Era ancora buio e l'aria era fresca.
Da est stava schiarendo e mio padre venne a svegliarmi. "Alzati, dobbiamo andare, la strada è lunga".
In cucina la mamma stava scaldando il latte. Ancora assonnata e dentro ai miei sogni di bambina mi vestii e scesi dalla mia camera-cuccia, tanto era piccola. Era tanto che volevo andare con mio padre, me lo aveva promesso.
Saremmo andati attraverso i boschi e passando il fiume a trovare mia sorella più grande, sposata, che abitava in provincia di Modena, di là dal fiume a circa 5 o 6 km.
Da casa di mio padre (che ora è la mia) si vedeva la casa proprio sotto a Montefiorino. Per arrivarci però si doveva fare prima una discesa fino al fiume Dolo e poi salire la montagna. Non c'erano strade, solo sentieri e si dovevano percorrere luoghi impervi, discese pericolose, guadare il fiume sui sassi dove c'era meno acqua.
Partimmo. Solo io e mio padre. Mia madre aveva da fare. Lui, sicuro, tra quei boschi conosciuti io fiduciosa dietro. Sul percorso casolari e case sparse di contadini. Mio padre conosceva tutti e in ogni casa ci fermavamo a salutare. Ci veniva offerto caffè, frutta secca, vino, tutto quello che avevano, anche pane e salame. Il giorno intanto era sbocciato. Caldo e fatica, ma senso d'avventura per i miei 9 anni. L'ospitalità di questi montanari, squisita. Mio padre grande intrattenitore faceva un po' il buffone. Raccontava barzellette e poi con fare delizioso mi presentava come la sua poetessa. "Lei scrive poesie, su declama quella che hai scritto per la tua bambola Lauretta".
Io lusingata ma timida recitavo le mie piccole poesie di bambina e venivo ricompensata con caramelle sorrisi complimenti. E così in tutte le case. Il viaggio fu molto lungo causa queste fermate. Il sole scottava. Mio padre pensò di fermarsi all'ombra di una grande quercia per fumare una sigaretta. Vicino c'era un pagliaio di fieno. Ci accomodammo sul prato. Poi lui si addormentò.
Arrivammo nel pomeriggio inoltrato a casa di mia sorella. Mangiammo, dormimmo. Poi il giorno dopo ritornammo. Non ricordo nulla del viaggio di ritorno. Soltanto dopo una settimana venimmo a conoscenza di un incendio che aveva completamente distrutto un pagliaio di fieno senza causare altri danni. Pensarono che un passante avesse distrattamente buttato un mozzicone di sigaretta. Per me fu un bel viaggio. Lo ricordo ancora. Nessuno pensò che mio padre c'entrasse con l'incendio. Neppure io. Soltanto dopo capii cosa era successo ma questo non cambiò il senso di quello che avevo provato con mio padre in un'epoca in cui i padri erano burberi e autoritari.
(Elena Paola Gazzotti)
Complimenti, signora Paola, mi è piaciuto moltissimo il suo racconto. Grazie.
(Angelo)