VEZZANO (29 giugno 2016) - La giovane ragazza che prepara i gnocchi, un gesto da vedere. Siamo entrati in un bar pasticceria dove servono anche a pranzo pasti veloci. Vederla nella linda cucina attraverso la bella vetrata mentre impasta la farina per gnocchi ti fa piacere e nello stesso tempo ti sorprende. Non siamo abituati a vedere giovani con le mani in pasta, per usare una battuta. Ha preparato la farina, ha versato l'acqua, amalgamato il tutto con le patate e l'uovo e ha iniziato a impastare, prima con movimenti timidi, poi sempre con più sicurezza. Le sue mani sembravano che parlassero, che danzassero. Mi sono stupito di quanto quei gesti le venissero naturali e di come, ad un certo punto, il rito si ripeteva di nuovo, dolci movimenti dell'impasto che sono antichi come il mondo, ma sono sempre gesti da vedere. Lo faceva con una disinvoltura straordinaria come l'avesse fatto da sempre, mi sembrava di vedere la mia mamma.
La giovane è la 21enne Agata Muto. Ha scelto questa bella professione e frequentato l'Istituto di istruzione superiore "Nelson Mandela" a indirizzo alberghiero di Castelnovo ne' Monti e si senterealizzata, è innamorata del suo mestiere. “Ho sempre avuto questa passione ho cominciata per gioco - dice la ragazza - e sono contenta, mi sento realizzata professionalmente”.
Le abbiamo chiesto alcune considerazioni circa la sua professione.
Dove hai imparato?
"Da mia madre che da sempre prepara pasta fresca in casa e anche presso la scuola alberghiera di Castelnovo Monti".
Come mai hai scelto l'Alberghiero di Castelnovo Ne' Monti?
"Abito a Casina e per me era più comoda questa sede. Fin da piccola i fornelli e far da mangiare mi hanno sempre coinvolto. Anche mia madre mi ha incoraggiata. Ho scelto l'indirizzo alberghiero cucina e ristorazione con i suoi pro e contro, frequentandolo per quattro anni".
Pensi che l'Istituto Alberghiero ti abbia dato una buona preparazione ? Culturale, oltre che tecnica?
"Entrambe con una prevalenza culturale. Ho ricevuto le basi indispensabile per fare questo mestiere. Per diventare una chef però ci vuole tempo, passione, voglia, creatività, pazienza e voglia di imparare doti che credo di avere".
Cosa ricordi degli anni trascorsi all'Istituto?
"Tante cose, i miei compagni gli insegnanti e le esperienze fatte, ricordo i vari servizi fatti".
Quando sei uscita hai avuto difficoltà a trovare lavoro?
"No, anche perché io mi adatto facilmente, ho anche già fatto tre stagioni in Sardegna a Porto Cervo. Sono andata lontano: è in queste grandi e organizzate strutture che si impara bene la professione e si fanno quelle esperienze che poi servono. In merito ai miei esordi lavorativi ho cominciato a lavorare a singhiozzo nei ristoranti nel fine settimana, poi a orario ridotto in altre realtà, ad ogni modo anche in un momento non molto favorevole come l'attuale qualcuno che ti dà qualche possibilità di lavoro c'è. Ad ogni modo la gavetta è importante ti aiuta anche professionalmente".
Hai mai conosciuto e/o lavorato con qualche chef rinomato?
"Sì, uno chef di Faenza, Fabrizio Mantovani a Porto Cervo. E' uno chef musicista, non bravo ma... di più, riusciva a creare armonia fra il cibo e la musica ho imparato tanto da lui".
Quali sono i tuoi obiettivi professionali per il futuro? Cosa pensi di fare un domani?
"Mi piacerebbe aprire un ristorante, ma è ancora presto è solo un idea".
Se potessi tornare indietro rifaresti le stesse scelte scolastiche e professionali?
"Sì, le rifarei".
Quale consiglio ti senti di dare ai ragazzi una volta usciti dall'Istituto Alberghiero e che vogliono intraprendere la stessa tua carriera?
"Per i primi anni consiglierei di fare esperienza lontane dal proprio territorio".
E per i ragazzi della terza media che hanno intenzione di affrontare lo studio dell'Istituto Alberghiero?
"Direi di fare questa scelta ma devono avere passione, altrimenti è meglio di no".
Agata lavora a Vezzano e in locali della montagna dove di sera fa la cameriera, è una ragazza molto intraprendente e sicura di sé.
(Domenico Amidati)