In questo anno 2016 anche Castelnovo ne’ Monti farà parte del percorso di Istoreco intitolato “Pietre d’inciampo”, ovvero la realizzazione e la posa di piccoli monumenti creati per ricordare persone che sono morte a causa della persecuzione nazifascista, nei loro paesi come nei campi di prigionia e sterminio. Il progetto viene realizzato a Castelnovo a cura di Istoreco, degli studenti dell’Istituto comprensivo del capoluogo montano, degli istituti superiori “Cattaneo-Dall’Aglio” e “N. Mandela”, dei familiari delle vittime, del Comune ed in particolare dell’assessorato alla cultura.
Il progetto è partito un anno fa a Reggio e Correggio ed a Castelnovo ricorderà i tanti montanari deportati a Kahla, durissimo campo di prigionia e lavoro coatto nella regione tedesca della Turingia da cui molti non fecero ritorno. Ne verranno omaggiati quattro, Inello Bezzi, Ugolino Simonazzi, Ermete Zuccolini e Francesco Toschi.
Una “Pietra d’inciampo” è una piccola targa in ottone cubica, 10 cm. per 10 cm., che viene messa sull’asfalto o sul selciato davanti alle case in cui le persone morte a causa del nazismo hanno vissuto liberamente per l’ultima volta. È un’idea nata a Colonia nel 1995 grazie all’artista tedesco Gunther Demning ed ora diffusa in 17 paesi europei, fra cui l’Italia. In totale sono state posate oltre 45mila pietre. In Italia se ne trovano molte a Roma, Genova, Livorno, Prato e, dal gennaio 2015, per la prima volta anche a Reggio Emilia, dedicate a dieci reggiani, donne e uomini deportati a Auschwitz-Birkenau, dove sono stati uccisi poche ore dopo il loro arrivo.
“Le ‘Pietre d’inciampo’ – spiega l’assessore alla cultura di Castelnovo, Emanuele Ferrari – sottolineano il carattere capillare della deportazione, il legame di tutte le nostre città con i campi nazisti di concentramento e di sterminio, svelano spesso una collaborazione da parte dei fascisti locali e soprattutto danno nome e luogo ad una persona. Ritorna la vita che prima dell’assassinio c’era”.
Tra le vittime ricordate con le “Pietre d’inciampo” c’è chi fu catturato e deportato, ma anche chi morì durante la fuga, in clandestinità, solo perché non poteva più procurarsi le medicine che doveva prendere quotidianamente. A Castelnovo il progetto prevede due momenti: sabato 9 gennaio, alle ore 10, la narrazione delle vicende dei terribili giorni delle deportazioni, con ritrovo davanti alla casa di Inello Bezzi, in via U. Monti, 9; poi, a seguire, davanti a casa di Ugolino Simonazzi, in via Roma, 80, alla casa di Ermete Zuccolini, in vicolo Costole, 2, e davanti alla casa di Francesco Toschi, in via I Maggio, 2. Poi il ritrovo al Teatro Bismantova, dove tutti i prigionieri dell’Appennino arrestati durante diversi giorni di rastrellamenti furono concentrati nell’ottobre del 1944. Qui eseguirà alcuni brani Simona Guerini alla viola.
Le nuove pietre verranno posate mercoledì 13 gennaio, dalle 14,30, dallo stesso Gunther Demning, davanti alle abitazioni di Inello Bezzi, Ugolino Simonazzi, Ermete Zuccolini e Francesco Toschi, che da Kahla non fecero ritorno. Nei mesi scorsi è stato effettuato un percorso di ricerca assieme alle scuole superiori “Cattaneo–Dall’Aglio” e “N. Mandela” e alla terza media dell’Istituto comprensivo, che a dicembre sono stati a visitare Kahla, completando il percorso dei deportati con la visita ai luoghi.
Bellissima iniziativa prima per il lavoro di ricerca fatto dalle scuole, poi per cercare di “rinfrescare” la memoria “corta” degli italiani. Io sono di Correggio.
(Mirca Riccò)
Bellissima e lodevole iniziativa, ma vorrei ricordare che, da studi compiuti dalla Prof.ssa Cleonice Pignedoli in collaborazione anche con Istoreco, i deportati a Kahla di Castelnovo ne’ Monti che non hanno fatto ritorno sono sette: Inello Bezzi, Roberto Carlini, Anselmo Guidi, Renato Guidi, Pierino Ruffini, Francesco Toschi, Ermete Zuccolini. Questi sono i nomi riportati sulla lapide nel cimitero della cittadina della Turingia; voglio sperare che ci si ricordi di tutti, non solamente di una parte.
(Ester Fioroni)
Cosa vuol dire solo da una parte? L’iniziativa sarà in due fasi per esigenze organizzative, con gli altri due comuni le alte persone che non vengono ricordate ora lo saranno il prossimo anno. Grazie per la segnalazione.
(Enrico Bini)