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Tre segretari della Cisl: “Punto nascite di Castelnovo ne’ Monti da potenziare”

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CASTELNOVO NE' MONTI (8 giugno 2016) - “Ripensare e rinunciare alla chiusura del punto nascite del Sant’Anna di Castelnovo ne' Monti: andare oltre la logica dei numeri e fare una valutazione che parta invece dalle persone e dal territorio”. La Cisl Emilia Centrale interviene nuovamente sul progetto di chiusura del Punto nascite dell’Ospedale Sant’Anna.

“Siamo sempre stati contrari a qualsiasi idea d’applicazione tout court delle leggi, alle scelte dei tagli ‘lineari’ perché, in quanto tali, raramente tengono conto delle particolarità e della necessità di fare invece scelte mirate, che rispondano ‘meglio’ alle esigenze di un territorio e dei suoi cittadini”, afferma Margherita Salvioli Mariani, segretaria generale aggiunta della Cisl Emilia Centrale. Margherita Salvioli Mariani (f. G. Santandrea)3 (Large)

“Abbiamo assistito a valutazioni e prese di posizione diverse – aggiunge la segretaria -: chi valuta necessario lo smantellamento del Punto Nascita lo fa per una questione di sostenibilità, ma anche chiamando in causa la sicurezza del bambino e della madre e il dover recepire l’accordo Stato-Regioni che prevede la chiusura dei punti nascita con un volume di attività inferiore a 500 parti all’anno. Sono posizioni, queste, legittime ma che guardano in modo avulso dalla realtà, anche geografica del territorio e della sua necessità di servizi: l’ospedale di Reggio Emilia dista 45 km da Castelnovo, ma 100 km dal crinale che, qui, interamente ricade”.

Andrea Sirianni

“Inoltre – aggiunge Adrea Sirianni, segretario Cisl Emilia Centrale con delega alla Sanità - anche lo stesso Accordo Stato Regioni prevede deroghe per le situazioni più difficoltose, come in montagna. E, certo, riteniamo legittime le richieste di potenziamento, per garantire il presidio sociale e la sicurezza sanitaria, e non certo di smantellamento del Punto nascite castelnovese”.

“Come emerge infatti da tutte le analisi e gli studi dell’Osservatorio dell’Appennino reggiano – parla Luca Ferri, responsabile della zona montana della Cisl Emilia Centrale -, per un’economia e una coesione sociale compiute ed efficaci la nostra montagna ha bisogno di un tessuto socio economico che richiede di essere valorizzato, sul quale è necessario investire, piuttosto che disinvestire”.

Luca Ferri in uff

La risposta, secondo la Cisl Emilia Centrale, va ricercata in una discussione che coinvolga le forze sociali, le cittadine e i cittadini del territorio. Solo così si può evitare che un'intera comunità si senta abbandonata, non considerata dalla politica e dalle scelte maturate in ambiti della politica senza che siano tenuta nella dovuta considerazione le peculiarità e le istanze locali.

“Il confronto allora si allarghi – conclude Salvioli Mariani - : oltre che al punto nascita si discuta del futuro di questo ospedale e la politica presidi adeguatamente in stretto rapporto con i cittadini i luoghi in cui si prendono decisioni con ricadute così importanti per la loro vita e per il territorio”.