Non è usuale trovare attività longeve, tanto in città come nei paesi; tutt’altro, è un susseguirsi di aperture/chiusure.
Nel capoluogo dell’Appennino reggiano fa eccezione – insieme a qualche altro - il negozio “Rosatea” che nasce nel 1966 per volontà della mamma di Giordano Simonelli, Thea Magliani, e che da 3 anni è passato alla gestione della figlia Licia.
A questa giovane imprenditrice rivolgiamo una breve intervista, in esclusiva per la nostra testata.
Red: Licia, possiamo chiederti quanti anni hai e da quanto tempo ti interessi di fiori e piante?
Licia: Ho 30 anni, per sette anni ho lavorato nell'attività di mio padre e da tre ho rilevato l'attività.
Red.: Subentrare a tuo padre è stato naturale o avevi in mente altri progetti per la tua vita lavorativa?
Licia: Diciamo quasi naturale, perchè subito dopo la maturità avrei voluto intraprendere un'altra strada. Il profumo dei fiori ha preso però il sopravvento.
Red.: Hai compiuto studi specifici per prepararti ad affrontare la sfida di essere una imprenditrice?
Licia: Non tutti sanno che per prepararti ad essere “fiorista” esistono scuole; io per anni ho studiato, facendo sacrifici. Ho frequentato la scuola di base, la scuola per diventare professional florist, sono floral designer europeo e professional wedding.
Red.: Cosa significa per te condurre un esercizio presente sul territorio da così tanto tempo?
Licia: All'inizio ero molo ansiosa e titubante, perché essere la figlia del “maestro Giordano Simonelli” mi impauriva. Essere figlia d'arte è sempre un problema e “prendere in mano” il negozio che era stato prima di mia nonna e poi di mio papà sarebbe stata una bella sfida. Mi sono fatta coraggio, ho cercato di superare l'ansia e mi sto impegnando al massimo per continuare la nostra attività.
Red.: Sia dai racconti di tuo padre che dalla tua esperienza cosa è cambiato nel mettersi al servizio del cliente?
Licia: Nel corso di questi 50 anni la tipologia del cliente è cambiata moltissimo; quando mia nonna gestiva il negozio “Rosatea”, l'acquisto di un mazzo di fiori o di una pianta era quasi un atto quotidiano e il cliente si fidava ciecamente del fiorista. Negli anni della gestione di mio papà il cliente ha incominciato a diventare più esigente e il fiorista doveva essere in grado di capire i suoi bisogni e poi di soddisfarli. Ora non solo il cliente è esigente ma è informato; l'era di Internet ha contaminato anche il mondo dei fiori! Posso affermare che oggi i clienti sono di due tipi: quelli che entrano e che si affidano completamente alla tua professionalità e creatività e quelli che entrano con internet acceso e che vogliono fiori e piante invernali in estate e viceversa perchè li hanno visti nei più disparati siti. Aggiungo anche che la crisi economica ha inciso pesantemente sul mondo dei fiori e quindi oggi la professionalità del fiorista sta nel soddisfare il cliente con prodotti di qualità ma di prezzo contenuto.
Red.: Oggi come oggi che tipo di persona pensa a fiori o a una pianta per fare un omaggio?
Licia: Non si possono definire i tratti specifici di chi acquista fiori perchè esistono molte variabili da considerare nell'arco dell'anno. In generale sono donne e uomini dai 40 ai 60 anni; sono diminuiti i trentenni mentre sono aumentati gli adolescenti e gli anziani. Queste due categorie appagano la mia professionalità perchè mi chiedono molto consigli e si affidano completamente a me.
Red.: Gli uomini regalano ancora fiori, oltre che a S. Valentino? Il romanticismo si manifesta ancora con il linguaggio dei fiori e, se sì, quali sono i gusti odierni, si richiedono composizioni classiche o si punta sulla stravaganza?
Licia: A San Valentino moltissimi sono gli innamorati! Però gli uomini continuano a regalare fiori anche durante l'anno. Per esempio per il compleanno o per anniversari particolari, o per la nascita dei figli. Ci sono anche uomini, pochi, che regalano i fiori al di fuori di ogni ricorrenza semplicemente per regalare fiori. Il tipo di omaggio va dalle classiche rose (da una a tre, non più le 12 rose rosse) confezionate in modo originale a bouquet che possano esprimere a chi li riceve i sentimenti e le emozioni di chi li acquista.
Red.: Quali sono le difficoltà che una giovane donna incontra nel portare avanti un lavoro autonomo?
Licia: Prima di tutto sono le difficoltà legate alla grave crisi economica che stiamo attraversando. L'incertezza del mercato, la concorrenza, la scarsa disponibilità di denaro per i così detti beni superflui sono gli ostacoli che incontro ogni giorno. Però non voglio arrendermi e continuo ad offrire nel mio negozio qualità del prodotto e professionalità. Sono anche mamma di Alessandro e quindi devo conciliare le sue esigenze con il lavoro.
Red.: Credi che le istituzioni potrebbero fare qualcosa di più per incentivare i giovani a mettersi in proprio? Se sì, hai dei suggerimenti al riguardo?
Licia: Per i giovani Castelnovo non presenta molti sbocchi lavorativi e aprire un'attività oggigiorno costa tanto. Forse, a parer mio, bisognerebbe che i Comuni e le Regioni aiutassero noi giovani ad entrare nel mondo del commercio concedendoci delle agevolazioni sui costi di gestione delle attività. La campagna che Castelnovo intraprende sull'abusivismo, secondo me, è molto importante, però bisognerebbe ampliarla a 360° per far sì che ogni commerciante possa svolgere la sua attività dimostrando completamente la sua professionalità e competenza, senza incontrare sul suo cammino i “tuttologi” del commercio.
Red.: Quali sono le tue aspettative immediate e i programmi per il futuro?
Licia: Vivo molto con i piedi per terra, consapevole delle difficoltà lavorative. Mi piace molto il mio lavoro e quindi cerco di essere sempre aggiornata sui prodotti e sulle novità. Il mondo dei fiori è legato anche a quello della moda e del designer perciò mi confronto anche con queste realtà. Il mio futuro? Un po' incerto ma i sogni sono la molla della vita... e Alessandro deve crescere, ha solo tre anni e mezzo!
Red.: Hai un bimbo piccolo, nel tuo immaginario lo vedi continuare l’attività di famiglia? Quali sono i tuoi pensieri sul suo futuro, credi che Castelnovo sia… un paese per giovani?
Licia: Come tutti i genitori, spererei che Alessandro proseguisse l'attività di famiglia, ma sarà lui a decidere. Io non lo obbligherò, se lui vorrà, sarà. E' entrato in negozio che aveva 15 giorni e vi ha passato tanto tempo; ora spesso mi ripete: “In negozio no” e preferisce stare in casa a giocare liberamente.
Un fiore rallegra la vita di ognuno di noi. Brava, Licia, un buon prosieguo, che la tua fantasia possa essere condivisa e apprezzata da tutti noi.
(Paola)
Complimenti, hai raccolto una sfida importante e impegnativa, hai avuto la fortuna di apprendere questo mestiere da bravi “maestri”; come istituzioni dobbiamo impegnarci affinché giovani come te che decidono di iniziare una attività autonoma in un momento difficile come questo riescano nell’impresa. Tantissimi auguri.
(Enrico Bini)