Il "Coro Le maestà di Toano e Palanzano" organizza, il concerto "Canti in Pieve", sabato 16 luglio prossimo, alle ore 21,15, presso la Pieve matildica di Toano.
L'intento degli organizzatori è quello di proporre un tipo di coralità particolarmente curata ed eseguita da "mini cori": non a caso sono ospiti i "Solisti" della Rocca.
L'augurio che si fanno gli organizzatori è che la risposta del pubblico di casa possa convincerli a proseguire su questa strada e dare continuità a questa nuova manifestazione canora.
Partecipanti:
Coro Le maestà di Toano e Palanzano
Diretto da Paolo Tavars
I suoi componenti provengono dai comuni di Toano (Reggio Emilia) e Palanzano (Parma), due località geograficamente distanti, ma accomunate da antiche tradizioni di vita sociale e di lavoro che hanno la loro espressione più compiuta in un canto che, oltre le parole, gioca sui colori e sulle più delicate modulazioni della voce. Un canto di riflessione e di dialogo.
I coristi hanno ritenuto definirlo con la metafora delle “maestà” che costellano le strade montane fra Toano e Palanzano, tra le alte valli del Secchia e dell’Enza. Tante piccole costruzioni che, nel cammino d’ogni giorno, segnano le soste d’incontro con se stessi e con gli altri.
Tra panorami che hanno un loro incanto in ogni stagione, le maestà conoscono la fatica del cammino e la dolcezza della sosta che trasforma in bellezza dell’anima anche l’ordinaria quotidianità.
Grazie ad uno di questi incontri, il coro è nato nel settembre del 2009 e canta a 4 voci pari. La prima uscita nel settembre 2010, mentre a luglio del 2011 ha partecipato alla settima rassegna “Valle dei Cavallieri” di Vairo (PR) e a settembre al 17° Festival Internacional de Coros a Juiz de Fora (Minas Gerais) Brasile. Sono seguite varie esibizioni sia in provincia che fuori: Carrara, Carmignano di Vigolzone (PC), Pavullo nel Frignano (MO), S. Nicolò Valfurva (SO), Caravaggio (BG), Bolzano, Modena.
Il repertorio è costituito da canti della tradizione popolare e alpina del nord Italia, armonizzati o rielaborati da diversi autori del genere, e da canti d’autore (Bepi De Marzi, Marco Maiero).
I Solisti della Rocca
Diretto da Mariangela Mascazzini
La Rocca alta sul silenzio ventoso del promontorio che a levante si spinge nelle acque piemontesi del Lago Maggiore ha donato il nome al coro che dal 1995 intona, nel suo girovagare tra regioni italiane come all’estero, i canti della tradizione italiana e le storie dei nuovi narratori poetico-musicali.
Dalla vitale esigenza di ricercare e mantenere freschezza interpretativa, di uscire dagli schemi della ripetitività, nasce, all’interno del coro, il gruppo dei solisti. Sono più di 300 i concerti eseguiti con il Coro la Rocca durante i quali il gruppo non ha mancato di esibirsi in performance solistiche di polifonia a cappella, fino ad essere riconosciuto e apprezzato nel tempo per la morbida e caratteristica timbrica vocale. Il gruppo è autore di due testi teatrali: “Non ti ricordi…” e “ Come d’autunno sugli alberi le foglie” legati al tema della memoria, in cui canti e narrazione si intrecciano alle vicende storiche italiane. Ha preso parte alla riduzione teatrale del libro “Il trattore e la carriola” di Antinogene, Ceccati, Lusuardi . Ha cantato più volte all’importante festival di letteratura di montagna “LetterAltura” e da anni viene invitato al raduno di guide ed esperti alpinisti a cantare in un rifugio a 2000 mt. sulla parete est del Monte Rosa.
Un concerto eseguito a Lugano, molto apprezzato da pubblico ed esperti, ha sancito definitivamente l’ingresso dei Solisti nel panorama corale come gruppo autonomo. L’ensemble ha avuto il privilegio di proporre diversi concerti con l’amico compositore e poeta di fama internazionale Bepi De Marzi.
Tra questi si ricordano con particolare emozione una serata di canti e racconti sulla vita e le opere dello scrittore Mario Rigoni Stern; le riflessioni sui Salmi di Padre David Maria Turoldo dal Maestro stesso musicati; un concerto in Basilica di San Giulio, nell’omonima Isola sulle suggestive e calme acque del Lago d’Orta con l’accompagnamento musicale di Ensemble Sangineto; un concerto nella bella e suggestiva chiesa di Agugliana (VI).
In occasione del centenario della prima guerra mondiale, ha preso parte, insieme ad esperti e storici, a serate a tema sull’argomento. Ha cantato alla presentazione del libro “Arona e la grande guerra” di Gianni Di Bella. I Solisti sono diretti da sempre da Mariangela Mascazzini. Introduce i canti Laura Gavinelli.
Il luogo:
La Pieve - Storia
La Pieve di Santa Maria di Castello sorge, in posizione isolata, sulla sommità di un colle che domina il paese sottostante di Toano. La Pieve è annoverata tra i monumenti più significativi di architettura romanica presenti sul territorio di Reggio Emilia e tra i più antichi edifici di culto della diocesi reggiana.
Il primo atto ufficiale che documenta la sua esistenza è costituito da un diploma emanato il 14 ottobre 980 dall’imperatore Ottone II, il quale cita la Plebem de Toano fra le maggiori pievi rurali dell’epoca.
Nel secolo XI, la chiesa appare posizionata all'interno della cerchia muraria del castello fatto costruire da Bonifacio di Canossa, di cui però non rimane nessuna traccia a causa delle distruzioni del XIII secolo provocate dal conflitto tra guelfi modenesi e ghibellini reggiani. Durante il dominio della contessa Matilde di Canossa, la pieve viene sottoposta ad una serie di interventi di restauro che le conferiscono l'aspetto attuale.
Quindi, l'edificio che oggi ammiriamo, sebbene sia stato fondato prima dell'anno mille, è da ascrivere proprio alla fine del XII secolo o agli inizi di quello successivo, sulla base dell'esame delle linee architettoniche attuali e dei capitelli.
In occasione della seconda guerra mondiale, la Pieve viene gravemente danneggiata durante un rastrellamento tedesco del 1944 che provoca la completa distruzione del tetto, dei mobili e degli arredi liturgici, lasciando tracce ancora visibili sulle mura dell'abside e sui due grandi capitelli scolpiti.
La ricostruzione della chiesa nel dopoguerra si è rivelata abbastanza cauta in quanto ha cercato di ripristinare il suo aspetto più fedele all'originale, anche se i fianchi e le absidi mostrano una muratura prevalentemente di restauro.
Fonte: Ars Romanica
Notizie storico artistiche
A prima vista, colpisce la semplicità delle linee architettoniche che conferiscono al monumento una particolare solennità e una bellezza tipicamente romanico-lombarda. Partendo dall'esterno la chiesa, interamente in pietra e ricoperta da lastre di ardesia, presenta una struttura singolarmente tozza, con una facciata a capanna che è provvista di spioventi molto inclinati, di muri bassi e di una finestra rettangolare. Il portale conserva delle tracce di antica decorazione scultorea, che è stata cancellata dal tempo e dalle distruzioni militari.
L'interno, caratterizzato da una nuda spazialità, mostra le stesse linee tozze e vigorose che sono visibili all'esterno e conserva tutta la bellezza rustica e solenne delle costruzioni romaniche più antiche.
La struttura interna è costituita da una pianta basilicale a tre navate, divise in due campate con copertura a capriate in legno. Inoltre i sei capitelli, che coronano i pilastri e i semipilastri della chiesa, risultano di notevole interesse storico-artistico, in quanto obbediscono a un particolare simbolismo religioso e liturgico tipico dello stile romanico, che è riscontrabile anche in altre chiese reggiane risalenti allo stesso periodo. Le decorazioni scolpite dei capitelli, delle lunette e delle architravi, che raffigurano motivi vegetali, geometrici e zoomorfi, sembrano richiamare elementi bizantino-ravennati, intrecci tipici dell’ars canusina.
Fonte: Ars Romanica