Il quadro meteorologico, sostanzialmente bloccato da settimane, è a un punto di svolta. Anche a causa delle ripercussioni sulla qualità dell’aria che si respira in pianura, abbiamo imparato a conoscere bene la situazione che ci ha accompagnato per tanto tempo: alta pressione radicata sul Mediterraneo, il che significa zero precipitazioni, zero vento (ad eccezione di brezze locali insignificanti), nebbia e cielo coperto in pianura, mentre in Appennino splende il sole.
Non si tratta, però, di qualcosa di inaspettato, perché tale evoluzione (dominio dell'alta pressione in sede mediterranea, temperature sopra la media e precipitazioni inferiori alla norma) rispecchia fedelmente quanto previsto dalle nostre proiezioni stagionali per questa prima fase dell'inverno 2015-2016.
La nebbia in pianura vista dalla webcam dei colli di Borzano
Dal satellite, nebbia e smog in Pianura Padana
Vediamo ora come si concretizzerà il cambiamento sopra anticipato. A livello di circolazione atmosferica, grandi manovre si verificheranno fra martedì 29 e giovedì 31: l’alta pressione si rafforzerà sulla Scandinavia e sulla Russia europea, favorendo lo scorrimento, lungo il bordo orientale dell’anticiclone, di gelida aria artica continentale, che raggiungerà i Balcani. Qui si registrerà un drastico calo termico; sul nord Italia, per quanto attenuato, il calo delle temperature in quota sarà comunque nell’ordine dei 10°C in 48 ore.
In seguito, nel primo fine settimana di gennaio, una perturbazione atlantica raggiungerà il nord Italia: aria più mite e umida scorrerà su quella più fredda presente in pianura padana. Ad oggi si prevedono possibili precipitazioni, nevose anche sulla pianura (evoluzione da confermare, vi consigliamo di seguire gli aggiornamenti meteo quotidiani).
Domenica 3 gennaio 2016, ore 1.00: aria umida di origine atlantica scorre sul cuscino freddo preesistente in pianura padana (dati Ensembles ECMWF - rielaborazione ReggioEmiliaMeteo)Nei giorni seguenti, dopo una temporaneo miglioramento, il flusso atlantico dovrebbe prendere il sopravvento, con ulteriori precipitazioni, ma con quota neve in graduale aumento.
Per ciò che riguarda il lungo termine – orizzonte per il quale è lecito tracciare solo linee di tendenza generali - il modello di previsione mensile sviluppato all’ISAC-CNR di Bologna propone, a partire da metà di gennaio, un aumento della pressione in area polare e sull’Atlantico settentrionale. Se tale proiezione fosse confermata, si aprirebbe una fase caratterizzata da frequenti avvezioni fredde in ambito mediterraneo, con possibile interessamento della nostra regione.
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