E’ entrata nel vivo mercoledì mattina, con un incontro di aggiornamento ed implementazione dell’attività e soprattutto con la consegna di vetrofanie e locandine a diversi esercizi commerciali del paese, l’iniziativa intrapresa di comune accordo tra l’Assessorato alle Attività produttive e le Associazioni di categoria del territorio per combattere l’abusivismo e la concorrenza sleale. Una iniziativa per la quale era stato sottoscritto ad ottobre scorso un nuovo protocollo: protagoniste insieme al Comune sono le Associazioni Confcommercio Reggio Emilia, Confesercenti Reggio Emilia, CNA Reggio Emilia, Lapam Confartigianato Modena e Reggio Emilia, ciascuna presente con i propri rappresentanti e imprenditori all’incontro che si è svolto mercoledì mattina in Municipio.
Spiega l’Assessore alle Attività produttive Lucia Attolini: “Era ormai urgente attivare un protocollo contro l’abusivismo e la concorrenza sleale, fenomeni purtroppo diffusi anche in montagna, che intaccano le aziende sane che creano occupazione, ma rappresentano anche un problema di ordine pubblico e legalità. Fenomeni che vanno tra l’altro a forte danno del consumatore. Con l’incontro di oggi partiamo con l’attività di informazione e sensibilizzazione, consegnando le prime vetrofanie e locandine che le attività regolari potranno esporre a testimonianza della loro attenzione e professionalità”.
Durante l’incontro sono state portate anche testimonianze di diversi operatori ed esponenti delle Associazioni di categoria, anche per la registrazione di video che sosterranno la campagna attraverso internet e social media. Edda Valestri, del gruppo Acconciatori della Cna, ad esempio ha spiegato: “Opero nel settore dal 1988 e ormai non si riesce più a reggere la concorrenza sleale legata all’abusivismo, con persone che lavorano in casa in nero. Sento di parlare a nome delle parrucchiere e estetiste della montagna: noi paghiamo le tasse, effettuiamo corsi per aggiornamento, abbiamo una igiene controllatissima, utilizziamo prodotti certificati non aggressivi, rivolgersi ad attività serie è nel primario interesse dei clienti, coloro che non seguono queste regole giocano con la loro salute e sicurezza. Mentre se vi rivolgete a parrucchieri ed estetisti in regola eventuali errori o problemi sono in carico a noi, quando andate da un abusivo i rischi sono solo vostri”. Gabriele Arlotti, libero professionista ed esponente di Lapam Confartigianato Imprese Modena – Reggio Emilia, ha spiegato: “Sempre più spesso l’abusivismo entra nelle nostre case prima di tutto come fenomeno culturale, che è difficile da sradicare. Ma operare secondo correttezza e sicurezza va davvero sia a beneficio dei mestieri che dei clienti, questa campagna di sensibilizzazione è molto importante perché spesso ci adeguiamo a questo fenomeno anche per distrazione”.
Nadia Vassallo, vicepresidente Confcommercio di Castelnovo e titolare di una attività commerciale, ha specificato ulteriormente i rischi per i cittadini: “Il discorso dell’abusivismo sta ormai abbracciando tutte le categorie: io ho un negozio di articoli per la prima infanzia che purtroppo vengono spesso contraffatti, anche oggetti come biberon, ciucci e pannolini, che vengono spesso venduti on line, ma che non danno alcuna garanzia per la salute dei bambini. Da noi ci sono controlli molto frequenti sulla conformità dei prodotti. I rischi anche in questo caso sono dei consumatori, che nello specifico essendo bambini sono assolutamente indifesi. Si alimenta poi un mercato parallelo i cui introiti non vanno nei canali legali, non pagano tasse e non sostengono quindi i servizi”.
Romeo Ferrari, gommista e presidente Cna di Castelnovo ha spiegato: “Abbiamo indetto questa campagna perché anche in montagna l’abusivismo è radicato: vogliamo combattere il lavoro nero e far sì che chi ha capacità, licenze, autorizzazioni, partecipa a corsi di aggiornamento, sia protetto in misura maggiore. Fare del “nero” può forse evitare difficoltà a piccole aziende, ma non è modo giusto di operare. Chiediamo piuttosto insieme una riduzione delle tasse per far sopravvivere le attività soprattutto in montagna”. Vittorio Ruffini, Presidente di Confesercenti Montagna, ha concluso: “Io faccio da sempre l’orefice e orologiaio, oggi sappiamo che ci sono moltissimi falsi venduti in canali illeciti, e spesso si tratta anche di merce rubata e riciclata, venduta a prezzi fuori da ogni logica, che creano danno due volte e alimentano l’illegalità. In montagna difendere l’esistenza delle attività commerciali ha non solo un peso economico ma anche sociale, ogni attività che chiude incrina la tenuta del territorio”.
A seguire sono state consegnate le prime vetrofanie a numerosi negozi del centro: tra gli altri, l’Erboristeria L’Incanto di Sandra Gaccioli e Alessia Costi, il barbiere Giovanni Bizzarro, lo studio fotografico Vanicelli, l’abbigliamento Antonella Moda, l’Ottica Tondelli, l’abbigliamento Sisley, la sanitaria Sanavit. “Sono solo le prime attività – conclude l’Assessore Attolini – ma nelle prossime settimane effettueremo una distribuzione capillare. Questa è la prima azione di un percorso appena iniziato, la progettazione sinergica con i soggetti che hanno condiviso questo protocollo riguarderà anche altre attività. Crediamo davvero molto nel valore di questa campagna e nella straordinaria collaborazione di tutte le associazioni di categoria per la salvaguardia del nostro settore commerciale, che è un patrimonio storico del territorio”.