COLA (Vetto, 16 maggio 2016) - Se fosse confermato verrebbe certo da dire attenti al lupo. Chiunque sia stato, però, è arrivato addirittura nel cuore di una borgata popolosa. Dove un grosso animale ha attaccato un cane di proprietà alla sua catena è avvenuta nel centro di Cola, in via Predella Ferma, a dieci metri dal bar lungo la provinciale 513, dove abitano i fratelli Aramus Ruffini, classe 1975, disegnatore meccanico, e Erus, classe 1978, installatore di impianti metalmeccanici.
“Erano le tre meno un quarto di notte – spiega Aramus – quando ho sentito urlare mio fratello. Sentendo il nostro Billy, cane di razza segugio italiano, ringhiare e gemere davanti a casa si era affacciato prontamente. Ha riconosciuto un animale di grossa taglia che lui, ex cacciatore, ha ricondotto al lupo che si era azzuffato col nostro cagnolino. Pur urlando l’animale ha continuato la sua aggressione. Quindi, ha preso una scopa e ha iniziato a percuotere ringhiera e, solo allora, l’animale ha desistito. Spaventati, abbiamo chiamato un cacciatore che abita più a valle, Massimo Azzolini, che è intervento col fucile. Da soli, infatti, non ci attentavamo a scendere”.
Stamane la bestiola, che è uscita viva dallo scontro, è stata condotta da veterinario di Castelnovo, la dottoressa Loretta Boni, che ha riscontrato come il grosso collare in ferro che portava gli abbia probabilmente salvato la vita, dato che è stato assalito al collo e ne reca ancora i traumi, tra cui una vistosa lesione.
“E’ chiaro che ora non potremo più vivere col nostro cane all’ingresso di casa, ma la paura per questo tipo di aggressioni – ne ricordiamo una pochi giorni fa a Rosano – è evidente”.
L’animale è stato visto anche dalla veterinaria del Parco nazionale dell’Appennino. Intanto è segnalata la presenza di branchi di cani randagi di medie dimensioni e di almeno un cane lupo cecoslovacco non custodito nella zona (e immortalato). Il Parco nazionale, per voce dell’esperto Willy Reggioni, commenta così: “L’attacco di lupi a cani vicino alle abitazioni è un fenomeno che è segnalato in tutta Italia. C’è una insolita recrudescenza tra il Parmense e, nel Reggiano, in una zona compresa tra il vettese, il carpinetano e il basso villaminozzese. Nel caso in questione, non essendo presenti, non sappiamo chi sia effettivamente sia stato. Comunque è un fenomeno che è in atto e che stiamo studiano per capire i perché di questo comportamento insolito dei lupi. Consigliamo ai proprietari di cani di non lasciarli incustoditi all’esterno delle abitazioni”.
IL PRECEDENTE, UN SECOLO FA…
Cola è separata da Rodogno dal monte che sovrasta l’abitato di Cavriola. E’ proprio nel piccolo borgo che conserva le reliquie di San Bernardino che si ha memoria di un singolare episodio legato ai lupi riconducibile a oltre cento anni fa. Un abitante del paese, rientrato dal mulino sul torrente Atticola, prese a imitare l’ululato di uno di questi animali. La tradizione orale vuole che l’animale selvatico non gradì l’affronto e il suo verso si fece sempre più vicino all’uomo che, intuito il pericolo, corse precipitosamente verso casa, nel centro del borgo, sino a rinchiudersi, braccato, dietro il portone che, ancora, reca i segni del tempo. L’uomo non si sarebbe più ripreso dallo spavento sino a giungere a morte.
Oramai non se ne può più, ok che sarebbe buona norma rinchiudere gli animali domestici alla notte, ma non è accettabile che un lupo (se confermato), entri nel cuore di un paese sotto le case a predare; qualche “precauzione, se chi di dovere non lo fa, si deve prendere. I soliti “lupologi”, con tutto il rispetto, continuano a raccontarci che per l’uomo non sono pericolosi, che le statistiche, ecc, ecc… A mio avviso è arrivato il momento di fare un piano di abbattimento serio e corposo, non come previsto da recenti normative (2 esemplari nella regione Emilia Romagna, tra l’altro non applicati), mi sembra l’unica strada da perseguire.
(Gattorosso)
Ma mi faccia il piacere. Sempre e solo l’abbattimento come unica soluzione. Mi spiace molto per il cane ferito ma, visto che Lei parla di norme regionali, ricordo che in Emilia i cani (tutti) non posso essere tenuti alla catena, ma in recinti adeguati. Per adeguati s’intende che devono impedire la fuga del cane e/o l’ingresso al suo interno di altri cani o lupi. Sono rispettate queste regole? Comunque mettere in garage o in casa il proprio cane è una valida alternativa, per chi può farlo. Saluti.
(Alessandro)
In questo caso è da capire cosa sia successo, in ogni caso ricordo che c’è una legge regionale che vieta i cani alla catena. La legge regionale sul benessere animale stabilisce che «Al detentore di animali di affezione è vietato l’utilizzo della catena o di qualunque altro strumento di contenzione similare, salvo per ragioni sanitarie, documentabili e certificate dal veterinario curante, o per misure urgenti e solo temporanee di sicurezza» (comma 2 bis dell’articolo 3 della legge regionale n. 5 del 2005, come modificato dall’art. 2 della legge regionale 29 marzo 2013, n° 3).
(Lorena)
Una legge regionale assurda, emessa sotto le pressioni degli animalisti che di animali non capiscono nulla. In tutto l’appennino emiliano il 99,9% delle cascine in collina non ha recinti e possiede diversi cani; a sentir questi geni dovrebbero fare decine di recinti per i cani, quando prima gli bastava lasciarli a delle lunghe catene durante la notte per poi liberarli di giorno a far la guardia ai terreni! Ora no, perchè hanno fatto passare una legge demente! E poi cosa cambiava se non era a catena il cane? Un lupo un recinto di 2 metri lo scavalca senza problemi! Voi non avete idea di cosa sono capaci i lupi!
(Ale)
Il cane alla catena, per quanto mi è stato riferito, è ammesso, purché non sia l’unico sistema di contenimento, ma alternato ad altri metodi, ad esempio in box come facciamo noi. Il cane viene usato anche come guardia, per salvaguardarti dai ladri, ma a ‘sto punto dobbiamo pure guardarci le spalle dai lupi. Provate solo ad immaginare la paura che abbiamo ora ad uscire dalla macchina e attraversare il cortile per raggiungere la porta di casa durante le ore notturne dopo avere visto l’attacco a Billy. Beh, vi auguro di cuore di non provare mai l’esperienza di vedere nel vostro cortile un animale che vuole mangiare il vostro cane. Ed ancora di più mi auguro che non succeda con una persona o un bambino. Noi ora abbiamo paura ad entrare/uscire di casa durante la notte e vi assicuro che è una bruttissima sensazione.
(Aramus)
Allora viva i lupi, signora Lorena, finché non succederà un attacco alla persona nessuno prenderà provvedimenti seri. Poi diciamo la verità, il lupo è una risorsa inestimabile, un vero gioiello per l’Appennino… No comment.
(Montanarovallonza)
Per Alessandro: le norme regionali che ho menzionato non riguardano la detenzione degli animali domestici alla catena o quant’altro e che lei giustamente menziona, ma la delibera che ha definito l’abbattimento di n° 2 esemplari di lupo sul territorio della Regione Emilia Romagna. Così dissero al convegno sul lupo a Villaminozzo, svoltosi di recente.
(Gattorosso)
Utilizzare la catena come colpa per l’accaduto mi pare una soluzione troppo facile. Viviamo in luoghi dove animali domestici e fauna selvatica sono “obbligati” ad incontrarsi, è il bello dei nostri luoghi, è la nostra risorsa! Il mio pensiero è che chi ha lavorato fino ad oggi alla reintroduzione di questo splendido animale se ne faccia carico fino in fondo. Che ci dicano se rischiamo e cosa rischiamo e, soprattutto, che qualcuno se ne assuma le responsabilità in tutti i sensi.
(Roberto)
“Il cane viene usato anche come guardia, per salvaguardarti dai ladri”…, grosso errore tenerlo in cortile contro il ladri: con una polpetta ben condita il cane in cortile è già sistemato. Molto meglio tenerlo al chiuso, in casa o in garage, che cominci a fare casino se sente rumori “non convenzionali”. In fondo, come per il pericolo grandine si mette la macchina al coperto, anche per il pericolo aggressioni, che ancora non si sa se sono lupi o cani inselvatichiti, si può cominciare a tenere al riparo i nostri animali, non mi sembra uno sforzo sovrumano. Tenere il cane alla catena è ammesso, sicuro, ma è soprattutto comodo per i proprietari che non si devono sbattere per accudirli, un po’ d’acqua, un po’ di cibo e il cane è a posto per tutto il giorno (se poi ha delle zecche o qualche malattia… ciccia). Per quanto riguarda le aggressioni all’uomo mi sembra che sia diventata una paranoia assurda, ormai ce la si prende molto meno per le scorribande dei ladri in tutta la montagna. Non fanno neanche più notizia?
(E. Montorsi)
Se semini i campi li devi recintare, se vuoi mettere due piante da frutto le devi recintare, se hai un cane lo devi mettere in casa… Bene così.
(C.D.)
Buongiorno, io avrei un quesito da porre agli enti preposti alla tutela del lupo. Io posseggo 4 cani Corsi molossoidi, 2 maschi dal peso di circa 55/60 kg e due femmine. Questa razza molto antica addietro era utilizzata per la difesa dell’uomo da orsi e lupi. I cani sono custoditi in una area cortiliva della casa, liberi, ma essendovi una recinzione abbastanza alta impediti alla fuga. Se un lupo riuscisse a penetrare la recinzione e lo stesso (se da solo) fosse ucciso dai cani io dovrei risarcire lo Stato o fare fronte ad eventuali sanzioni? Grazie.
(Mu)
Tranquillo Mu, i cani se uccidono un lupo non sono perseguibili e nemmeno tu, soprattutto se lo fanno all’interno di una proprietà recintata che devono custodire! Chiunque dica il contrario mente! Sono i danni dei lupi che dovrebbero essere risarciti, ma pur di non farlo si inventano la presenza di eventuali ibridi o cani randagi! La situazione nel parmense è ormai sfuggita di mano a chi doveva vigilare e finirà che ci penseranno da sole le persone in loco, alla faccia degli animalisti di città.
(Ale)
I responsabili dicono che stanno studiando il problema, speriamo arrivino alla laurea presto è che qualcosa si muova. Ogni notte una strage e anche se c’è in giro un randagio le guardie devono darsi da fare e cercare. Perché lupi o randagi il problema rimane, cosa stiamo aspettando, la vittima umana per poi fare un bello scoop?
(Luciana)
Bene, ora è colpa di chi custodisce i cani, un cacciatore o no che ha 4-5 cani la sera deve portarli nel proprio letto, così è sicuro che il lupo non attacca, poi le galline le mettiamo in taverna. Cari ambientalisti, al mondo non esistete solo voi, il lupo che vantaggi porta al nostro Appennino? Niente, andava lasciato dove era, se all’epoca lo cacciavano un motivo c’era, sono pronto a prendere tutti gli insulti che volete. Solidarietà alla famiglia Azzolini.
(S.V.)
Non si sta cercando di dare la colpa agli uni o agli altri. Oltre al problema lupo ci sarebbe anche il problema dei branchi dei randagi, ma questo non è di moda. Qui si sta parlando che è fatto divieto di catene per questioni di benessere animale e di recinzioni obbligatorie che possono aiutare anche in caso di attacchi da parte di altri animali. La presenza o meno dei lupi non cambierebbe la norma prevista in Emilia Romagna sulla custodia dei cani. Ma poi siamo tutti sicuri che i lupi sono stati introdotti? Non è che loro, essendo cacciatori, migrano in base alle loro esigenze?
(Alessandro)
Ben detto, condivido con lei, signor “S.V”.
(Montanarovallonza)
Concordo in pieno col signor “S.v”.
(Stefano)
Se Ormai, come dice un commento, se “ce la si prende molto meno per le scorribande dei ladri in tutta la montagna”, può significare che si sta sempre più diffondendo un senso di sfiducia e rassegnazione, o fatalismo, davanti all’impotenza che avvertiamo nel poter difendere le nostre abitazioni da chi vuole entrarvi in modo fraudolento per derubarci e danneggiarci. Allo stesso modo potrà fors’anche succedere che, senza protestare più di tanto, ci si adegui via via, caso dopo caso, al fatto di veder azzannati gli animali domestici, financo nel cortile di casa, mentre altri “stanno studiando il problema” per comprendere se l’avvenuta aggressione sia da imputare a lupi oppure a incroci, o invece a cani randagi. Tanto alla fine ci si abitua a tutto, come talvolta usiamo dire, ma è comunque abbastanza sconfortante ed amaro il dover arrendersi all’idea che per proteggere la propria casa si debba dotarla di inferriate e sistemi di sicurezza vari, mentre nel contempo i cortili e gli animali domestici vanno tutelati con recinzioni a prova di predatore, dopo di che, nonostante tutto questo, resta il dubbio sui rischi che si possono correre nel cercar di difendere i propri beni”, e giusto in merito può dirsi illuminante, anche se un po’ retorica e provocatoria, la domanda che si pone “Mu” in chiusura del suo commento. Viene poi da fare una riflessione di carattere generale: oggigiorno si parla molto spesso dei “diritti individuali”, ma quelli che riguardano i rispettivi averi e proprietà sembrano affievolirsi sempre di più, stando almeno ai segnali che capita di percepire e alle sensazioni che vengono raccontate e se fosse effettivamente così ci troveremmo di fronte ad una innegabile e stridente contraddizione (ma, forse, la mia è soltanto una visione troppo pessimista e irrealistica delle cose).
(P.B.)
La fauna selvatica, lupo compreso, è una risorsa per il nostro Appennino, è importante che ci siano, anzi speriamo che tornino anche gli orsi che purtroppo sono estinti qui da noi da tempo. E’ meraviglioso poter osservare liberi cervi, caprioli, il lupo poi è una vera magia. Comunque, a chi ha così tanta paura ricordo che quella di Cappuccetto Rosso era solo una favola, i lupi non attaccano l’uomo e gli animali bisogna proteggerli.
(MB)
Sì, ci mancano anche gli orsi a desso.Poi voglio vedere quanta gente andrà tranquilla per sentieri, funghi, ecc.
(GB)
In Abruzzo e in Trentino, dove gli orsi ci sono, la gente va tranquillamente a funghi.
(Ettore)
Mi dispiace dirlo, ma si sapeva che prima o poi arrivavamo a questa situazione. Il lupo, secondo me, non era una specie da immettere nel nostro appennino e penso che tanti altri concordano con me. Chi ha fatto scelte sbagliate bisogna che se ne renda conto, sono indignato!
(Anonimo)
Ma perché ancora così tante persone credono che il lupo sia stato introdotto da qualcuno? È un’assurdità! E l’orso allora? Serie B? Non credo! Trattasi di un fenomeno naturale, legato all’espansione del bosco, all’aumento delle prede. Si sono create buone condizioni e il lupo, che non è in sovrappeso come l’orso, e quindi fa un sacco di km senza troppi problemi, ama stare in branco (sempre perché non è orso) è arrivato, gli è piaciuto il posto e si è fermato. Mi preoccupa la situazione, perché c’è qualcosa che non va. I due lupi che ho incontrato io sono scappati, questo è normale. Ma ancora di più mi preoccupa che per prima cosa si cerchi sempre un responsabile con cui prendersela, allontanandosi anni luce da come realmente funzionano le cose. Io un po’ di fiducia in chi di questi argomenti ne sa perché li studia con passione da anni ce l’ho! Non ne ho in chi s’improvvisa salvatore della patria con un fucile in mano, vaneggiando di piani di abbattimento d’improbabile successo. Viste le caratteristiche del lupo, non credo sia una soluzione. Poi vorrei ricordare che le leggi a tutela del lupo sono a livello europeo, dato il principio di gerarchia delle fonti temo sia inutile prendersela con chi lavora per il parco o con amministratori vari. Detto questo, se c’è un problema mi pare poco utile come primo passo cercare un improbabile responsabile. Capisco la rottura di scatole di dover recintare, ma visto che i domestici sono a rischio, non vedo molte alternative. È come se un giapponese si ostinasse a costruire case in mattone aspettando di trovare il responsabile della notevole sismicità della zona. Ovviamente ritengo comunque giusto tenere alta l’attenzione, in modo che le persone che hanno le competenze per farlo riescano ad avere il supporto necessario per capire le cause e cercare una soluzione del problema, che a mio avviso non era così prevedibile.
(M.)
Purtroppo questi lupi, come sostiene qualcuno, non sono puri ma imbastarditi con il cane, di conseguenza stanno perdendo la paura dell’uomo, andrebbero bene chiusi in riserve; finchè qualcuno non ci rimette la pelle nessuno si porrà mai come arginare il problema!
(Commento firmato)
E’ senz’altro comprensibile che un amante della natura, com’è probabilmente il caso di “MB”, se la immagini popolata da tanta fauna selvatica di diversa specie, orso incluso, ma bisogna nondimeno chiedersi se l’ambiente destinato ad ospitare queste specie sia a loro misura, anche per evitare eccessive conflittualità con la presenza dell’uomo e il suo lavoro, visto che anch’egli, cioè l’uomo, fa parte dell’ecosistema. E a quest’ultimo riguardo occorre prendere atto che il nostro Paese è fortemente antropizzato e non dispone più di grandi estensioni territoriali disabitate, o quasi, dove possano insediarsi in abbondanza anche specie “competitive” con l’uomo, erbivori o carnivori che siano, perché in quelle ampie distese di boschi, foreste, praterie, ecc., le probabilità di reciproca “interferenza” sono intuibilmente piuttosto basse se non eccezionali. Nei nostri luoghi invece le occasioni di contatto e di “interferenze” possono divenire molto frequenti, tanto da far nascere problemi, e non deve allora stupire la reazione di chi chiede che per prevenire i problemi, o farvi fronte, siano tenuti sotto controllo numeri e comportamenti di quella fauna selvatica che può recar danni e, del resto, se riteniamo essere nell’ordine delle cose il fatto che il lupo – qui da noi al vertice della catena alimentare – possa predare per sfamarsi ogni specie animale “subalterna”, agendo dunque secondo una logica utilitaristica, altrettanto dobbiamo concedere all’uomo che voglia salvaguardare i propri animali (o le coltivazioni quando si tratti di danni da ungulati). Riguardo infine a chi suggerisce di ricorrere ai recinti per difendere i propri campi coltivati e i propri animali, e penso in particolare a quelli da reddito lasciati liberi nei pascoli, non mi sembra entusiasmante, soprattutto per gli amanti ed appassionati della natura, vedere una campagna punteggiata di recinzioni (ma è ovviamente un’opinione personale).
(P.B.)
MS caro signor “P.B.”, i recinti anti lupo per il bestiame già esistono, lei dipinge uno scenario che è un po’ forzato. Non si tratta di grossi recinti, ma di piccoli recinti dove poter lasciare gli animali incustoditi. In Abruzzo ce li hanno da una vita. Altra misura sono i cani maremmani a guardia del gregge. Per quanto riguarda il proprio cane, se il rischio c’è, lei vede una soluzione diversa dal non lasciarlo alla catena? Non si tratta di essere o no amanti della natura, la riduzione numerica potrebbe davvero non essere una soluzione. Il problema infatti parte anche dalle uccisioni a causa dell’uomo. C’è un recente studio condotto in Emilia Romagna che ne parla. La prima causa di morte per il lupo è ancora il bracconaggio, questo fa sì che i delicati equilibri del branco vengano spesso alterati. Il maschio e la femmina alfa infatti sono gli unici che possono accoppiarsi e impediscono agli altri di farlo. La morte improvvisa di un elemento alfa incasina gli equilibri tanto che finché non si ristabilisce l’equilibrio anche gli altri possono accoppiarsi, quindi più cucciolate e più rischio di incroci con randagi o semplici cani domestici abituati a girare liberi di notte. Randagi e cani vaganti aumentano il rischio, noi non abbiamo neanche un canile, ma soprattutto non abbiamo la mentalità per capire quanto può essere rischioso avere cani che di notte vagano. Quindi credo che se nessuno degli illuminati ha spinto per la soluzione della riduzione numerica un motivo c’è. I predatori territoriali se non si altera il loro equilibrio, si autoregolano come numero, non sono come i caprioli che possono aumentare notevolmente a seconda della disponibilità di cibo. Certo, concordo, è un problema il fatto che le occasioni di contatto in una zona antropizzata siano parecchie, per i suddetti motivi e anche perché si possono essere create delle situazioni di contatto “amichevole”, che sono pericolosissime, perché contribuiscono ad attenuare la paura dell’uomo che ha il lupo e che è l’unica cosa che ci preserva dagli attacchi. Ma quanti di noi sanno queste cose? Quanti hanno provato a documentarsi? E conoscere è l’unico modo per non fare sciocchezze. Anche pensando di non fare nulla di male si possono commettere grossi errori. Poi ripeto, se certe soluzioni non vengono prese in considerazione da chi ci studia da anni, non penso proprio che sia per partito preso. Sicuramente se dovessero trovare un modo per controllare il problema lo proporrebbero anche se si trattasse di programmare un qualche tipo di abbattimento. Scusate per la lezioncina, io sicuramente non sono stata precisa come lo studio di cui ho accennato, comunque si trova tranquillamente cercando on line.
(M.)
Cara signora “M.”, non metto in dubbio che vi siano studi indicanti che “la riduzione numerica potrebbe davvero non essere una soluzione”, ma forse ve ne sono pure altri di segno opposto, visto che in una nazione confinante, stando almeno a quanto abbiamo letto mesi fa sulla stampa, si è ritenuto di percorrere tale strada onde contenere le predazioni verso il bestiame domestico in quel distretto territoriale. Ci sono probabilmente linee di pensiero differenti e anche la sua annotazione “noi non abbiamo neanche un canile” fa venire in mente chi si affida invece al “canile virtuale”, per dire di due opzioni piuttosto diverse tra loro, e non sarebbe del resto la prima volta che capita di vedere espresse opinioni tecniche non unanimi e coincidenti riguardo allo stesso argomento, ma in ogni modo spetta poi alla politica, ai vari livelli istituzionali, di fare una sintesi dei vari pareri e prendere le relative decisioni, anche quando non sono facili e semplici (ma è proprio questo il compito “alto” della politica). Io credo poi che ogni decisione debba ispirarsi ad un determinato principio, o presupposto, e nella fattispecie a me pare che vada innanzitutto stabilito se debba esservi o meno il “primato” dell’uomo in questo nostro ecosistema – sottolineo il primato, che non significa dispotismo, e neppure arbitrio – dopo di che si procede di conseguenza, pur con il maggior equilibrio possibile e cercando di rispettare ogni componente, animata e non, dei rispettivi contesti. Per analogia, stante che su queste pagine, nel parlare del lupo, è uscita anche la questione dei furti nelle case, sarebbe come il chiederci, in premessa, se devono prevalere i diritti del derubato, cioè di chi subisce il danno, o invece quelli del derubante, ossia di colui che provoca il danno, una domanda che sembrerebbe banale al punto da avere una risposta scontata, ma in realtà non è proprio così visto che fino a non moltissimo tempo fa c’era chi minimizzava il problema (il che equivale di fatto a non solidarizzare col derubato). Quanto ai recinti che “in Abruzzo ce li hanno da una vita”, io ho il ricordo di vecchie immagini che ritraggono degli “stazzi”, i quali mi sembrano però altra cosa, e con altra funzione, rispetto ai recinti di oggi, ma non escludo che qui la mia memoria mi tradisca un po’.
(P.B.)
Per me che mi piace camminare nei boschi non ritengo il lupo un problema, ho più paura dei maremmani che lupi non sono. Poi capisco che vedersi sbranato il proprio cagnolino sotto casa non sia bello e capisco i timori di chi ha ragazzini abituati a giocare nei campi.
(Cc)
I primi di maggio a noi hanno divorato il cane da caccia a Rosano, sono stati i lupi o erano ibridi? Chi lo sa! Il bello è che neanche i grandi esperti che lavorano per il parco Appennino non lo sanno, quando li ho chiamati per fare il sopralluogo dopo l’accaduto hanno dato un’occhiata alla scena del “crimine”, carcassa compresa; ci hanno detto che dobbiamo imparare a convivere con questi animali, andare nel bosco con i cani legati (come dice la legge), recintare intorno a dove vivono i nostri animali (ma il lupo sostengono che da fermo salta sopra i 2 mt). Quindi faremo recinti, cancelli almeno di 3 mt per vivere tranquilli! Ma che bello vivere così, soprattutto quando a questa “esperta” ho chiesto: se siete così sicuri che il lupo non attacca l’uomo mettetelo per iscritto! Assolutamente non possono, come può essere imprevedibile un cane lo può essere anche un lupo! Allora ditemi voi come possiamo vivere tranquilli. Con il cavolo ce ne torniamo a funghi o a fare escursioni con quello che sta succedendo. Io, insieme ad altri, abbiamo partecipato ad un incontro dove era ospite un europarlamentare, gli abbiamo sottoposto il problema, chiedendo come poter fare per essere ascoltati da qualcuno “un po’ in alto”, speriamo di avere risposta, in caso contrario almeno ci abbiamo provato. Sicuramente almeno lui ci ha ascoltato. E il presidente del Parco perché dopo tutto quello che sta succedendo non fa nessun commento?
(Claudia Beretti)