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Consegnata a Bini la menzione speciale del Premio Ambrosoli

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La cerimonia di consegna a Enrico Bini della menzione speciale del Premio Ambrosoli
La cerimonia di consegna a Enrico Bini della menzione speciale del Premio Ambrosoli

Visibilmente emozionato, ma anche fermo e deciso nel rafforzare il suo impegno contro le infiltrazioni criminali, lunedì sera a Milano il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Enrico Bini, ha ricevuto la menzione speciale al Premio Ambrosoli 2015, importante riconoscimento assegnato ogni anno dall’omonima Fondazione, a persone, o gruppi di persone - in particolare della pubblica amministrazione e delle imprese - che su tutto il territorio nazionale si siano contraddistinti “per la difesa dello stato di diritto tramite la pratica dell’integrità, della responsabilità e della professionalità, pur in condizioni avverse a causa di “contesti ambientali”, o di situazioni specifiche, che generavano pressioni verso condotte illegali”.

La premiazione ha visto la partecipazione Annalori Ambrosoli, presidente di Premio Giorgio Ambrosoli, Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, Adriano Olivetti, presidente della Fondazione Ambrosoli, ed a Milano ha accompagnato Bini anche un gruppo di castelnovesi, amministratori ma non solo, tra i quali anche Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative e responsabile dell’Osservatorio Appennino della Camera di commercio, che ha formalmente consegnato la targa a Bini.

Ha detto il sindaco di Castelnovo nel suo discorso: “Per me ricevere questo riconoscimento è una cosa molto importante, ed infatti sono profondamente emozionato, anche perché significa liberarmi di tanti anni di difficoltà in cui a volte mi sono sentito solo. In questi momenti di isolamento è stato importante però vedere che cominciava a crescere un tessuto di società civile che non negava più l’infiltrazione della ‘ndrangheta nel nostro territorio, mentre altri dicevano che era un problema solo di altri territori.

Purtroppo poi abbiamo visto che non era così. Ora, come sindaco del mio Comune e come delegato della Provincia al lavoro e la legalità, posso continuare questo mio impegno contro l’infiltrazione della malavita organizzata, per ristabilire la libertà di fare impresa, di lavorare.

La prosecuzione di questo impegno la devo anche alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto, anche nei momenti in cui abbiamo avuto paura, avevamo i Carabinieri a sorveglianza davanti a casa. Grazie al Prefetto Antonella De Miro che ha creduto alle mie segnalazioni, quando altri non lo facevano. Per un certo periodo il territorio non ha prestato la dovuta attenzione a certi segnali, con responsabilità della politica, delle amministrazioni e di quella imprenditoria che ha fatto affari con persone poco raccomandabili per lucrare sulle infiltrazioni.

Grazie al Prefetto De Miro sono cambiate molte cose, è partita l’inchiesta Aemilia, e quegli imprenditori che mi veniva detto “hanno successo perché sono capaci” sono poi stati arrestati, e si è capito perché avevano successo. Stiamo lavorando oggi alla creazione di una rete di amministratori, imprenditori e cittadini che si vogliono impegnare per poter dire di essere davvero liberi e poter lavorare in piena legalità. Lo faccio semplicemente perché i miei genitori mi hanno insegnato l’importanza di essere una persona onesta”.

 

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