CARPINETI (11 marzo 2016) – Ci sono serate che, tutto sommato, poco importa se alla tv c’è don Matteo. Ci sono serate che, nemmeno, Bayern - Juve potrebbero tenere incollato così il pubblico. Ma, soprattutto, ci sono serate dove può capitare di vedere, anche in Appennino, prendere corpo una nuova forma attiva di democrazia dal basso. Facciamola semplice: l’ultima riunione aperta al pubblico della Commissione discarica a Carpineti ha visto andare in scena un tentativo di accordo tra Comitati di cittadini - nella fattispecie Fermare la Discarica – e istituzioni, leggasi Comune di Carpineti e Unione dei Comuni. Una sorta di cena laddove, spiegava Napolene, “a tavola si risolvono le principali battaglie”.
L’antipasto. Occorre decidere e delineare quelle che saranno le strategie per il futuro della discarica carpinetana dopo che, recenti discussioni in Regione e il “misterioso” documento di Iren anticipato da Redacon hanno svelato l’ipotesi concreta di riaprire la discarica di Poiatica per conferirvi la mostruosa volumetria di 1 milione di metri cubi di rifiuti speciali, circa il 50% di tutti i rifiuti sin qui conferiti negli anni passati.
I primi. Nella discussione, aperta da Stefano Baldelli, presidente della Commissione, il Comitato Fermare la discarica rimprovera al sindaco Borghi – leggendo i documenti in cui lo stesso si era espresso a favore – la possibilità di avere aperto all’ipotesi di accogliere qui rifiuti speciali per rimodellare la pericolosa montagna non completata da Iren. “Sì il Pierino ad avere fatto questa proposta sono stato io – preciserà Borghi – ma mi riferivo a rifiuti speciali non pericolosi (come i rottami post terremoto di Carpi) o, di recente, anche lo smarino derivato dalla galleria del Bocco” che appunto è equiparato a rifiuti speciali (codice 170504) a meno che non sia reimpiegato in processi industriali (come la nuova area della piscina o il possibile impiego per il biscottificio di Marola)”. Gli interventi che si susseguono sono univoci: basta rifiuti a Poiatica. Borghi “mi adeguo alla scelta di non mettere qui alcun altro tipo di riempimento diverso dalle argille del posto, anche se temo che per molto tempo non vedremo rimodellata e in sicurezza la discarica”. “Spetta a Iren rimettere in sicurezza l’area – lamentano i membri del Comitato – e non a noi formulare le soluzioni: se hanno creato il problema lo risolvano loro – applauso -. Piuttosto a noi il compito di vigilare. No ai rifiuti speciali a Poiatica dato che la nostra Regione è una delle poche che ha siglato l’accordo per accogliere speciali anche da altre regioni e qui di rifiuti non ne vogliamo”.
Il sorbetto. Il Comitato lamenta come un accordo siglato a febbraio tra Iren e Regione per l’attuazione di uno studio da affidare ad una Università regionale per la riqualificazione ambientale non sia ancora stato attuato. Da qui la richiesta al sindaco Borghi, che accoglie, a verificare quali sono stati gli sviluppi.
Il contorno. La sala consiliare del Comune si è rivelata troppo piccola per le persone accorse. Il sindaco Borghi si scusa e, precisa, la prossima si svolgerà in una sala più capiente. Non vola una mosca – inciso anche se fosse agosto sulla discarica -, ma si può seguire il dibattito anche da fuori dall’aula come capita a diverse persone e al vostro cronista, o in piedi.
Il secondo. Enrico Bini, invitato come presidente dell’Unione dei Comuni parte all’attacco “Iren ha guadagnato sei milioni di euro all’anno quando conferiva qui rifiuti, ma nel nostro territorio ne sono rimaste una minima parte. L’Unione ha un’idea chiara su Poiatica: deve essere chiusa sia a rifiuti urbani che agli speciali. Io di Iren mi fido zero, così come di veline fatte filtrare per creare confusione. In questi anni a seguito della chiusura di Poiatica ci hanno fatto pesare, a noi montanari, l’aumento della tariffazione sui rifiuti, la mancata partenza del Tmb, il mancato utilizzo a regime dell’inceneritore di Parma… ma tutto questo non è un nostro problema. Iren non si deve permettere di dire i cittadini. Ora, noi, non siamo più proprietari di Iren, i propritari sono altri. Loro hanno preso i soldi e a loro tocca risolvere i problemi”. Incalzato da Lorena Lugari, del comitato, che contesta la proposta di Iren di portare qui i rifiuti derivati dagli stabilimenti delle ex Reggiane che, pare, “siano qualificati come non pericolosi”, Bini dice “Iren dica le cose come stanno. Dia i soldi alla montagna per fare le opere e non solo alla città, come i milioni per il Polo reggiano. Smentiamo Giacchetti se sostiene che i rifiuti delle ex officine Reggiani non sono pericolosi, dato che sono permeati di olii pesanti e amianto”.
Il dolce lo si può forse assaporare nei punti di intesa. La Commissione discarica, per voce di Baldelli che lo condivide, legge un documento del Comitato che impegna il Consiglio comunale a esprimersi affinché a Poiatica non sia più conferito nessun tipo di rifiuti, perseguendo anche legalmente chi provasse a violare questa decisione. Il rimodellamento della discarica dovrà essere fatto da Iren solo con argille del comparto estrattivo, che Iren già detiene a Est della stessa con la società Montepietra. Tale testo, che sarà messo a punto nei prossimi dieci giorni, sarà adottato anche dall’Unione dei Comuni. “Sarebbe la prima volta – osserva il vicesindaco Costetti – che un documento del Comitato diviene documento istituzionale”. “Paiono lontani i tempi in cui all’esperto Cester – nella precedente amministrazione - veniva negato l’accesso alla Commissione…”
Caffè. Il Comune di Carpineti si impegna anche a richiedere la presenza di un membro della Commissione discarica nella convenzione che si andrà a rinnovare con Iren per la vigilanza sulla discarica stessa. Non ultimo, sarà definito un regolamento sulle modalità di convocazione della Commissione discarica dopo che, nell’ultimo consiglio ci si era accapigliati sulla stessa. Una cosa, però, mette d’accordo tutti: da queste parti i rifiuti non li vuole più nessuno: a scanso di equivoci ora lo scriveranno le istituzioni nero su bianco. E lo voteranno. Qualcuno, ora, dovrà prendersi il digestivo. (G.A.)
PS (PER SCHIETTEZZA): C’è chi ipotizza che questa polemica su Poiatica sì Poiatica, così come la fuga di notizie su documenti ‘interni, possa essere congeniale alla stessa Iren che, al momento, si è impegnata con la Regione a non bruciare a regime i rifiuti nel termovalorizzatore di Ugozzolo a Parma (130.000 tonnellate di rifiuti contro i 195.000 a regime).
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Ha ragione il residente Bini… Iren non è più la nostra azienda ma un mostro che vuole solo generare incassi. Ad esempio basta leggere i giornali di questi giorni per capire il trattamento che questa “azienda” sta rivolgendo ai suoi utenti; a Reggio Emilia un intero condominio senz’acqua per morosità forse causato da un illecito da parte dell’amministratore di condominio. Da condannare un simile atteggiamento.
(Mirko P.)
Certamente giusto che ognuno abbia la propria idea, ma il sig. Mirko P. cosa proporrebbe per la risoluzione del problema in questione? Ci dia un’idea realizzabile e non solo una critica a sè stante.
(Angelo)