Home Cronaca Tra malattia e abbandono, indagini sull’omicidio suicidio

Tra malattia e abbandono, indagini sull’omicidio suicidio

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Piagnolo villetta di Giovanni Amedeo Cavicchi
La villetta dell'omicidio suicidio (foto Gazzetta di Reggio)

PIAGNOLO (Vetto, 11 aprile 2016) - Piagnolo è un paese a nord di Vetto, lungo la vallata del Tassobbio. Una pizzeria che da un ventennio anima i sabati sera, la chiesa senza più parroco residente da molti decenni, diverse case sparse, alcuni agricoltori, tanti pensionati e, uno di questi era Giovanni Amedeo Cavecchi, di 63 anni, che quattro giorni fa, pare, abbia ucciso la sua convivente, la 56enne Lidia Kyrylenko, originaria di Zaporizja città dell’Ucraina sud orientale, prima di suicidarsi con una pistola regolarmente detenuta. Problemi di salute, di entrambi, o di abbandono sono ora al vaglio dei carabinieri che stanno cercando di ricostruire l'accaduto.

Certo, non basta il sole di oggi a cancellare tanto orrore. I particolari che emergono da questa triste vicenda sono diversi. Come quello del cane dell'uomo, Ronnie, visto girovagare senza collare per il paese sino a quando, Roberto Monti, agricoltore, ha deciso di avvisare i carabinieri dato che dalla casa non giungeva alcun segnale e la coppia non si vedeva da due giorni, prima del macabro ritrovamento di sabato.

Le salme dei due, ora, sono a disposizione dell'autorità inquirente al Policlinico di Modena, motivo per cui non sono fissate cerimonie religiose di sorta, come ha spiegato il parroco don Alberto Nava. Sul posto, sin dai terribili minuti del rinvenimento dei due corpi, anche il sindaco di Vetto, Fabio Ruffini che ha messo a disposizione delle forze dell'ordine le informazioni in suo possesso sull'uomo che, in passato, aveva seguito una pratica col Comune per il taglio di alcuni alberi, dimostrandosi collaborativo.

Come ricostruiscono Carlino e Gazzetta di oggi, Lidia Kyrylenko aveva in Ucraina le figlie Olga e Victoria e per loro si era prodigata nel suo lavoro qui in Italia, da ultimo come badante della madre di Giovanni Amedeo, deceduta nel 2013, prima di diventarne compagna. Le figlie di Lidia sono state avvisate nella giornata di ieri, telefonicamente, da Tatiana Novozhilova, moglie di Roberto Monti con il quale ha lanciato l'allarme, mentre il padre Victor ha ricevuto notizie da Ludmilla, badante castelnovese, con una lunga chiamata dalla caserma dei Carabirnieri di Castelnovo.

Dalle testimonianze raccolte Giovanni Amedeo, ex lavoratore della Lombardini, "aveva un carattere difficile".

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