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“Lavoro, identità e servizi: Castelnovo riparta di qui”

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Giuliana Sciaboni e Robertino Ugolotti
Giuliana Sciaboni e Robertino Ugolotti

CASTELNOVO MONTI (8 marzo 2016) – Chi ha sfidato qualche fiocco di neve ora sa qualche cosa di più. E’ la convinzione di pubblico e relatori che, lunedì sera  presso la sala consiliare di Castelnovo, hanno accolto l’invito della lista civica “Progetto per Castelnovo ne’ Monti” dal titolo “#ascoltiamo Castelnovo ne’ Monti”.

La sintesi: Castelnovo sconta una crisi demografica, meno grave del crinale, legata a lavoro, identità e tenuta dei servizi. Da qui la necessità di ripensare allo sviluppo del paese.

“E’ stato il 13° incontro che abbiamo proposto sulla strada di incontrarsi ed essere protagonisti del nostro cambiamento” ha introdotto Robertino Ugolotti.

Pronti via. Gabriele Arlotti, presidente di Lapam Confartigianato Castelnovo Monti, ha presentato, numeri e dati alla mano, l’analisi “Fare impresa”, dedicata espressamente a Castelnovo Monti. Dalle criticità del lavoro, alle proposte concrete, sino a un “laboratorio per lo sviluppo delle nuove idee e innovazione, in un territorio dove ancora la banda larga è un miraggio, dove il commercio e il turismo stentano a decollare e dove si sente la necessità di proposte coraggiose, sia da parte delle 1200 imprese che degli enti pubblici, Comune, Gal, Provincia, Regione e Parco”.

“Lavoro e identità sono supportati dai servizi – ha commentato Nadia Vassallo, del comitato Salviamo Le Cicogne – eppure siamo ancora qui a discutere della chiusura del punto nascita”. E dopo avere ripercorso le tappe della vicenda ha accesso i riflettori su due fatti: “Alla luce di quanto viviamo, in questa situazione di incertezza, le donne della montagna non sanno dove partorire, girano per ospedali prima del parto, e a Castelnovo si fermano sempre meno. Eppure ci sono modelli di punti nascita, come quelli tedeschi, dove si accettano anche 300 parti l’anno. Rilevo che sono trascorsi alcuni mesi della deroga della Lorenzin sui punti nascita, eppure ad oggi non è ancora stato preparato un progetto per la tutela del punto nascita di Castelnovo, mentre altre zone lo hanno già presentato”.

Luc
Luca Ferri e Nadia Vassallo

 

“Ospedale vitale per il territorio – ha ricordato Silvia Dallaporta, responsabile zona montana Cgil, con un intervento sul tema Essere sindacato oggi: problemi e proposte - ” ponendo l’attenzione, anche, sul ruolo del pubblico, per l’occupazione, ma anche sulla preoccupante avanzata del lavoro nero.

Prima ancora, Luca Ferri, responsabile zona montana Cisl, ha auspicato un patto per il lavoro e la coesione sociale in Appennino, da condividersi tra enti e associazioni e, per il lavoro, ha individuato alcune leve in turismo, energie rinnovabili, sgravi fiscali per la produzione in montagna, filiere produttive specializzate, multifunzionalità dell’agricoltura.

Preoccupato “per la perdita di identità delle nuove generazioni che, in internet, trovano un sistema semplice ma chiuso per la soluzione ai problemi” si è dichiarato il professor Graziano Bottioni che ha auspicato il ritorno della scuola al centro del territorio per ridare futuro in Appennino agli stessi giovani.

E di identità hanno parlato gli architetti Martina Bianchi e Elisa Albertini nel ripresentare la loro tesi di laurea per un progetto – condiviso dai più – per dare nuova vita a Monte Castello – dove sorgeva l’antico maniero Castelnovese - e alle pinete limitrofe. Per altro, gli interventi dal pubblico di Dante Simonazzi (a dire del vero dapprima polemico sulla presunta “fascistizzazione” delle pinete e anche sul  tentativo – smentito dall’assessore Borghi – di lasciarle scomparire) e Umberto Casoli hanno contribuito a chiarire gli accessi originali a Montecastello e le destinazioni originali dei diversi luoghi e fabbricati. Armido Malvolti ha ricordato un analogo progetto (che si sta cercando di reindividuare negli uffici comunali) di quando egli stesso era presidente Cofar e che, in merito, potrebbe dare un importante contributo al suo riutilizzo.

Tra gli interventi, Pietro Ferrari, presidente della Cooperativa Novanta, che ha posto l’attenzione sulla necessità di rendere gradevole il vivere a Castelnovo (tema delle manutenzioni), della sburocratizzazione e della necessità di un maggiore coinvolgimento dell’associazionismo locale.

Per Fausto Giovanelli: “Non si può chiedere a Mab Unesco che cosa porta, ma cosa possiamo fare noi in questo sistema. E’ comunque chiaro che, Castelnovo Monti, ha bisogno di riscoprirsi attorno a una identità che può essere proprio quella di Montecastello”.

L’incontro è stato moderato da Giuliana Sciaboni.

 

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