Nella chiesa di Pieve San Vincenzo (Ramiseto) si è tornato a fare il presepe riprendendo una tradizione che sembrava spenta. Ma è un presepe un po' particolare, fatto di luoghi. Di seguito la nota esplicativa stesa dagli ideatori.
S. Natale 2015
Abbiamo provato a proporre di nuovo l’antica tradizione del presepe di Pieve San Vincenzo, portata avanti per tanti anni da molti di noi e che, per motivi vari, si era perduta.
Un grazie a tutti.
L’evento è stato realizzato sicuramente per ricordare la Natività e tutti i contorni religiosi che nei tempi si sono tramandati, ma anche per riuscire a trovare alcuni momenti per stare insieme.
Altro pensiero, pensiero di non minor importanza, è quello di aver provato a fare un presepe leggermente diverso dal tradizionale, che metta in evidenza la realtà, il degrado, l’abbandono, i disagi dei nostri luoghi natali, ed inoltre quei posti che ognuno di noi conosce, ai quali siamo affezionati, nei quali abbiamo vissuto per anni e che non abbiamo dimenticato, come non abbiamo scordato i nostri nonni e gli anziani che qui hanno “tribolato” e creato reddito per sostenere le famiglie. Proviamo a trasmettere tutto questo ai più giovani , in questo modo anche noi non dimenticheremo.
Ricordiamo i nostri luoghi: Viaccia (Storlo), Paradiso (Poviglio), Pervinca (Castagneto), Bora Scura (sopra Poviglio), Braia (sotto Poviglio), Castellaccio (sopra l’Andrella), Pianaccia (Fornolo), Caveriana (Lugolo), Borloni (Storlo), Cuscinara (Enzano), Latte (Enzano), Vadolaga (Cecciola), Jara (Fornolo), Sterti (Poviglio), Pian Tambur (Cecciola).
Tutto questo per dire, senza fare retorica, polemica né politica, che il nostro territorio assomiglia a un presepe. Posti antichi e persi nel tempo da riconsiderare e apprezzare, nonostante le frane, le alluvioni, l’abbandono.
Abbiamo visto, e vediamo, terreni agricoli abbandonati che, se recuperati con criterio, potrebbero dare un po’ di economia e benessere, paesini spopolati ormai ridotti a una famiglia o due, posti rasi al suolo perché non sono stati fatti interventi mirati al momento giusto, strade interpoderali ridotte a corsi d’acqua e vecchi sentieri e mulattiere con acqua stagnante. Tutti abbandonati al proprio destino. Ci sentiamo tutti come statuine di un vecchio presepe.
Per tutti questi motivi abbiamo sentito il desiderio di fare un presepe particolare, fatto da noi e dedicato al nostro territorio.
Grazie e buon Natale.