San Valentino, pioggia di cuoricini. E stereotipi.
La festa dei commercianti e di chi per l'occasione vende, grazie alla ricorrenza. Vorrei invece spostarmi da questo mercato e proporre una riflessione in controtendenza.
L'amore non è in una scatola di cioccolatini o un pacchetto Groupon offerta speciale innamorati. Non è nel mazzo di fiori comprato apposta, mentre tre minuti prima si è scritto all'altra che sospira in disparte in attesa che tornino i giorni ordinari dove potersi ricavare una briciola di amore senza un santo. C'è molta confusione attorno alla parola amore.
La si mescola con dovere e con sacrificio.
La vittoria della canzone degli Stadio a San Remo porta una ulteriore riflessione. La dichiarazione di fragilità di un padre che rinuncia all'amore, sacrificando la propria vita per una figlia ha un doppio effetto: mostra il lato debole degli uomini, ma inneggia al sacrificio di sé in nome della figlia. E' un esempio ambiguo, che innesca senso di colpa. Rinfacciare non è amorevole. Se mio padre rinuncia alla sua vita per me e me lo dice mi mostra umanità, sì. Tuttavia un figlio non chiederebbe mai questo a un padre, e si porterà addosso il peso della rinuncia. E quello che passa è un modello di sacrificio di sé per altri.
Di che tipo di amore stiamo parlando? Dal mio punto di vista, che parlo e osservo il mondo affettivo ogni giorno, non ci può essere amore per l'altro se prima non si coltiva un sano amor proprio. Mettere l'altro davanti ai miei bisogni è molto rischioso e porta infelicità. Poi le persone esplodono a 30, 40, 50 anni. Non ne possono più di annullarsi e agiscono di impulso, l'amore si trasforma in rabbia e rancore, per sé per gli altri.
Allora cosa c'entra con San Valentino? Invece di usare questa festa per vendere una forma di amore stereotipata e irrealistica, parliamo di amore "sano" che significa condivisione, accoglienza, allegria, generosità. Ma questo tipo di relazione presuppone una relazione amorevole e di cura verso se stessi. Non di sforzo, di sacrificio, di annullamento di sé. I genitori hanno la responsabilità di amare se stessi, di amarsi tra loro, e di insegnare questo ai figli, solo così potranno avere relazioni nutrienti.
Selvaggia Lucarelli, giornalista graffiante e mattatrice dei social, stamattina invitava gli uomini a decidere per la donna, di dire ci penso io a te.
Questi messaggi sono fuorvianti, portano distanti da se stessi e dritti a pensare che per essere felici ci debba essere qualcuno che si sacrifica per noi, qualcuno che ci faccia da stampella.
Mi auguro che arriveremo a festeggiare anche il santo patrono del rispetto di se stessi. Di autonomia, equilibrio e dignità. Allora nella coppia non ci saranno solo cuoricini magari ipocriti, ma autenticità
#sanvalentino #relazionesana#sanremo #sacrificio #autenticità #dipendenzaaffettiva
Per chi fosse interessato agli aspetti psicologici della relazione affettiva può trovare altri articoli nel sito
www.ditroppoamore.it o nella pagina Facebook Ditroppoamore