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Partiti i lavori sulla “zona rossa” della Pietra di Bismantova

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Sono partiti concretamente ieri mattina, martedì, dopo un lungo periodo di preparazione, i lavori per la messa in sicurezza e la prossima riapertura della “zona rossa”, l'area della Pietra di Bismantova rimasta inaccessibile a seguito del distacco di alcuni grandi blocchi di arenaria dalle pareti della rupe, avvenuto lo scorso febbraio.

L'area è quella del piazzale antistante l'antico eremo, anch'esso chiuso da allora, il punto forse più conosciuto e visitato di Bismantova, per questo la notizia dell'avvio dei lavori, e della prevista, prossima riapertura della zona rossa riveste una grande importanza per il territorio.

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Lo conferma il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Enrico Bini: “Finalmente riusciamo ad arrivare all'avvio concreto di questo intervento, la cui delicatezza e la necessità di approfondite verifiche tecniche hanno causato qualche ritardo”.

I lavori sono stati assegnati alla impresa Lusardi srl di S. Maria del Taro di Tornolo (PR), che li ha subappaltati alla ditta Idroter snc di Villa Minozzo; sono progettati e diretti dal geologo Nicolò Doglioni.

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“Andiamo così ad operare – prosegue Bini – su questa che è un'area molto importante di Bismantova, cuore della sua fruizione turistica e religiosa, iniziando dalla rimozione delle grandi rocce cadute nel febbraio 2015. Quell'evento ci ha ricordato come la Pietra sia una montagna a tutti gli effetti, e come tale, nonostante la nostra abitudine di considerarla quasi come se fosse un giardino, una estensione delle nostre case, richieda invece una certa attenzione nel frequentarla. L'obiettivo primario dei lavori è proprio la messa in sicurezza dell'area, attraverso interventi importanti in grado di consolidare i punti a rischio, individuati dopo una analisi approfondita sulla roccia, le fessurazioni che presenta, le sue caratteristiche geotecniche”.

I lavori sulla parete verranno effettuati per stralci, visto che per la messa in sicurezza complessiva si prevede un importo di circa un milione di euro: questo primo stralcio riguarda la zona di crollo sopra l’Eremo, stralcio per il quale hanno dato un contributo anche il Comitato impegnato per la cura dell'Eremo (18.000 €) e il Parco nazionale (20.000 €).

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Si andrà a ridurre il rischio nella zona attraverso disgaggi di frammenti a rischio caduta, ed il fissaggio di altri, oltre alla pulizia del piazzale dai detriti che consentirà anche di far continuare i lavori del Comitato, che da alcuni anni operava per il restauro dell’edificio di culto, fino al giorno del crollo.

L’opera complessiva di messa in sicurezza di tutta la rupe vedrà poi successivi interventi che garantiscano il minor impatto visivo possibile, limitando al massimo le demolizioni e le chiodature che saranno mascherate entro nicchie di alloggiamento opportunamente cementate con materiale proveniente dalla Pietra stessa.

Nei prossimi stralci sarà anche allestita una barriera paramassi ad elevata energia di assorbimento, con funzione di protezione provvisoria del corpo di fabbrica dell’eremo. “Su come proseguire i lavori comunque – conclude Bini – abbiamo la necessità di consultarci con i tecnici e con la Regione, perchè si tratta di un'opera che ha bisogno di essere adeguatamente sostenuta. I lavori di questo primo stralcio richiederanno circa due mesi, esclusi eventuali ritardi legati alle condizioni meteorologiche, al termine dei quali contiamo di riaprire finalmente l'ultima parte ancora chiusa della Pietra”.

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