Oro in Val Secchia? E’ quello che ci si sta domandando in Appennino dopo il rinvenimento casuale di qualche pagliuzza del prezioso metallo giallo nelle sabbie del nostro maggior corso d’acqua.
E’ successo di recente e la notizia, ovviamente non divulgata ufficialmente, la si è potuta apprendere solo per un passaggio di voci, data la certa eccitazione che la scoperta ha generato, ma circola già nei palazzi delle sede comunali dove pare sia già avviato il dibattito su eventuali “diritti”.
IL RITROVAMENTO
Conferme al momento ci sono giunte solo a mezza bocca. E’ accaduto questo: alcuni bagnanti saliti per la gita fuori porta hanno rinvenuto, a valle della discarica di Poiatica, le preziose pagliuzze. Che si tratti del prezioso metallo – per quanto in dosi molto leggere – è stato confermato da un appassionato mineralologo di vecchia data, A.V., castelnovese, chiamato ad esaminare le sabbie del posto. Per fugare ogni residuo di dubbio – intanto la cosa veniva segnalata al Comune (che a sua volta avrebbe allertato Arpa, Ente Parco, Polizia provinciale e Ausl per valutare possibili contaminazioni da radiazioni, ma anche i Carabinieri per fugare ipotesi di reato) – le pagliuzze sono state portate in un noto laboratorio chimico castelnovese e la sentenza è stata questa: oro, scritto nero (anzi, giallo) su bianco. La quantità in questione è minimale, ma certamente non senza significato.
L’ORIGINE
Tutto sta, ora, nel decifrare le origini e i possibili impieghi del prezioso metallo. Come noto, già in passato durante il traforo della galleria del Merlo vennero rintracciate alcune tracce di metalli preziosi (queste potrebbero derivare da tracce di oro su piriti dello smerino residuato dal traforo della nuova galleria?), ma anche sul monte Rosso, un paretone verticale nella zona d'eccellenza dei Gessi triassici, rocce vecchie di più di 200 milioni di anni, si sono sempre viste brillare escrescenze metalliche.
L’ipotesi più inquietante, però, pare che sia la possibile provenienza dell’oro giallo dalla discarica di Poiatica che, appunto, è a ridosso del fiume. L’oro, appunto, qui potrebbe essere giunto come scarto di impiego nel biomedicale (protesi dentarie dismesse) o anche in scarti della componentistica di precisione. Da qui la segnalazione ad Iren: potrebbero configurarsi ipotesi di fuga di rifiuti e metalli preziosi, oltre che radioattivi.
LA DISPUTA
All’orizzonte si profila un “pasticciaccio brutto”, per dirla con Gadda? Sia che fosse confermata l’ipotesi naturalistica che quella da discarica, si tratterebbe anche di capire come e quanto oro sia possibile eventualmente recuperare. Ecco perché il dibattito a mezza voce tra alcuni sindaci dell’Unione è a chi debba eventualmente competere il “ristoro” dalla presenza di oro in Secchia. Per quanto a noi noto i sindaci interessati da questo ritrovamento sono quello di Castelnovo ne’ Monti, quello dirimpettaio di Villa Minozzo, più a valle quelli di Carpineti e Toano. Si attende anche una dichiarazione del sindaco di Casina in caso di provenienza dallo smerino della galleria del Bocco.
LE POSSIBILITA’
Dove avvenuto il ritrovamento, però, è tra le aree paesaggisticamente più rilevanti dell’intero territorio. Ci sono le competenze del Parco nazionale; inoltre siamo in zona Mab-Unesco che, di fatto, potrebbe comunque trovare un vero e proprio motivo di incentivo turistico nella caccia all’oro come in altre realtà italiane.
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LINK CORRELATI
Oro nei fiumi toscani
http://www.minieredoro.it/toscana.htm
http://www.economia-italia.com/2015/02/come-trovare-oro-fiumi-italia.html
Mi sembrava strano che… Io in Secchia ho visto soltanto qualche pescatore e quasi sempre con il cestino vuoto di pesci!
(Elio Bellocchi)
Lo aspettavamo tutti, come colonna sonora proporrei il capolavoro di Mango “Oro”. Saluti e buona “pesca”!
(Tambu)
Io oggi nel Tassobbio, poco sotto il depuratore di Casina, ho trovato una vera e propria pepita e due monete. Non per fare del campanilismo ma per difendere la verità.
(Aprilia Casinese)
Finalmente una bella notizia! Purtroppo però ora che l’avete divulgata il nostro ridente Appennino si riempirà di turisti in cerca di fortuna. Io personalmente sono stato numerose volte in Secchia, soprattutto in zona Talada, a pescare le gustose trote ma mai e poi mai mi sono imbattuto in metalli preziosi. Ora e passerò l’intero weekend a setacciare il fiume e statene certi che non tornerò a mani vuote. Sapete per caso se esistono regolamenti sulle quantità massime prelevabili? Sapete se è possibile andarci anche di notte oppure è vietato come per i funghi? Ho già preparato tenda e luce da testa per non perdere il posto. Oro, sto arrivando!
(Matteo Scolari)
Bel pesce d’aprile.
(Marco)
Esatto…
(SC)
Nell’Enza, in confluenza con il Lonza, ieri son arrivato a 15 pepite e un piccolo diamante. Saluti.
(Mare mio)