Riceviamo e pubblichiamo.
-----
In questi giorni mi è arrivata la locandina del nuovo programma della rassegna film di qualità al Teatro Bismantova di Castelnovo ne' Monti. Ho così saputo che, andando al cinema, ogni spettatore devolve un euro alla costruzione dell'oratorio parrocchiale. Sinceramente mi sembra profondamente sbagliato. La religione (che io rispetto pur non essendo credente) appartiene alla sfera delle scelte personali. Lo Stato (quindi noi) finanzia già molteplici attività della Chiesa (stipendi ai docenti di religione, 6/8 per mille, contributi a scuole private, esenzioni varie, ecc.). Che il Teatro Bismantova, poi, con un bilancio non sempre florido, abbia trovato il modo di fare beneficenza al cardinal Bagnasco, mi sembra assurdo. Non serve dire "l'oratorio svolge attività aperte a tutti". Mi fa piacere, ma fa pur sempre parte di una scelta. Quello che non mi fa piacere è questa visione poco chiara del pubblico e del privato. In conclusione tornerei agli insegnamenti di Cristo "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio".
(Cleo Pignedoli)
-----
A noi pare, per quel che vale, che l'attività sociale - sociale, non strettamente o solo confessionale - della Parrocchia dovrebbe coerentemente essere considerata anche quando "fa" per la comunità locale. Non solo quando chiede. Che poi spesso i due aspetti si fondono (si chiede per redistribuire). Non dando cioè per scontato un aspetto (lei dice: "Mi fa piacere") e lamentando l'altro. Quanto alla visione poco chiara, forse ci sarebbe se non si dicesse in anticipo la destinazione di un euro del prezzo (di 5 €: la gestione del Teatro non perde nulla, visto che il costo solitamente è di 4 €): qui lo si dichiara apertamente prima di accedere ai film. Non è abbastanza chiaro? Ma ovviamente si tratta di punti di vista.
(red)
* * *
Aggiornamento 22 gennaio 2016
La posizione dei consiglieri Robertino Ugolotti e Daniele Valentini della lista civica "Progetto per Castelnovo ne' Monti"
Siamo venuti a conoscenza tramite questa testata giornalistica del fatto che dal 28 gennaio p.v., in occasione della rassegna cinematografica “film del giovedì”, il costo del biglietto per usufruire del servizio cinema è aumentato di 1 € e che tale rincaro sarà destinato al finanziamento dell'erigendo oratorio castelnovese. Volendo ora tralasciare tutte le inutili, seppur attraenti, “polemiche da bar” che parlano, a sproposito di cardinali, Curia, 8 per mille, misure tributarie varie o di quali altre attività benefiche che si potrebbero finanziare con tale ricavato, riteniamo comunque di non trovarci in accordo in merito a tale misura. Nonostante il nostro gruppo consiliare ponga i valori cristiani alla base del proprio operato, riteniamo profondamente scorretto questo modo di agire, in quanto tale rincaro viene imposto all'utente di un servizio pubblico senza che esso abbia facoltà di scelta. Certamente non è quell'euro in più che rende il biglietto eccessivamente esoso, ma si tratta della modalità in cui tale contributo viene somministrato; non si tratta di un'elargizione volontaria da parte del cittadino ma di una vera e propria imposizione al consumatore.
Anche io non sono d’accordo a finanziare i partiti ma… mi ritrovo costretto a farlo! In questo caso si può fare una scelta, se non si è d’accordo con il finanziamento di 1 euro non si va al cinema, mi sembra molto semplice, e la sua, cara Pignedoli, è solamente sterile polemica da bar!
(Gio.Alb)
Non essendo una assidua frequentatrice del Teatro non ho ben capito se il prezzo solito è stato aumentato o se dal solito prezzo il Teatro devolve un euro?
(Barbara)
Il prezzo del cinema è aumentato di 1 euro: da 4 euro (soliti per i film del giovedì) a 5 euro, ora.
(Francesca D.)
Meglio donare 2 € al Pd per le primarie… vero?
(Giovanni)
Io condivido invece la scelta è sarebbe bello che altre iniziative nascessero da parte di tutti: 1 euro in più in piscina o in palestra e altro a fantasia di ognuno. Ovviamente mio parere.
(Cg)
Sono credente e sottoscrivo ciò che scrive Cleo. Un euro in più devoluto, per esempio, ai servizi sociali o alle famiglie bisognose (perchè non tutte frequentano l’oratorio…) sarebbe davvero più utile. Se poi consideriamo la quantità di denaro che possiede la Chiesa (Ior, proprietà a Roma ed altro), mi domando come mai ci sia bisogno di contributi di questo tipo per costruire un oratorio.
(Francesca D.)
Sempre polemizzare, sempre, su qualsiasi scelta. Io parto dal presupposto che chiunque decida lo faccia in buona fede e per il bene comune. Diciamo, in questo caso specifico, si poteva dare la possibilità a chi frequenta e va a vedere film, di decidere, mettere le due opzioni, 4 e 5 euro, illustrando il fine benefico dell’iniziativa, stop. Mille ragioni alla Sig.ra Cleo per quanto riguarda la libera scelta, ma altrettante ragioni a chi si adopera in prima persona e con impegno a contribuire, fare, nel sociale, soprattutto nelle nostre zone. Buona visione e… una mano al cuore e una al… vil denaro.
(Luca)
L’osservazione di Cleo Pignedoli mi pare ineccepibile: quali altre attività benefiche si potrebbero finanziare? Alcune sono già state citate, ma se ne potrebbero citare tante altre (attrezzature per asili, sostegno al reinserimento di persone disagiate, scolarizzazione maggiore per gli immigrati,ecc. ecc.). Ma una cosa è certa, in Italia: un fiume di soldi passa dalle tasche degli italiani a quelle della Chiesa Cattolica, anche contro la volontà dei cittadini. Io, per esempio, da non credente, sono costretto a finanziare gli insegnanti di religione (che i miei nipoti non frequentano), la quota dell’8% se mi scordo di fare la destinazione allo Stato (che poi a sua volta le destina ugualmente a finanziare strutture religiose) e di tutti quelli che non danno nessuna indicazione (che sono la metà dei contribuenti), le scuole cattoliche con i contributi comunali e statali, le chiese attraverso gli oneri di urbanizzazione. Può darsi che mi sia scordato qualcosa. Ma in compenso la chiesa si impegna assiduamente per negare i diritti civili, non per i suoi fedeli, come dovrebbe, ma per tutti i cittadini. Se con un euro in meno vanno anche solo 1000 persone in più al cinema in un anno sarebbe un bel successo piuttosto che istupidendosi, spesso, davanti alla tv.
(Loris da Febbio)
L’oratorio è della chiesa ma costruito per tutti. Uno credente o non credente può però pensare che in una struttura del genere un bambino può ricevere un’educazione migliore che lasciarlo davanti alla tv o a spasso per i bar. Per questo sì lo consideriamo un bene di tutti o per tutti è anche giusto che tutti contribuiscano…
(Cg)
Ritengo che sarebbe stato opportuno mettere le due opzioni. La solidarietà, proprio perchè tale, deve essere una scelta personale.
(Monja)
Concordo pienamente con l’opinione qui espressa da Cleo.
(Alina)
Sarebbe cosa buona anche conoscere i termini della discussione (illustrati più volte in pubbliche assemblee da parte della Parrocchia):
1) l’euro del cinema non va a Bagnasco (la Cei ha stanziato anzi oltre 1,2 milioni di euro per questo oratorio) ma ad un insieme di parrocchie del circondario di Castelnovo;
2) i beni delle parrocchie sono “dell’istituzione locale”, non c’entra né la Diocesi (che ha funzione di controllo) né tantomeno Roma, per cui questo oratorio (come le chiese e le strutture annesse) sono delle comunità castelnovesi che sono chiamate a farsi carico anche delle relative spese;
3) le attività che svolge la Parrocchia sono frequentate (e utilizzate) da persone di estrazione molto variegata (credenti e non, chi va a messa e chi no, di tutti i ceti sociali, razze o religioni). Non si fa nessun proselitismo e, credo sia innegabile, molte iniziative sono di supporto e crescita culturale al di là dell’aspetto religioso;
4) il discorso dell’euro in più è già stato fatto (secondo me giustamente) anche per altre iniziative sociali per cui chiunque può obiettare anche in quel caso l’inopportunità. Può essere infatti imputato al Comune, alla Regione o allo Stato il costo per l’acquisto di alimenti per persone bisognose (e non a chi va al cinema).
Per concludere, pur rispettando i pareri emersi, credo sia molto più utile e proficuo per noi e per i nostri figli cercare di dare impulsi positivi e propositivi alle varie iniziative che vengono avanti nella nostra comunità, ben sapendo che è sempre più difficile riuscire a creare impegno e partecipazione. Mi piacerebbe molto che emergessero invece, anche su Redacon, idee e proposte (da parte di tutti ovviamente) su come gestire, utilizzare e sfruttare questo nuovo oratorio che ormai è in dirittura di arrivo.
(Domenico Dolci)
Bravo Domenico!
(Mattia Casotti)
Credente o non credente, credo che la struttura dell’oratorio e le attività in esso siano utili a tutti i nostri ragazzi della montagna, figli e nipoti. Molto più utili ai nostri ragazzi che al cardinale Bagnasco. Capisco perchè le cose in Italia facciano fatica a cambiare in meglio.
(Patrizia Croci)
Questa iniziativa contestata solo perchè coinvolge l’oratorio mi pare inopportuna e superficiale. Nei mesi scorsi è già stata proposta, nel medesimo modo, a favore di associazioni benefiche locali ed io ho aderito ben volentieri e ben volentieri lo faccio anche per l’oratorio. Concordo pienamente quanto scritto da Domenico Dolci.
(AL)
Intervengo a nome del “Comitato per la costruzione del nuovo Oratorio” per esprimere un sincero rammarico per le parole espresse da molte persone e anche da chi in modo più “istituzionale” storicamente si ispira a valori cristiani. Senza voler fare polemica nei confronti di nessuno invito solamente a fare una riflessione. Non sono molto lontani i tempi (2009 se non ricordo male) in cui nel nostro paese veniva siglato il “Patto per una comunità educante” a seguito di numerosi fatti che avevano sicuramente fatto scalpore e sfatato il mito che certe cose da noi non succedono. Gli attori di questa iniziativa erano molti, a partire dal Comune, le associazioni di volontariato, la Chiesa, le forze dell’ordine, ecc. Che fine ha fatto tutto ciò? Non se ne sente più parlare forse perchè abbiamo risolto tutti i problemi? Purtroppo non credo. Credo invece che il nuovo oratorio possa dare una risposta molto importante in quella direzione e svolgere un servizio prezioso alla nostra comunità perchè vuole essere il luogo dove la parola chiave sia accoglienza… nei confronti di chi la pensa in modo diverso, di chi viene da altri paesi, di chi si trova in difficoltà di vario genere e soprattutto vuole e deve diventare un’alternativa “diversa” per i giovani della montagna. Allora mi rincresce constatare che la richiesta di 1 euro diventi il pretesto per considerazioni e prese di posizione ideologiche di “bassa lega” e si perda di vista il beneficio enorme che ne può trarre la nostra comunità intera. Ringrazio il Teatro Bismantova per questa iniziativa nata spontaneamente e spero che si inizi a ragionare tutti per il bene comune.
(Gianni Casoni)
L’iniziativa ci sta e l’oratorio è sicuramente una risorsa per i nostri ragazzi. Non vedo corretta l’imposizione. La donazione deve essere scelta, ma dire aumentiamo per donare mi sembra un imposizione a tutte le persone che vanno al cinema. Basterebbe lasciare la scelta all’acquisto del biglietto. Lo vedo più corretto verso tutti.
(Barbara)
Sono contenta di aver suscitato questa discussione (se al bar si parla di laicità delle istituzioni, ben vengano le discussioni da bar). È ovvio che usare il nome di Bagnasco era una esagerazione, ma serviva a rafforzare il concetto. Devo dire che la mia polemica da bar era più rivolta al Comune che organizza la rassegna, che all’oratorio. Anche introdurre due biglietti diversi non mi pare opportuno. Per quale motivo un ente pubblico dovrebbe fare le collette per la parrocchia o per chicchessia? Ognuno di noi può decidere di devolvere ,per far del bene, la cifra che desidera a chi crede, senza esservi obbligato..
(Cleo Pignedoli)
Tra i sostenitori dell’iniziativa, un commento invita ad avanzare idee e proposte “su come gestire, utilizzare e sfruttare questo nuovo oratorio che ormai è in dirittura di arrivo”, mentre da altro commento si deduce che vi sono già previsioni abbastanza precise circa il suo utilizzo, dal momento che sarà dedicato all’accoglienza… “nei confronti di chi la pensa in modo diverso, di chi viene da altri paesi, di chi si trova in difficoltà di vario genere” e diventerà inoltre “un’alternativa diversa per i giovani della montagna”. Va da sé che i suggerimenti possono tornare sempre utili, anche perché in corso d’opera possono nascere o delinearsi nuovi propositi, ma riesce difficile pensare che quando è stata progettata la struttura non si sia prefigurato come utilizzare i suoi diversi spazi, ambienti e locali, quantomeno la loro maggior parte, o in che modo organizzare l’accoglienza nei sopraddetti termini, almeno come ipotesi di massima, e sarebbe forse opportuno che tale “programma” fosse fatto conoscere e divulgato. Mi permetto di dirlo perché se detto “programma” riscuotesse condivisione pure da chi oggi non né è al corrente, potrebbe verosimilmente trovare forme di sostegno economico diverse rispetto a quella qui in discussione – immaginando ad esempio che possa esservi un conto bancario o postale per eventuali versamenti – e anche da parte di chi, per motivi vari, non è solito frequentare il Teatro di Castelnovo ne’ Monti. Quanto alla iniziativa di devolvere l’euro in più applicato al costo del biglietto, indipendentemente dal fatto che la si approvi o meno, va messo a mio avviso in conto, ed accettato, che qualcuno possa dissociarsi o nutrire una qualche riserva, anche di natura non ideologica, e possa semmai appellarsi al principio di tener distinta la sfera religiosa-parrocchiale da quella civica, e abbia altresì il diritto di esprimere la sua opinione senza vederla etichettata, o bacchettata, come “inopportuna e superficiale”, ma piuttosto confutata e controbattuta con altre ed opposte argomentazioni, altrettanto legittime.
(P.B., 23.01.2016)
Con tutto il rispetto per Redacon (e per l’importante ruolo di comunicazione e informazione che ha svolto e svolge tuttora), credo che l’argomento (o gli argomenti?) in questione meriterebbero discussioni e approfondimenti in incontri pubblici dove si riesce ad argomentare con più chiarezza e ci si guarda “nelle balotte degli occhi”. Voglio solo precisare due aspetti (e poi non intervengo più):
1) non c’è divergenza tra quello che dico io e quello che scrive Gianni Casoni: certamente ci sono cose già programmate (vedi aule di catechismo) e con destinazione specifica, ma la parola “accoglienza” che cita Gianni vuole proprio essere un invito a svolgere diverse iniziative negli spazi disponibili (ci sarà un capiente salone), da concordare ovviamente con la Parrocchia che dovrà gestire la struttura;
2) non riesco a capire (senza polemica) perché questo problema viene fuori adesso che c’è di mezzo la Parrocchia, quando è già stato utilizzato e sperimentato lo scorso anno (giustamente) per un’altra iniziativa. Se è volontariato “laico” è accettabile e non lo è se riguarda la sfera parrocchiale? Considerando sempre che si tratta di iniziative a favore dell’ambito sociale-comunitario.
(Domenico Dolci)
Se chi fa polemica non capisce la finalità socio-culturale educativa di credenti e non che avrà l’oratorio, tanto vale….
(Cg)
A me la posizione della scrivente sembra quella della contrapposizione socialisti-cattolici di inizio novecento. Forse siamo rimasti là…
(Marco F.)
Io personalmente ringrazio il Comune di Castelnovo ne’ Monti, il Teatro Bismantova, l’Oratorio Don Bosco per questa iniziativa e opportunità che mi date.
(Giovanna Lombardi)
In un certo senso mi viene da ridere: passiamo ore a lamentarci del fatto che il nostro territorio è fermo a quarant’anni fa, poi se si fa un’iniziativa per dare una struttura moderna e accogliente ai nostri ragazzi facciamo polemiche per i metodi di raccolta fondi. Tengo a sottolineare che nessuno è obbligato ad andare al cinema, quindi non si tratta di “versamento forzato”. Come al solito l’unico modo per non avere critiche è quello di non fare niente… La pretesa è sempre quella di avere tutto, basta che sia fatto da altri. Ma dove si vuole arrivare con questa mentalità?
(C.R)
Io invece concordo in pieno con gli interventi della prof. Pignedoli. Se io voglio andare a teatro non vedo perchè devo donare 1 euro alla Chiesa, non ne vedo il motivo. Come scrive giustamente la mia ex prof. “La religione […] appartiene alla sfera delle scelte personali”. “Ognuno di noi può decidere di devolvere, per far del bene, la cifra che desidera a chi crede, senza esservi obbligato”. Io sinceramente non voglio dare nessun contributo che sia per l’oratorio o la Chiesa (nel complesso) e trovo assurdo il fare un’offerta obbligatoria (qualcosa non torna, o sbaglio?) se voglio andare a teatro. Ovviamente nel massimo rispetto per i credenti e le istituzioni religiose, in cui io (come potete ben capire) non credo. Se uno crede nel progetto farà una donazione volontaria per conto suo (cosa che ribadisco in non farò e voglio essere libero di non farla e di andare a teatro quando ho tempo e voglia). Chi non vuole non la farà, ma deve essere libero di andare a teatro (o anche il teatro è un’istituzione religiosa a Castelnovo?). Le donazioni devono essere volontarie e non obbligatorie in cambio di un servizio.
(FD)
L’unica domanda che mi pongo è: perchè fare un oratorio il cui costo supera il budget? A prescindere dalla laicità delle istituzioni, qua si tratta di buonsenso. Io non vado a comprarmi una Ferrari se posso permettermi una Panda. Senza poi contare che è un’opera faraonica, con costi di gestione che rasenteranno l’incredibile e alla fine per cosa… per quei 30 ragazzi (nelle serate buone, eh!) che vanno a fare i gruppi al venerdì sera? Per i pranzi domenicali? Sinceramente bastava qualcosa di più modesto. Il fatto che poi sia un “ecomostro” di certo non mi spinge a devolvere alcuna cifra. Non voglio questa responsabilità.
(Elena C.)
Mi rifaccio alla frase “tengo a sottolineare che nessuno è obbligato ad andare al cinema, quindi non si tratta di versamento forzato”: penso che in questa affermazione ci sia una buona dose di prevaricazione, perché il cinema è un’opportunità che viene offerta, ma in questo caso con un un obbligo che è legittimo non condividere. Il problema sollevato dalla prof. Pignedoli non può essere visto solo come una mera presa di posizione anti oratorio, non ci sono i buoni e i cattivi, ci sono persone che affermano il diritto di avvalersi di un servizio che viene loro offerto (il cinema) e di un’opportunità (la donazione) che deve essere una libera scelta individuale e come tale non può essere imposta. Questo a prescindere dalle associazioni di volontariato che si vogliono sostenere. Chi lo stabilisce che io non posso andare al cinema se non voglio donare l’euro per l’oratorio?
(C.)
Ecco servita la tassa di scopo.
(Partigiana Jane)
Uno dei commenti parla di “opera faraonica, con costi di gestione che rasenteranno l’incredibile” e questo lascia intendere che si tratti quantomeno di un immobile piuttosto grande, così da apparire sproporzionato “per quei 30 ragazzi che vanno a fare i gruppi al venerdì sera”, come leggiamo sempre nel commento. Mettendo insieme i diversi elementi, e se in effetti la dimensione della struttura fosse consistente, verrebbe spontaneo domandarsi se non sia stata concepita per farvi confluire mano a mano l’attività che oggi si svolge nei vari oratori della nostra montagna, una ipotesi che può essere del tutto infondata e fantasiosa, ma il solo supporla fa preoccupare chi ritiene invece importante, se non indispensabile, che questi punti di aggregazione restino distribuiti sul territorio. Una preoccupazione più che legittima e comprensibile, che non può tuttavia ignorare la perdurante “crisi della vocazioni”, verosimile causa della progressiva aggregazione delle parrocchie, e tutto lascia attualmente presagire che il fenomeno possa acuirsi ulteriormente, a meno di imprevedibili inversioni di tendenza. Non è da oggi che viene incoraggiato il coinvolgimento dei “laici” nella vita delle parrocchie, ma pur con tutto il loro impegno e dedizione riesce difficile immaginare che possano sostituire il sacerdote, anche il ragione del suo ruolo e delle funzioni che solo egli può svolgere, e se ogni nostra comunità volesse avere come guida spirituale un proprio presbitero – alla stregua di un tempo, pur se quel passato non è realisticamente più proponibile per un insieme di motivi – bisognerebbe forse pensare anche alla figura del “prete sposato” (uso questo termine perché ognuno ne conosce il significato). Lo dico in ogni caso sottovoce per la grande delicatezza della materia e sapendo che vi sono opinioni decisamente contrarie a una tale eventualità, e mi scuso altresì se posso essere andato fuori tema, peraltro dilungandomi fors’anche troppo, ma mi sembra che la portata dell’argomento meriti una riflessione anche un poco più allargata.
(P.B.)
Argomento spinoso. Sono cristiano praticante ed apprezzo che le istituzioni si accorgano dell’importanza di un oratorio. Al contempo avrei preferito che fosse stato il teatro a privarsi di quell’euro, dandolo per la costruzione di un punto che può, e deve essere, il fulcro di un mondo fatto di accettazione ed accoglienza. Da ultimo mi spiace che si usi un qualcosa che coinvolge la sfera personale per fare polemica sulla Chiesa, i finanziamenti che prende, ecc. Se fossero pubblicati tutti i finanziamenti che… Chiedo scusa se il mio intervento offenderà chi si sentirà chiamato in causa perchè i finanziamenti li ha presi.
(AAA)