Folta partecipazione di Leguignesi parenti ed amici del pittore Stefano Grasselli han partecipato sabato scorso a Longarone alla inaugurazione della mostra di pittura sul Vaiont. La delegazione, capeggiata dal vice sindaco di Casina, Silvano Domenichini ha affrontato la lunga trasferta in pullman, partendo di buon mattino da Leguigno. Arrivati a Longarone sono stati accolti dal sindaco del paese Roberto Padrin e dal maestro ricercatore Gianni Oliver.
Dopo aver effettuato in prima mattinata a una visita al cimitero monuentale di Longarone ed una accurata visita alla Diga del Vaiont, la comitiva si è trasferita in comune ove si è svolta l'inaugurazione della apprezzatissima mostra di pittura. Inaugurazione avvenuta tra l'altro alla presenza della giunta comunale di Longarone al completo. Al termine della cerimonia il vice sindaco di Casina, SilvanoDomenichini ha rivolto l'invito alla amministrazione comunale di Longarone a partecipare alla stessa mostra di pittura che verrà ripetuta a Casina durante l'annuale fiera del Parmigiano-Reggiano. Il sindaco di Longarone ha accettato con piacere l'invito garantendo la sua presenza alla inaugurazione in loco assieme ad altri membri della sua amministrazione.
Stefano Grasselli è nato nel 1960 a Reggio Emilia, da genitori originari del comune di Casina: Giuseppe di Barazzone e Mafalda di Leguigno. Dopo gli anni dell'Istituto d'Arte Chierici di Reggio, si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Pittore, incisore, scultore e docente di materie artistiche, ha preso parte a diverse esposizioni personali e collettive. Le sue opere grafiche e pittoriche sono presenti in importanti collezioni italiane e straniere, come l'Albertina Museum di Vienna, la Biblioteca Panizzi di Reggio, la Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Venezia. Sull’esposizione in corso a Longarone spiega lo stesso Grasselli: "Le motivazioni alla base della mia ricerca artistica sulla tragedia del Vajont risalgono alla mia infanzia, alla fine degli anni '60, quando mio padre, vigile del fuoco, mi raccontava le testimonianze di alcuni suoi colleghi che avevano prestato soccorso sui luoghi del disastro. La mia sensibilità ne rimase profondamente colpita e turbata e con il tempo è divenuta una sorta di tragica ossessione".