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Negli anni ’30 una spedizione italiana in Tibet. Presentazione di un libro sull’impresa giovedì 14 aprile, ore 21, al “Merulo” di Castelnovo ne’ Monti

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Giovedì sera, 14 aprile p.v., alle 21, alla sala concerti dell'Istituto "Merulo", nel Centro culturale polivalente di via Roma, a Castelnovo ne' Monti, è in programma un interessante incontro che ripercorrerà un momento storico poco conosciuto, la spedizione scientifica italiana in Tibet degli anni '30.

La serata è allestita con il patrocinio dell'assessorato alla cultura di Castelnovo e coordinata dall'alpinista castelnovese Fabrizio Silvetti: verrà presentato il libro “Sull'altipiano dell'Io sottile”, a cura di David Bellatalla, che parteciperà alla serata.

Il libro rappresenta la prima pubblicazione dei due diari dattiloscritti del Capitano Eugenio Ghersi, membro delle spedizioni scientifiche nel Tibet occidentale della Reale Accademia d’Italia.

Il primo testo è il diario personale della spedizione scientifica del 1933; il secondo è un dattiloscritto di note, appunti e riflessioni con soventi annotazioni a penna, delle due esperienze in Tibet, rispettivamente del 1933 e del 1935.

David Bellatalla, antropologo professore all'Università di Ulan Bator, presenta il libro con cui ha messo ordine e organizzato al meglio questo interessantissimo materiale storico. Appunti, riflessioni e perplessità dal tetto del mondo.

Il testo è corredato da un centinaio di foto inedite, scattate dallo stesso Ghersi, che rappresentano un prezioso documento storico di quella parte di Tibet andata poi distrutta durante le invasioni militari cinesi del 1951 e del 1959. Il diario svela retroscena, illustra dettagliatamente i momenti salienti della spedizione italiana, riporta curiosità e aneddoti di quelle giornate vissute dagli esploratori italiani, contribuendo a fornire importanti informazioni sulla missione.

Spiega l'assessore alla cultura, Emanuele Ferrari: “L'incontro con Bellatalla a Castelnovo è un momento prezioso che si rinnova. La sua ricerca ci aiuta ad avvicinare le cose lontane. Nel tempo e nello spazio. Credo che una riflessione seria e aperta sull'alternativa nomade sia oggi, soprattutto oggi, una delle chiavi di lettura più essenziali del mondo che viviamo, dei modi di vivere e ospitare l'Altro presso di noi”.