erano rovinati e secchi come paglia bruciata dal sole. Ma, lasciatevelo dire, e abbiate l’onestà di accettarlo, il burqa, invece, è altra cosa: è la negazione dell’individuo, precisamente, della donna. Il burqa, dunque, è inaccettabile in un luogo dove vige la democrazia, come tanti altri atteggiamenti e comportamenti mascherati da "religione", in varie epoche e luoghi del mondo, che invece sono stati, o sono tuttora, solo strumento di sopraffazione dei più deboli. Tipo infibulazione, matrimoni tra adulti e bambine di 8-10 anni, lapidazione, pena di morte per essere omosessuale, ecc ecc. Tutte cose che purtroppo sono presenti, accettate e in uso attualmente in vari posti per diversi motivi "religiosi".

6 COMMENTS

  1. Giuliana, secondo me si è parlato e scritto con troppo su questo signore, non c’è bisogno di giustificare e spiegare nulla, la lettera andrebbe ignorata perché è una lettera mirata e precisa. Madhad ha ricevuto un provvedimento di espulsione da parte del Ministero degli interni a seguito di indagini precise da parte della Digos. Atteniamoci ai fatti poi chi era e cosa faceva Madhad lo sapevano in tanti.

    (Enrico Bini)

    • Firma - EnricoBini
  2. Apprezzo molto la precisazione del sindaco Bini che esorta a chiudere definitivamente l’argomento espulsione dell’imam. Nessuno di noi si deve giustificare o esprimere sentimenti di vario genere. La Digos, con le sue indagini e il Ministero degli interni, hanno proceduto ad allontanare questo signore dall’Italia. Ne prendiamo atto e rispettiamo la legge.

    (Paola Agostini)
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    Noi invece riteniamo che chi esprime opinioni scevre da accenti xenofobi, che cestiniamo “d’ufficio”, possa continuare a farlo, fermo restando, inoltre, che la signora Sciaboni fosse nel pieno diritto di replicare ad affermazioni che ritiene non veritiere e lesive della sua credibilità di giornalista.

    (red)

    • Firma - paolaAgostini
    • Non mi sono giustificata, ho semplicemente spiegato come stanno e come funzionano le cose a chi pare non saperlo, dal momento che sembra che i giornalisti s’inventino le notizie senza basarsi su alcun fondamento. Dal momento poi che sono l’unica giornalista menzionata con nome e cognome, e che non mi hanno inviato la lettera in privato ma l’hanno mandata a tutti i giornali, mi sembrava il minimo rispondere. Inoltre credo che creare un clima di omertà, dove bisogna tacere sulle cose gravi che succedono, sia proprio l’ultima cosa da fare.

      (G.S.)

      • Firma - g.s.
  3. Nessuno ha mai pensato di impedire alla giornalista Sciaboni di rispondere alla lettera che l’ha chiamata in causa, come nessuno ha pensato di creare un clima di omertà. In tante occasioni mi sono preoccupata di combatterla l’omertà, visto che ormai in Italia il clima che si respira è questo, di aver quasi paura di dire o di fare le cose “che potrebbero disturbare l’altro”. Non sono stata capace di spiegarmi bene, intendendo dire che questo signore espulso dalla Digos ha avuto tanto, troppo spazio sui giornali nazionali e alla tv, e mi sembrava meglio rimanere in silenzio. Aggiungo anche che alcune amiche hanno visto qualcosa di minaccioso nel fatto di chiamare a raccolta “gli amici” dell’imam. Ti chiedo scusa, cara Giuliana, per non aver pensato che la persona chiamata in causa eri tu e quindi giusto che rispondessi quello che volevi. La redazione mi ha sgridato e ne ho preso atto, ma vivendo in un paese, l’Italia, dove truffatori, corrotti e assassini sembrano godere di un occhio di riguardo, avrei suggerito di lasciar perdere. Ti auguro di proseguire la tua professione con soddisfazione e ti saluto.

    (Paola Agostini)

    • Firma - paolaAgostini
  4. Siamo il Paese che ha uno sterminato numero di leggi, sulla carta severissime, ma quasi mai applicate! Chi risiede in questo paese deve rispettarne le leggi. Punto! Dovremmo essere uno Stato laico, basterebbe leggere la Costituzione che fino a poco tempo fa era la più bella del mondo. Chi non la rispetta deve pagarne le conseguenze. Predicare l’odio in nome in nome di
    Dio è una vergogna inammissibile!

    (Ugo Ugolotti)

    • Firma - ugolottiugo