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Commemorazione dell’eccidio di Gatta domenica 10 gennaio

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Le associazioni partigiane e dei deportati, in collaborazione con i comuni di Castelnovo ne' Monti e Villa Minozzo e l’Unione dei comuni dell’Appennino reggiano organizzano per domenica 10 gennaio prossimo la commemorazione del 71° anniversario dell’eccidio dei partigiani del distaccamento “Pigoni” della 26ma Brigata Garibaldi, avvenuto a Gatta l’8 gennaio del 1945.

Il programma prevede alle ore 9,30 la celebrazione della Messa a suffragio dei caduti e la benedizione nella chiesa parrocchiale di Gatta. Alle 10 il saluto del sindaco di Villa Minozzo, Luigi Fiocchi. Alle 10,45 la commemorazione ufficiale a cura del dirigente scolastico Paola Bacci insieme agli studenti dell’Istituto superiore "Cattaneo–Dall’Aglio" di Castelnovo ne' Monti. Alle 11,30 ci sarà il corteo per Villa Marta, dove avvenne l’eccidio, e la deposizione di corone al monumento di Gatta e al cippo di S. Bartolomeo.

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All’inizio di gennaio del 1945 era stato istituito dai partigiani un servizio di vigilanza al ponte della Gatta, situato in una stalla ed affidato ad una squadra del distaccamento “Pigoni” della 26.ma Brigata Garibaldi. L’8 gennaio 1945 i tedeschi arrivarono all’alba tra le case di Gatta, mimetizzati con lenzuola per non farsi riconoscere. Bruno Manlio "Costantino", sabotatore paracadutato da un aereo alleato, e la staffetta del comando unico Ruggero Silvestri “Jena” (18 anni) di Lucca furono catturati dai tedeschi in una casa di Gatta, torturati e uccisi.

I nazifascisti procedettero lungo il Secchia per risalire sulla sponda opposta, a monte di Villa Marta e di S. Bartolomeo, per cogliere alle spalle i partigiani. Fucilarono Sergio Stranieri “Randa” (21 anni) di Villa Ospizio, operaio alle Reggiane, partigiano da soli 9 giorni, e Vasco Madini “Fulmine” (18 anni) di Carpineti, il quale prima di cadere riuscì a sparare un colpo di fucile per cercare di avvertire gli altri dell’incursione. Altri partigiani furono catturati, torturati e uccisi tra San Bartolomeo e Gatta, i corpi buttati tra le mura di Villa Marta: tra loro Aldo Bagni “Nerone” (21 anni) di San Maurizio e Angelo Masini “Tonino” (21 anni) di Mancasale, entrambi operai alle Reggiane; Arturo Roteglia “Ellas” di Reggio (25 anni), Aristide Sberveglieri "Tallin" di San Martino in Rio (22 anni) e Armando Ganapini “Lazzarino” di Felina (17 anni). Carlo Pignedoli "Mitra" (23 anni ) di Carpineti e Gino Ganapini "Leone" (19 anni) di Felina furono catturati e fucilati a Ciano il 26 gennaio 1945 dopo 17 giorni di torture.