"Cosa immettiamo nell'ambiente? Quali i controlli? Che ne è della salute?", ci scrive preoccupata un'ambientalista che allega la foto della Valle dell'Enza in corrispondenza della ceramica Sadon (parte del Gruppo Rondine S.p.A.) di Buvolo, a Vetto.
Di una cosa abbiamo contezza: le persone che qui lavorano sono sottoposte a esami periodici e la medesima ditta non fa mistero delle proprie certificazioni, anche ambientali, ai fini della riduzione del consumo di argille e CO2.
Certo è che in giorni di bassa pressione il cielo nella valle è come in foto.
Da che cosa avete dedotto che la segnalazione sia sta fatta da un “ambientalista” (noto termine utilizzato per screditare l’interlocutore)? Poi la corsa a linkare le certificazioni e a sottolineare i controlli fatti ai dipendenti e specificare che avviene solo in giornate di bassa pressione: falso! E’ una situazione costante, che va avanti da anni. L'”aria”, come la definite, non ristagna, soprattutto in una valle sempre ventilata, quello che ristagna è altro, pesante e nocivo per chi lo respira.
(Abitante della Val d’Enza)
Sono d’accordo con “Abitante della Val d’Enza”, se volete ogni mattina vi posso inviare le foto dei due comignoli che sputano fumo a gogo, tengo a specificare “ogni mattina” perchè è di notte fino alle prime ore del mattino che i camini sono più attivi (forse per non dare troppo nell’occhio?).
(Stevan61)
Quanto falso e inutile allarmismo ambientalista… quel fumo bianco che si vede uscire da ogni ceramica è il risultato del processo di atomizzazione ed è vapore acqueo, quindi assolutamente innocuo. Tende a ristagnare in fondovalle a causa della situazione di alta pressione di questi giorni che non permette una completa dissoluzione nell’aria.
(Commento Firmato)
“Quel fumo bianco che si vede uscire da ogni ceramica è il risultato del processo di atomizzazione ed è vapore acqueo”. Scusi, potrebbe citare le fonti scientifiche dell’affermazione? La mia è semplice curiosità. Saluti.
(Annalisa)
Cerchi su Google “atomizzatore”, anche la descrizione da Wikipedia è pertinente. Riporto il punto saliente: “Le goccioline (di barbottina) sparate tramite le lance di atomizzazione incontrano l’aria calda che viene immessa, il liquido evapora molto velocemente e si allontana sotto forma di vapore, mentre il solido contenuto ad ogni goccia forma degli agglomerati, generalmente cavi all’interno a causa dell’essiccazione veloce”. Il solido essiccato viene poi pressato e dà vita alla piastrella. Il vapore che si allontana viene immesso nell’ambiente. Saluti.
(Commento firmato)
Ma stiamo scherzando! Il fumo senza ombra di dubbio non è vapore acqueo, è di colore azzurrognolo e maleodorante, se le ceramiche fossero così nella zona di Sassuolo, Fiorano ecc. non si vedrebbe a un palmo dal naso! A titolo di informazione il vapore acqueo condensa in brevissimo tempo per poi scomparire alla vista, guardate invece come persiste nelle vallate del Tassobio, dell’Enza stessa e lungo le vallate del parmense.
(Pellegrino Frignani)
Sono d’accordo chiudiamo anche questa, poi andiamo tutti a lavorare dove non c’è lavoro. L’ignoranza di certe persone non ha limiti e forse sono loro che vanno a dire che c’è la crisi. Abbassando le temperature per merito dei filtri esce vapore (presente le caldaie a condensazione?).
(Un montanaro)
Se questi fumi sono veramente vapore acqueo e basta allora sarà facile per chi di dovere dimostrarlo con analisi ufficiali alla mano, o dobbiamo fidarci dei vari “commenti firmati” che sembrano sapere tutto su fumi e quant’altro. E, caro signor Montanaro, la ceramica va sicuramente tenuta aperta, purchè non arrechi danni di salute a chi ci abita vicino. Saluti.
(Stefania C.)
Vista la delicatezza del momento che sta vivendo questo sito produttivo bisognerebbe parlare con cognizione di causa. Questa fabbrica per questo territorio è importante. Noi amministratori stiamo facendo tutto quello che serve per vigilare sulla qualità dell’aria e per mantenere questo sito produttivo attivo. Quindi non facciamoci del male da soli.
(Enrico Bini)
Io credo che nessuno voglia far chiudere i battenti alla ceramica di Buvolo, ma non mi sembra nemmeno normale che il fumo che fuoriesce ristagni per (senza esagerare) “chilometri”; se fosse vapore acqueo si dileguerebbe molto prima (vedi comignolo della Cartiera di Ciano).
(Stevan61)
Sono d’accordo con il sindaco Bini sulla tutela del lavoro che non deve essere minato da incauti e sciocchi allarmismi. Bisogna diffidare da chi, ritenendosi esperto, in poche righe sviluppa un processo chimico che al confronto il premio Nobel dottor Natta risulterebbe un dilettante della materia. Ambientalisti o non, partendo da una foto con un po’ di foschia scattata in questa stagione nella bassa Val d’Enza, vogliono dimostrare il nulla. Non si può alimentare un dibattito politico fingendosi dalla parte dei lavoratori, mentre in realtà è il contrario. Di foto con la nebbia, più intensa o meno intensa, più chiara o più scura, io, amante del paesaggio, potrei mostrarne alcune centinaia, non solo lungo la Val d’Enza fino a Ramiseto, ma anche lungo la Valle del Secchia da Gatta (non sarà colpa della Panaria?) a sotto Collagna. Ci sono foto in cui dalla Sparavalle si vede emergere dalla nebbia solo la Pietra di Bismantova. I controlli sanitari ai dipendenti non li fa solo la Sadon, per fortuna sono obbligatori in tutte le fabbriche. Ci sono servizi sanitari preposti al controllo della salute pubblica, occorre avere fiducia nelle istituzioni, altrimenti non crediamo neppure nel nostro medico. Conosco le vicende della Sadon, ho seguito in anni passati gli scioperi e le preoccupazioni degli operai, mai superate del tutto. Oggi grazie alla Rondine, 80 famiglie possono fare la spesa tutti i giorni. “La nebbia a gl’irti colli, piovigginando sale”, Carducci.
(SB.)
Se fosse esclusivamente vapore acqueo sarebbe incolore e inodore e nei momenti di maggiore intensità non provocherebbe fastidi alla gola e alla respirazione, cosa che qui succede! Cari amministratori attaccati alla poltroncina e cari 4 dipendenti della fabbrica, smettetela di aggredire le persone preoccupate per la propria salute e per quella dei propri famigliari. Provate a vivere per qualche mese nelle zone dove ristagnano i fumi, poi ne riparliamo. Come sempre, gli interessi prima della salute delle persone, vero?!
(Abitante di Buvolo)
Signor “SB.”, l’analisi della “foto paesaggistica” la sta facendo lei, le persone che scrivono con preoccupazione lo fanno a ragion veduta, visto che ci abitano, sotto quella che lei definisce superficialmente “nebbia”, e sanno ben distinguere un fenomeno naturale da un’emissione industriale, visto che la respirano tutti i giorni, sentendone pesantezza e odore acre. Magari qualcuno, senza necessariamente essere Natta, qualche conoscenza degli inquinanti atmosferici delle ceramiche ce l’ha, tra cloro e metalli alcalini, ossidi di azoto, fluoro e zolfo. Lasciamo le poesie e le citazioni dei Nobel a scopo derisorio altrove, non è più tempo di messe in latino, se non altro per rispetto di chi ci rimette (o ci ha rimesso) in salute!
(G.B.)
Abito a Compiano ad 1 km dalla fabbrica. Non a 30-40. Voglio solo sapere se i fumi che escono dai comignoli e che spesso ristagnano per lungo tempo a livello dei fiumi sono nocivi oppure no, se la puzza di gomma bruciata che spesso riempie le nostre case proviene da sostanze nocive oppure no, se le polveri che si depositano sono nocive oppure no. Tutto qui. Sono domande che riguardano l’inquinamento, non l’occupazione! Domande semplici che richiedono risposte semplici! Risposte che a mio parere dovrebbero dare i sindaci di Canossa per Compiano, di Vetto per Buvolo e di Neviano degli Arduini per Cedogno. Grazie.
(Andrea Corradi)
Buongiorno, vi scrivo in quanto si sta verificando lo stesso identico problema (fumo azzurrognolo, forti odori etc.) nel paese in cui abito, vorrei sapere, a distanza di 1 anno come hanno risolto il problema… se è stato risolto. Grazie.
(Andrea Ferrari)