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A un anno dalla partenza di David: un viaggio di amicizia, un viaggio di speranza

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David
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In gennaio, ad un anno dall’ultimo viaggio del nostro David, quel viaggio che l’ha portato al Cielo, anche noi abbiamo intrapreso un viaggio, tutti noi della casa de los niños: 14, tra bimbi piccoli e ragazzi piu grandi, e 9 adulti, in due pulmini. Un viaggio complicato, difficile, per i rischi e gli imprevisti.

Un viaggio che ha marcato al punto di ritorno un totale di 7.824 chilometri, in poco meno di tre settimane, passando per il Cile e raggiungendo il sud dell’Argentina, dove inizia la Patagonia, per rincontrare dopo 3 anni una comunità amica, nella località splendida del Lago Aluminè,  e per lasciare in quel luogo un segno concreto della nostra comunità e delle nostre illusioni.

Un viaggio allo stile nostro: disorganizzato e pazzo.

David
David

Dopo 500 chilometri, il primo imprevisto: lo scoppio di uno pneumatico, nel buio della notte, mentre scendevamo verso Arica-Cile. E sorge logica la domanda: non sarà un avviso premonitore che ci indica il cammino prudente del ritorno a casa finchè siamo in tempo?

Insieme decidiamo di continuare. Anche David, la notte del suo arrivo, mentre giocavamo tutti insieme nella stanza dei materassi, decise di andare avanti, trascinandosi con uno sforzo incredibile e sollevando la sua testa troppo grande per raggiungere gli altri bimbi. E anche allora ci facemmo una domanda: sarà il caso di andare avanti? Riusciremo a far fronte alle necessità di un bimbo come David che anche la sua famiglia rifiuta? Non si fermò David quella sera e superiamo pure noi i nostri dubbi.

Dopo un’ora, infatti, riprendiamo il viaggio e dormiremo in macchina, quella notte, come succederà anche per altre notti nei giorni seguenti. Meno male che i nostri bimbi sembrano non risentire delle scomodità. La gioia di essere arrivati al mare farà presto dimenticare quegli imprevisti. Qualcuno ci accompagnerà, invisibile ma presente per tutto il resto del viaggio, per evitarci ulteriori inconvenienti.

Troviamo o ritroviamo dopo anni tanti amici nel cammino, per questo sottolineiamo che si tratta di un viaggio di amicizia, di un viaggio di speranza.

Impieghiamo 8 giorni per arrivare al Lago Aluminè. Gli amici che ci aspettano guardano stupiti l’arrivo di quella nostra strana compagnia, intreccio di età, seggiole a rotelle, malattie, stanchezza, polvere e illusioni. “Ma David dov’è?”, ci chiedono subito. La notizia della sua partenza al Cielo non è arrivata sin laggiù, in fondo al mondo. Con David eravamo arrivati sin là tre anni prima e tutti si erano innamorati del suo sorriso, su quel volto bianco, e ricordano i suoi applausi alla vita nonostante tutto.

David
David

David non è venuto, ma è qui con noi lo stesso. Dopo un paio di giorni, prima della partenza, decidiamo di dar forma ad un’idea che portiamo dentro da tempo e che è uno dei motivi del nostro viaggio: costruire una casetta di accoglienza per i bambini poveri e ammalati del Lago Aluminè che porterà il nome di David. Sarà il seme della casa de los niños nel sud dell’Argentina. E come sempre con molta illusione ci diamo appuntamento per il 25 gennaio 2017 per la sua inaugurazione. Lasciamo lì, in fondo al mondo, anche una famiglia della nostra cittadella, un papà muratore con i suoi 4 figli. Come ci aveva chiesto quel papà: ho bisogno di rifare la mia vita e di ritrovare la mia famiglia. Difficile da spiegare, ma tutto troverà il suo senso nei piani di Dio.

Come diciamo spesso: noi ci fidiamo e noi ci affidiamo.

Un viaggio di amicizia, un viaggio di speranza.

Non tutti lo sanno, ma tanti amici ci hanno confessato che sono venuti a vivere con noi in questi anni grazie a David. La sua storia e la sua presenza li ha attratti e convinti.

Con David abbiamo intrapreso un viaggio speciale che ha aperto la nostra casa al mondo delle malattie sconosciute, che ha dato impulso alla nostra testardaggine. Guardare in faccia la debolezza ed accoglierla senza tentennamenti è il volto più bello e vero della casa de los niños. Non dobbiamo scordarlo mai.

David è venuto con noi dappertutto e non si è mai lamentato. In ogni luogo la gente, soprattutto i bambini, lo guardavano stupiti perchè era troppo grande la sua testa rispetto al resto del corpo.

Ma lui sorrideva e se ne fregava.

David non ha mai abbassato lo sguardo, non si è mai vergognato. Sembra facile scriverlo, ma è una grande lezione per la nostra superbia, autosufficienza e narcisismo: avere il coraggio di sorridere ed applaudire riconoscendo e accettando i nostri limiti, personali, comunitari o istituzionali.

(Aristide Gazzotti)

 

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