Domenica 8 maggio scorso si è spento, a Praga, all'età di 71 anni, Alfredo Borghi, detto "burghett l'imbianchino". Era suo grande desiderio ritornare in Italia per rivedere amici e familiari, ma purtroppo la malattia glielo ha impedito.
(I familiari a ricordo)
Un altro pezzo della nostra storia che ci lascia, protagonista di una Castelnovo genuina, allegra, povera ma bella, che spesso rimpiango. Ciao, Burghett!
(Il Barbuto)
Ciao Alfredo, amico d’infanzia, la terra ti sia leggera e l’anima tua in Paradiso testimone di onestà e laboriosità.
(Armando)
Ciao Alfredo, troppo presto ci hai lasciati. R.i.p. Condoglianze a tutti i famigliari.
(Eros Tamburini)
“Burghett”: il piccolo borgo o, anche, il piccolo Borghi. Credo che il nomignolo riassumesse le due cose. Ed è strano che, adesso, mi vengano solo parole grosse, del tipo: “genuino, allegro, povero ma bello”. Le stesse parole, gli stessi aggettivi presi a prestito da “Il Barbuto”. Grande Burghett, vorrei aggiungere una definizione che ti calza a pennello (ideale per un imbianchino): “sei stato un piccolo, grande gentiluomo, un indimenticabile esempio di cosa vuol dire essere un signore, un vero signore, sincero e non ipocrita”. Ciao pittore (noi gli imbianchini li conosciamo così) e grazie per i lavori disinteressati, le strette di mano, i sorrisi, i brindisi e qualche “seriosa” riflessione. Ciao, gentiluomo.
(R.E.P.)
Ciao Zio, riposa in pace, il grande rimpianto è stato quello di non esserci potuti rivedere un’ultima volta nel tuo nuovo paese. Un pensiero anche per Stana, la tua paziente moglie.
(Renato)