File diciassettesima puntata
Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Eppure sarebbe ben poco dovermi il seme e la fonte della vita, se non dimostrassi che quanto vi è di buono nella vita è anch'esso un mio dono. E che cos'è poi questa vita? e se le togli il piacere, si può ancora chiamarla vita?
Avete applaudito! Lo sapevo bene, io, che nessuno di voi era così saggio, anzi così folle - no, è meglio dire saggio, da non andare d'accordo con me.
Del resto neppure questi stoici disprezzano il piacere, anche se dissimulano con cura e se, di fronte alla gente, rovesciano sul piacere ingiurie sanguinose; in realtà solo per distogliere gli altri e goderne di più, loro stessi.
Ditemi, per Giove, quale momento della vita non sarebbe triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso, senza il piacere, e cioè senza un pizzico di follia?
E di questo è degno testimone il non mai abbastanza lodato Sofocle con quelle sue splendide parole di elogio per me: “Dolcissima è la vita nella completa assenza di senno”.
(Elogio della follia - Erasmo Da Rotterdam)
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Ascolteremo:
Queen - I’m going slightly mad
Pino Daniele - Je so’ pazzo
Morgan - Altrove
Beatles - The fool on the hill
Talking Heads - Psycho Killer
Frank Zappa - Dancin’ Fool
De André - Un matto
Area - Hommage a Violette Nozieres
Pink Floyd - Brain Damage / Eclipse
Luca Caselli
Il problema di scrivere una “bio” è quello di avere elementi sufficientemente interessanti da porvi. La mia sarà dunque una descrizione minimale (e anche “menomale”).
Curioso, ingegnere, affascinato dalle storie e dalla fantasia, amante incestuoso di “Sora” musica, la quale mi convinse a creare questo programma radiofonico che vorrei diventasse anche la mia filosofia di vita.
Originario di Toano (RE) del quale porto le deviazioni, sento la mancanza di De André ogni due giorni e non manco di strimpellare oggetti sonori qualora Crono mi conceda del tempo. Privo di talenti particolari m’interesso di tutto, spaziando dalla programmazione alla scrittura, dalla pittura alla techno (ma non chiedetemi di ballare, non sono dotato di articolazioni).
Davide Biondi
Afferma: “nacqui nell’ormai sufficientemente lontano mese di novembre dell’anno 1982, da padre geometra Fernando e madre professoressa Maria Teresa, concepito e messo al mondo nella ridente cittadina costiera molisana di Termoli (famosa per il suo brodetto di pesce, u’ bredette).
Alla dura età di 19 anni non compiuti emigrai, da buona tradizione/cliché, nel “Nord Italia”, esattamente nella nebulosissima Parma, città che entrò piuttosto presto nel mio cuore per ragioni non esclusivamente culinarie, allo scopo di procurarmi una solida (cubica, per essere precisi) istruzione universitaria in Ingegneria Informatica, misteriosa branca moderna della precitata facoltà.
Ivi tuttoggi lavoro presso locale azienda di automazioni industriali, barcamenandomi nel mio sempre più agognato tempo libero nelle attività più disparate, una su tutte il “basketpattinaggiocucinafotografiamodellismonavalepuzzlecinema‘.