"Sono passati altri 6 mesi dall'ultima interpellanza sullo stato dei lavori del secondo stralcio della variante stradale Ponte Rosso e ancora fino ad oggi non abbiamo notizie certe sul futuro di questa importante opera pubblica".
Robertino Ugolotti, capogruppo, e Daniele Valentini, consigliere comunale della lista civica "Progetto per Castelnovo ne' Monti", presentano un'altra interpellanza su questo tema. Un tratto di strada terminato ed utilizzabile rimane purtroppo negletto causa il breve tronco stradale che manca per congiungere il capoluogo montano.
Ricordando che "tra gli impegni principali della Provincia la variante del Ponte Rosso è al primo posto e già da tempo la Provincia ha venduto immobili che il cui ricavato è destinato a finanziare l'opera", i due chiedono "a che punto sia la situazione sul fronte della Regione Emilia-Romagna, che in una variazione di bilancio doveva destinare una somma importante per cofinanziare la conclusione del secondo stralcio".
"Pertanto - proseguono Ugolotti e Valentini - esprimiamo grande preoccupazioni in merito alla ultime notizie rese note dalla stessa impresa che ha vinto in prima istanza l'appalto, per la sua situazione dove si annuncia a breve lo stato di cassa integrazione a zero ore per tutti i dipendenti per il prossimo anno e ulteriori preoccupazioni aumentano sul futuro immediato della azienda stessa".
Conclusione: "Invitiamo il sindaco e l'Amministrazione a mettere a conoscenza il Consiglio comunale ela cittadinanza sulla reale situazione e ad individuare un percorso assieme agli enti coinvolti, Provincia e Regione, al fine di dare risposte certe e tempi concreti ai cittadini, prendendo atto che già più volte si è annunciata la conferenza stampa di inizio lavori".
Convinto che il nuovo tratto andrà per le lunghe (molto lunghe) non è possibile aprire il primo tratto? Solo per il traffico leggero, auto e simili. Si otterrebbe un alleggerimento del traffico avendo due percorsi, eliminando le code pensando anche al prossimo inverno.
(Gaddo)
Tutto questo é uno schifo. Credo che l’attuale Amministrazione debba darsi una svegliata e cominciare a battere i pugni sulle scrivanie di chi di dovere.
(Cc)
Esatto, viste le attese davvero lunghe sarebbe una bella cosa aprire almeno il primo tratto.
(Francesca D.)
Oh, non simpatizzo troppo per Bini, però credo che lui il possibile l’abbia fatto. Il vero punto è che con una Provincia in scioglimento se riescono a trovare le risorse è un miracolo.
(Piansano)
Piuttosto che lasciarla chiusa ed inutilizzata potrebbe essere aperta a pedoni e ciclisti. Mi rendo conto perfettamente che si tratterebbe di un ripiego, in attesa di aprirla al traffico veicolare per il quale è stata progettata e realizzata. Ma almeno chi abita o lavora alla Croce può arrivare in 10 minuti di camminata quasi pianeggiante al Peep, lontana dal traffico. Con le strade massacrate che abbiamo (quasi da Terzo Mondo), una strada nuova e chiusa è un ulteriore schiaffo a tutta la cittadinanza e a chiunque viene in Appennino.
(Giuliano Rossi)
Siamo palesemente di fronte ad uno stato di cose che fotografa in modo impietoso come viene condotta la cosa pubblica. Questo è il livello di chi deve amministrare il pubblico denaro. A dir poco inaudito, se non vergognoso!
(Raimondo Luzio)
Lo stato di cose a cui siamo di fronte è, praticamente, l’impossibilità di programmare qualsiasi spesa pubblica, a fronte del pareggio di bilancio adottato in Costituzione (art. 81) e dei vincoli previsti dai trattati europei (modifiche all’art. 97), in particolare il “Fiscal compact“. Questi vincoli si riflettono, a scala locale, nel Patto di stabilità, che impedisce di fare spesa pubblica – strade, per esempio. Tra non molto, le sofferenze bancarie che derivano dalla crisi economica, che deriva a sua volta dall’impossibilità di svalutare la moneta – perché c’è l’euro – ci metteranno di fronte all’impossibilità di nazionalizzare qualche banca (sempre per i vincoli europei), mentre i paesi europei del nord hanno già nazionalizzato quando è stato il momento. A noi sarà impedito, e arriverà la Troika, con quel che ne seguirà: svendita del patrimonio pubblico, privatizzazioni, taglio della spese sociale, pubblica sicurezza, istruzione, spesa sanitaria e pensioni. La Grecia è il laboratorio in cui viene applicata questa procedura. La vergogna, quindi, non è degli amministratori locali, che hanno le mani legate; è nella scelta fatta a suo tempo, suicida, per il nostro Paese, di legarsi al carrozzone europeo, che non è altro che l’applicazione all’Europa del liberismo più sfrenato e antidemocratico, le cui conseguenze sono chiarissime, e le vediamo nella gestione di questi problemi locali.
(Commento firmato)