Intorno alle 3 della notte scorsa i Vigili del Fuoco di Castelnovo ne' Monti sono intervenuti con due squadre a Ramiseto per due autocarri che stavano bruciando.
Si trattava di un Renault Trucks e di uno Scania CV440 intestati ad una azienda che commercia legnami da ardere di proprietà di un 65enne residente nel comune di Ventasso, che sono andati completamente distrutti.
Allertati dal 112 sono intervenuti anche i Carabinieri della stazione di Ramiseto coadiuvati da colleghi del nucleo operativo della Compagnia di Castelnovo ne' Monti per accertamenti sul fatto.
Le indagini proseguono col coordinamento della Procura di Reggio Emilia.
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Aggiornamento 14 luglio 2016 ore 14,15
Il commento all'episodio in una nota di Lapam Confartigianato
"L’incendio a due mezzi di una ditta di Ramiseto porta in sé elementi di preoccupazione e pone al centro il tema della sicurezza e della legalità anche in Appennino. Nell’esprimere la solidarietà all’imprenditore coinvolto, le ipotesi di natura dolosa gettano un'ombra di incertezza su quanto accaduto. Riteniamo sensati gli appelli a interrogarsi su quanto sta accadendo e, per questo, crediamo che il ruolo delle associazioni imprenditoriali sia anche quello di porre attenzione sul tema della legalità e della salvaguardia del tessuto imprenditoriale locale: in una ottica primaria di prevenzione lo dobbiamo fare insieme, così come insieme ci stiamo impegnando su altri fronti per il territorio”. Sono parole di Gabriele Arlotti, presidente di Lapam Confartigianato Castelnovo ne' Monti, che commenta così l’incendio a due autocarri avvenuto nella notte di ieri nel crinale. “Un nuovo campanello che deve tenerci desti”. “Leggendo le cronache siamo abituati – afferma il presidente Arlotti – a considerarci isola felice rispetto ad altri territori. Forse non è così. Un fatto grave per il quale torniamo, in seconda battuta, anche a ribadire l’appello all’Unione dei comuni per un coordinamento e una videosorveglianza unitaria alle principali strade d’accesso ai territori della montagna”.
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Qualcosa che non va anche da noi?! Episodio grave che deve farci riflettere. Cosa sta succedendo? Solidarietà all’imprenditore che ha subito un atto così grave. Per nostra responsabilità abbiamo favorito questa infiltrazione, ora dobbiamo intervenire tutti assieme per gridare con forza che per certi personaggi non c’è posto, che devono andare da altra parte a delinquere. Ora cosa fare: proviamo a scrivere.
(Enrico Bini)
Un po’ troppo generico, il commento del sindaco: “abbiamo favorito”? Chi?, non io, per esempio. Ci erudisca in merito, se sa qualcosa, ma non parli includendo tutti, gli onesti potrebbero risentirsi… Poi, “devono andare da altra parte a delinquere”: perchè, secondo lui c’è un posto dove possono farlo, o la delinquenza va estirpata ovunque si manifesti? Della serie, “not in my garden”? Dichiarazione semplicistica che fa illazioni su responsabilità che devono essere accertate dagli inquirenti, visto che fino a prova contraria i processi si fanno in tribunale. L’articolo annuncia un incendio ma non fa menzione neppure che sia doloso. Ciò che si suppone, per quanto ovvio o evidente, e ciò che si può asserire e provare sono cose ben diverse. Come ben diverso è quanto può dichiarare un sindaco, per il ruolo che riveste, da un cittadino comune.
(F. Pinello)
Quoto Pinello e riparto dal suo “not in my garden”! Nella mia azienda agricola (il mio “garden”) che produce pere squisite e le trasforma in marmellate prelibate dobbiamo lottare ogni giorno contro tutto e tutti! Se poi ci si mettono anche questi incendi dove andremo a finire. Piove, Governo ladro? Forse no, però caro egregio signor Sindaco, che boutade è questa? “Ora cosa fare: proviamo a scrivere”, ma che cosa vuol dire? È vero che Castelnovo Monti si può fregiare del titolo di primo comune antimafia d’Italia e gli eventi contestati sono avvenuti all’interno del neonato comune di Ventasso, però di questo passo faranno presto a percorrere la Sparavalle e arrivare nel capoluogo montano in piazza Gramsci. Ora cosa fare? Lei è pagato per farlo e chiede a noi?!
(Dott. Davide Menechini)
Solidarietà alla famiglia colpita. Speriamo trovino e puniscano i colpevoli, indipendentemente dalla natura del reato.
(Anna)
Nessuna accusa o processo sommario (non spetta a me sicuramente), ci sono gli inquirenti che stanno lavorando bene, però ignorare episodi di questa portata è pericoloso. Ognuno di noi a seconda del ruolo che ricopre deve fare la propria parte. Condivido invece che non ci sono luoghi dove andare a delinquere. Vigiliamo e segnaliamo le cose che vediamo che non vanno.
(Enrico Bini)
Dispiace davvero tanto che anche nei nostri piccoli paesi montani possano accadere episodi di questo tipo. Chi “dice” di aver permesso o favorito queste infiltrazioni si assuma le proprie responsabilità e, se amministratore, trovi il modo di mettere in atto atti veri, non discorsi, parole, etc.; occorre rispetto delle regole per tutti, controlli più stringenti. L’essere sempre “buonisti” non significa migliorare le situazioni, le regole le dobbiamo rispettare tutti e tutti dovremmo avere eguali diritti e doveri. Io non ho mai favorito atti di delinquenza e tanto meno “infiltrazioni”, vivo in montagna e anche se è difficile vorrei rimanere; esprimo tutta la mia solidarietà alla ditta colpita e mi auguro sia un episodio isolato, anche se mi pare che il commento del sindaco Bini non sia così rassicurante.
(Manuela)
Prudenza, ci vuole prudenza. Credo ci si debba astenere dal commentare simili episodi fino a quando non saranno terminate le indagini. In analoghe circostanze (riferimento del tutto casuale e non legato a quello di Ramiseto), sono state scoperte motivazioni del tutto diverse da quelle in un primo tempo immaginabili. Prudenza, ci vuole prudenza anche prima di un solo commento.
(C.S.)
Ha ragione Pinello, come può un sindaco fare certe affermazioni, esse sono di una gravità enorme: c’è la mafia in montagna? Chi l’ha favorita? Non si possono fare queste affermazioni generiche, lui è un sindaco non un avventore di un bar. Faccia nomi e cognomi! Sennò taccia! Non si possono fare insinuazioni così gravi! Quella poi di invitare i mafiosi ad andare a delinquere altrove sfiora il ridicolo, ma il tragico è che a dirlo è sempre un sindaco; sarà overdose di antimafia che fa fare gaffe inusitate come questa.
(G. Mariastella)
La mia personale solidarietà a un imprenditore, montanaro, onesto e lavoratore. Se occorre, sono a disposizione.
(Alessandro Raniero Davoli)
Concordo con quanto detto da Manuela, mi viene voglia di gridare “aiuto!”, ma chi sta ad ascoltarci?
(Monica)
Mi associo a quello che scrive Alessandro Raniero Davoli, a disposizione per qualsiasi necessità! Inoltre condivido le parole di Bini; pronti a sostenere le persone oneste e le loro famiglie. Un abbraccio e non molliamo di fronte a tale bassezze, uno schifo che solo uniti e solidali riusciremo a fermare sul nascere. Qui Non c’é posto per certe schifezze! Solidale con la vostra famiglia, saluto.
(Enrico Chicco Ferretti)
Quando qualcosa non va non è sempre mafia. Nessuna overdose da mafia, la storia dei nomi è una storia vecchia, i nomi li ho sempre fatti nei luoghi preposti. Io proprio perché sono sindaco devo fare attenzione a quello che succede nel territorio, devo ascoltare e devo guardare e quando sento e vedo qualcosa che non va devo fare qualcosa. Ci sono tanti modi di fare il sindaco io lo faccio così ci metto la faccia e mi prendo le mie responsabilità anche quando è scomodo farlo. Quindi Signora lei pensi quello che vuole ma io cerco di intervenire quando vedo cose che non vanno, gare al massimo ribasso, lavoro in nero, sfruttamento, lavoro nero. Elementi questi di concorrenza sleale e di messa fuori mercato le imprese sane e rispettose delle leggi.
(Enrico Bini)
La solidarietà a Stefano Dolci non è per me solo un atto dovuto, ma un vero sentimento che mi sento di esprimere anche a Stefano in quanto imprenditore, che con il suo forte impegno contribuisce a mantenere vivo economicamente un territorio e nello stesso tempo contribuire a salvaguardare l’ambiente con le dovute manutenzioni che lo stesso taglio della legna comporta. Io non so quali possano essere le origini di un così vile atto, per questo credo sia compito degli inquirenti trovarne i responsabili, certamente solo una mente “malata” può arrivare a tanto. Certo è che tutti noi dobbiamo essere più attenti e vigili nel denunciare ogni minima forma di “stranezza” che si nota nel territorio.
(O.T.)
Occorre certamente prudenza, come suggerisce “C.S.”, in attesa che le indagini in corso facciano piena luce sull’accaduto, ma ciò non toglie che episodi come questo possano destare fin da subito allarme e sconcerto, alimentando ulteriormente la preoccupazione di chi dedica risorse ed impegno al proprio lavoro e lo vede sempre più esposto ad imprevisti di vario genere, come pare dirci anche il commento del Dott. Menichini, se non ho frainteso le sue parole (e non mi sembra francamente precipitoso o avventato l’esprimere già da ora un tale stato d’animo, visto che si tratta appunto, e soltanto, di uno stato d’animo).
(P.B.)
Beh, signor Sindaco, se oltre all’ascoltare, al guardare, al fare e all’intervenire, qualche volta potesse anche rispondere, senza limitarsi al “comunicare”, come è già accaduto, penso che in molti gradirebbero. Il mondo è più grande di un “luogo preposto” e di una “sede appropriata” e, in quella parte di mondo che avanza, ci siamo anche noi che l’abbiamo eletta sindaco.
(mv)
Mi preme innanzi tutto comunicare la mia solidarietà a Stefano Dolci per essere stato l’obiettivo di simile gesto, inteso a minare la solidità di una impresa che si regge da anni sul sacrificio, sull’impegno giornaliero e sulla caparbietà di esercitare in montagna, alimentando una economia che purtroppo langue sempre più rovinosamente. Giusto e responsabile il “grido” del sindaco Bini, sempre sensibile alle infiltrazioni mafiose ovunque ed in particolare nel nostro territorio ritenuto, a torto o a ragione, isola felice e giuste tutte le prese di posizione nello stesso senso e comunque con la stessa finalità. Preoccupante invece il silenzio dei rappresentanti di istituzioni a qualsiasi livello che “osservano” ritenendo probabilmente il fatto localizzato e fine a se stesso. L’auspicio è che sia davvero così e le indagini daranno le giuste risposte ma io credo, nel dubbio, che una presa di posizione corale dei sindaci, uniti alle varie organizzazioni del nostro territorio, potrebbe essere un efficace segnale orientato a spegnere nel nascere una simile delinquenza da qualsiasi parte provenga. Una noce in un sacco fa poco rumore.
(Commento firmato)