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I sogni di Aristide e piccoli fioretti nella “Casa de los niños”

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Dopo mesi di attesa, riesco a pubblicare un video realizzato quasi un anno fa da uno studio televisivo boliviano. Il linguaggio dei sogni è universale e, nonostante le limitazioni proprie delle immagini e dei suoni, sono sicuro che ognuno di voi saprà raccogliere il segreto che si nasconde tra le case e le persone dell’Associazione “Casa de los Ninos”. Un ringraziamento allo sforzo sovrumano fatto da alcuni giovani e volontari della fondazione che hanno dovuto imparare l’italiano in poche ore! Buona visione!

 

Venerdì, 8 gennaio 2016

All’inizio di questo nuovo anno mi suggerisce un pensiero la frase finale di un altro filmetto che ho appena visto. Nel film, a una bimba gli appare Dio in forma di un signore di una certa età, un signore senza barba e con gli occhialoni neri. E Dio gli appare per chiedere il suo aiuto perché sembra che nel mondo gli uomini, gli adulti, si siano proprio dimenticati di Dio: Dio non interessa più a nessuno. E così, Dio invita questa bimba a dargli una mano magari inventando una frase, uno slogan da diffondere a tutti con la speranza che il ricordo di Dio possa far breccia nuovamente tra gli uomini. La frase che la bimba inventa insieme ai suoi compagni di scuola è semplicissima: “Pensa in Dio”. Ma in poco tempo, questa frase si diffonde in tutta la città e nei dintorni. A Dio piace questa frase e piace soprattutto l’innocenza di questi bambini. E torna Dio a farsi vedere per ringraziare la sua piccola amica e per salutarla per l’ultima volta. E il dialogo finale tra i due è questo: “Te ne vai, Dio, perché tu non hai bisogno di aiuto”. “No, anche Dio ha bisogno di aiuto. Dio ha bisogno di tutti”.

Dio ha bisogno di tutti! Una frase che fa pensare e che racchiude una grande verità.

Si tratta solamente di un filmetto senza grandi pretese, credo abbastanza sconosciuto, del 1980.

Però mi ha aiutato a riflettere che anche noi, dalla nostra casa, siamo continuamente sollecitati ad aiutare tanta gente che ogni giorno bussa alla nostra porta, e spesso riusciamo a farlo, e riusciamo a farlo perché siamo tanto aiutati, siamo aiutati da tanti. Sembra una frase semplicistica, ovvia. Lo è, ma racchiude un segreto. Me lo diceva ieri Luciana per telefono: “Io continuo a lavorare perché credo, credo in quello che si fa lì (nella casa) e in quello che facciamo insieme qui”.

Abbiamo ricevuto tanto, in questi anni, ed anche in questi ultimi mesi. Abbiamo dato sempre tutto senza fare grandi calcoli. E non ci è mai mancato niente.

L’altro giorno avevamo solo 20 boliviani in casa, circa 3 euro, e il conto in banca temporaneamente era vuoto. Mentre ero fuori per sbrigare pratiche di adozione per uno dei nostri bimbi piccoli, mi chiamano al cellulare. Una signora vuole parlarmi. Ha una cifra da lasciare e vuole essere sicura di poterla lasciare nelle mani delle persone che sono rimaste in casa. La rassicuro. Quando torno a casa trovo 2.000 boliviani. Con questi soldini stiamo andando avanti in questi giorni, condividendo questa somma anche con chi viene a chiederci aiuto.

Quando la Ministro della Sanità, il mese scorso, ci diede questo riconoscimento pubblico per il servizio del nostro Centro con le famiglie ammalate di Aids, la notizia si seppe attraverso i giornali e la televisione. Alcuni giorni dopo, una signora ci chiama per telefono e vuole vedermi in una gelateria del Centro. Vado senza sapere né il nome della signora né la sua fisionomia. E non ho chiesto neppure il suo numero di cellulare per riconoscerla. Aspetto un po’, titubante per alcuni minuti, ma poi si avvicina, riconoscendo il logo affisso sul nostro pulmino, una signora con un cofanetto in mano. Me lo consegna, mi saluta –la ringrazio- e se ne va, senza neanche dire il suo nome. Facciamo fatica ad aprirlo perché la signora non ha avuto il tempo di dirci la combinazione. Ma poi ci riusciamo. Dentro ci sono 1.000 dollari. Sono tanti e rimaniamo stupiti ma subito capiamo che serviranno per le nostre bimbe ammalate.

Prima di Natale, i ragazzi di una scuola (benestante) ci hanno regalato 40 materassi nuovi insieme ad un sacco di altre cose. Li abbiamo distribuiti in un attimo tra le nostre famiglie più bisognose. Magari sarebbe stato utile tenerlo un paio anche nella nostra casa, qualcuno mi ha suggerito, con tanta gente che ci gironzola. Il giorno dopo, viene un gruppo di persone sconosciute e ci dona 8 materassi con altrettanti bei lettini nuovi.

Sempre prima del Natale ci sono stati donati litri di olio in quantità industriali. Quasi 700 litri. C’è voluto un po’ di tempo per distribuirli quasi tutti. Ne abbiamo tenuto una scorta per la cucina in previsione dei 1300 pranzi che realizziamo a Natale. Ma il giorno dopo Natale è finito l’olio in casa. La sera, appare senza avvisarci un signore che tra altre cose ci dona un bidoncino da 5 litri di olio che subito abbiamo usato per la preparazione del pranzo con i ragazzi di strada il giorno seguente. Non passa più di un giorno e un’altra famiglia sconosciuta bussa alla nostra porta. Ha un sacco di cose da regalarci: 20 litri di olio, 50 chili di riso e 50 chili di zucchero. Non dureranno per molto tempo nella nostra dispensa...

Latte e pannolini sono un’altra grande necessità per la nostra casa ed anche per le famiglie prolifiche della nostra cittadella che ci aiutano nell’accoglienza e nella cura dei nostri bimbi piccoli e ammalati.

Quasi ogni giorno assistiamo a una processione di mamme che vengono a chiedere pannolini e latte.

Finiscono presto i pannolini (che costano cari!), ma c’è un giovane signore che viene ogni settimana, con la sua moto, e ci lascia un pacchetto di pannolini, di quelli buoni. Viene, lascia, e se ne va. Chi sarà questo giovane? Nessuno glielo ha mai chiesto e noi continuiamo ad ignorare il suo nome. Finisce anche il latte, ma poi vado in deposito e mi trovo un sacco da 25 chili di latte in polvere. Chi l’ha lasciato? Nessuno qui si ricorda bene. E mi rendo conto che non c’è solo il latte in polvere ma anche il cioccolato in polvere per il latte: oltre 50 chili!

Prima di Natale, avevamo ricevuto oltre 500 chili di pasta per una speciale donazione di una Istituzione dello Stato. Il giorno di Natale li abbiamo distribuiti tutti tra i nostri ospiti, soprattutto tra le famiglie amiche che vivono nei paesini poveri dell’altipiano.

Passa un giorno e riceviamo di nuovo, da persone anonime, 100 chili di pasta.

Da quando le nostre mamme fanno il pane, non manca mai la farina in dispensa. E non compriamo mai farina.
Da quando le nostre mamme fanno da mangiare per guadagnare qualcosina in più, una persona anonima ci regala ogni settimana 200 chili di patate, si tratta di patate piccoline, ma servono lo stesso.

Per non dire che nei giorni scorsi ci è stata regalata una macchina, sì proprio una macchina, un macchinone antico, un Ford anno 2000, ma serve lo stesso perché dentro ci stanno una ventina di bambini. Non l’abbiamo ancora provata, ma credo che i bimbi ne saranno contenti perché ha pure il video e così in macchina i nostri piccoli furfanti potranno vedere la tele quando andremo in giro. Che sorpresa per loro quando se ne renderanno conto! Ovvio che anche questa macchina non sarà solo per noi ma per tutti quanti ne avranno bisogno.

...

Sono piccoli fioretti, innocenti, come i nostri bimbi, non certo come noi che non ci meritiamo tanta fiducia.

... Faccio una pausa e vado a messa, come tutte le mattine, alle 6 e mezza.

Il vangelo di oggi parla della moltiplicazione dei pani. Devo ammettere che mi emoziono un po’ al ripensare a quanto ho scritto sopra e a quanto ho appena ascoltato nel Vangelo di oggi. Mi soffermo soprattutto sulla frase: “Dopo aver rivolto lo sguardo al Cielo...”.

Dopo aver rivolto lo sguardo al Cielo... Anch'io rivolgo lo sguardo al cielo e la mente va indietro e allora voglio proprio dedicare le righe che ho scritto soprattutto a Luciana e Fausto, suo figlio e ognuno di quanti sono venuti qui o che ci hanno conosciuto attraverso questo mezzo o per altri contatti. Sono passati tanti anni da quando ci siamo conosciuti. Tutto è nato da questi nostri incontri.

Sono successe tante cose da allora e ognuno le ha vissute secondo il suo spirito.

Io credo che lo spirito dei nostri incontri è rimasto intatto ed io ne godo ogni giorno i frutti: tutto abbiamo ricevuto gratis e tutto condividiamo gratuitamente.

Mi viene da dire che anche noi abbiamo bisogno di tutti.

Se possiamo aiutare tanti è perché abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e godiamo della generosità e simpatia di tanti. Sinora, non ci sono mai mancati questo aiuto e questa fiducia. Si tratta di un bel regalo!

E allora: grazie davvero a tutti/e

Con la speranza che il nostro sguardo comune possa continuare ad essere rivolto al Cielo: Buon anno!

... al terminare questo scritto, troppo lungo!, mi sono ricordato di un altro piccolo episodio. Il giorno di Natale abbiamo distribuito giocattoli soprattutto ai bimbi dell’altipiano. Un bimbo e’ rimasto senza e allora sono andato alla ricerca di un giochetto tra quelli regalati ai bimbi della nostra casa. Ho trovato un camioncino con pala e secchielli per la terra e la sabbia. E l’ho regalato al bimbo senza chiedere il permesso in casa. Quando si è saputo, qualcuno e’ rimasto male. Allora, il giorno seguente sono andato al mercato a cercare quello stesso giocattolo, ma per la fretta non sono riuscito a trovarlo. Sconsolato sono rientrato a casa. Appena apro la porta, la stessa persona delusa il giorno anteriore dal mio atteggiamento troppo eccessivo mi e’ venuta incontro piena di entusiasmo per raccontarmi una novità del momento: “E’ appena arrivata una signora e ci ha regalato una scatola piena di quegli stessi camioncini, uguali, uguali, uguali: incredibile!”. Si’, quasi incredibile!...

3 COMMENTS

  1. E’ bello sapere che spesso, dove non arrivano gli uomini, arriva la Divina Provvidenza. Grazie Aristide per le continue “iniezioni” di Fede e di Speranza che ci trasmetti dall’altro capo del mondo e grazie per quello che fai: al tuo cospetto mi sento piccolo piccolo…

    (Ivano Pioppi)

    • Firma - Ivano Pioppi