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Comune di Ventasso: le elezioni per il primo sindaco si svolgeranno il prossimo giugno

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Torri
Yuri Torri (Foto Redacon)

Il consigliere regionale emiliano-romagnolo Yuri Torri, di Casina e di Sel (o Sinistra italiana, di recentissima costituzione), ha parlato, ieri sera, al Centro "Teresa Romei Correggi" di Cervarezza, davanti ad un pubblico non numerosissimo ma attento. Prima un po' a ruota libera, soprattutto presentando una specie di bilancio dell'Ente Regione dalle elezioni dello scorso novembre 2014 (anticipate, per le dimissioni di Errani, come si ricorderà) ad oggi. Diversi, al termine della sua relazione, gli spunti saliti dalla platea, interessata in particolare a quanto la riguarda più da vicino: dall'ospedale castelnovese alla viabilità, dalla produzione casearia al lavoro in genere fino alla cancellazione della Provincia. A tutti il rappresentante ha risposto, con disponibilità, dando il proprio punto di vista. Per il nuovo Comune di Ventasso: le elezioni si terranno nel prossimo giugno e a gennaio s'insedierà, come noto, il commissario, scadendo, per effetto della fusione, i quattro sindaci attualmente in carica. "I quali - ha sottolineato Torri - di certo saranno un prezioso aiuto, nella fase di transizione, al funzionario che traghetterà al nuovo corso amministrativo".

Se al referendum ha partecipato una buona fetta di elettorato, ieri sera tale percentuale di popolazione non si è fatta molto vedere. In sala erano presenti due sindaci (Pedrini e Bargiacchi), qualche altro amministratore locale e qualche sindacalista o ex sindacalista.

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Nota a margine. Onestamente lascia un po' di sconcerto (parere di chi scrive, ovviamente) il fatto che con una riga di pennarello si cancellino enti come la provincia e questi quattro municipi che hanno un secolo e mezzo di storia e certamente un radicamento anche culturale ed una tradizione sedimentate (vero che, per i comuni, così ha decretato la maggioranza qualificata della popolazione e soprattutto da noi si è voluto che in tutti i comuni la maggioranza dicesse sì perchè il quesito passasse; infatti, lo stesso consigliere Torri ha riferito di casi di fusione, nella nostra regione, in cui tali parametri sono stati invece piuttosto labili). Al contrario di una Regione (intesa come istituzione, quindi in senso astratto), attiva solo dal 1970, che soprattutto negli ultimi anni non ha dato, in alcune circostanze, diciamo così, il meglio di sè rispetto alle regole del buon amministrare. Ma soprattutto, forse, mancano, le regioni, di quel senso di appartenenza che invece appunto hanno gli enti che vanno a sparire. Forse anche a questi aspetti sarebbe stato opportuno dare maggiore peso, oltrechè ai dindi. Soprattutto se non si riuscirà ad invertire qualche tendenza negativa, come il calo della popolazione, che a medio termine rischia di produrre, dopo le difficoltà già in essere, veri disastri per la tenuta del territorio (non solo il suo ma anche quello circostante). Ma le cose sono fatte e con queste si dovrà fare i conti. Ci sarà da pedalare.

 

7 COMMENTS

  1. Oltre che da pedalare, ci sarà da ridere, o meglio, ci sarà da piangere lacrime amare. Tanti sono già pentiti di aver votato il fatidico sì, ma è ancora presto, il bello deve ancora arrivare, ne riparleremo i prossimi mesi.

    (Alessandro)

    • Firma - alessandro
    • Caro omonimo, nessuno era entusiasta della fusione ma, visto lo spopolamento subito e le mille difficoltà economiche di ciò che resta dei 4 comuni del crinale, non vi era alternativa. Provare a fondersi sperando che si migliori o sparire. Vedremo.

      (Alessandro)

      • Firma - Alessandro
  2. Caro ramisetano, basta aprire gli occhi, non ci vuole molta intelligenza a capire cosa ne sarà del futuro di tre degli ex comuni, comunque è inutile fare polemiche, ci rimetteremo a confronto verso metà dell’anno prossimo o forse anche prima, poi se ho sbagliato le previsioni chiederò scusa e ammetterò la mia ignoranza, ma se non sbaglio le previsioni sarà la volta che mi sfogherò a dovere con chi era così accanito per far passare la fusione.

    (Alessandro)

    • Firma - alessandro
  3. Mi scusi, “Alessandro”, quelli già pentiti, se esistono, sulla base di cosa dovrebbero esserlo?! visto che non si è mossa una foglia…?! Ha fatto dei sondaggi di cui noi non siamo a conoscenza? Forse ci si potrà pentire dopo due o tre anni dal primo mandato del nuovo comune, quando si vedranno i primi risultati o non risultati… Giudicare così, tanto per continuare la polemica della campagna referendaria, mi sembra un po’ sterile.

    (Commento firmato)

    • Firma - Commentofirmato
  4. Mi riconosco abbastanza nel pensiero che esprime la “nota a margine”, almeno così come l’ho intesa, ossia lo sconcerto che si può provare dinnanzi al fatto “che con una riga di pennarello si cancellino enti come la provincia e questi quattro municipi che hanno un secolo e mezzo di storia”. Non escludo di essere un po’ prevenuto verso i cambiamenti, fors’anche per ragioni d’età, ma a me pare che da un qualche tempo a questa parte, allorché viene modificato o rivoluzionato un “pezzo” del nostro sistema, succeda non di rado che le cose non migliorino affatto, quando non si va addirittura in peggio, il che non può essere indistintamente addebitato alla “responsabilità” dei riformatori ma, molto più probabilmente, va ascritto ad un insieme di fattori, vedi la grande difficoltà che si incontra nel sostituire modelli istituzionali ed organizzativi che sono in funzione da tantissimi anni. In buona sostanza, si corre il rischio di creare “vuoti” cui non è poi facile sopperire, e allora, anziché pensare alla sostituzione di tali modelli, varrebbe forse la pena di aggiornarli o correggerli senza tuttavia stravolgerne la fisionomia. Parlando dei comuni, se il principale obiettivo era quello di ridurre i costi, accorpando i servizi, o taluni di questi, si poteva provvedervi, da quanto posso capirne, attraverso l’Unione dei comuni, e ancora prima tramite la Comunità montana, mantenendo le singole entità comunali, senza cioè procedere alla loro fusione, dal momento che “un secolo e mezzo di storia” ha conferito a ciascuna il rispettivo senso di appartenenza, cioè una propria e specifica “identità”, che non sarà facilmente ricostruibile in tempi brevi. Questo mio ragionamento parte dal presupposto che la “identità” sia un valore importante, che andrebbe possibilmente conservato, anche guardando in prospettiva, ma può esservi benissimo chi la pensa diversamente, e vede pertanto le cose e situazioni sotto un altro punto di vista, e da altra e differente angolazione.

    (P.B., 22.11.2015)

    • Firma - P.B.
  5. “Nota di servizio”: vedo che il nome Alessandro è di moda tra i commentatori. Credo che aggiungere almeno l’iniziale del cognome, se non il cognome intero (perché sempre timorosi della propria identità?), risolverebbe la confusione. Per evitare questo inconveniente da tempo scrivo non solo il cognome ma anche il mio secondo nome e non per vezzo “aristocratico”. Ho scoperto, avendo lavorato in un grande istituto bancario, che in provincia di Reggio Emilia gli Alessandro Davoli sono almeno una quindicina… Non mi pare giusto attribuire meriti o demeriti ad un altro A.D. incolpevole. Di “fulmini”, insulti e querele ne ho attirati parecchi, quindi a ognuno il suo, e salviamo i poveri “Alessandro Davoli” innocenti, perbacco… Oltre al bel nome, una qualità mi pare il primo Alessandro la possieda, ovvero la preveggenza. Credo purtroppo abbia ragione lui sul destino del nuovo, artificiale Comune di Ventasso. Destino pessimo… Saluti da un “altro” ramisetano.

    (Alessandro Raniero Davoli)

    • Firma - AlessandroRanieroDavoli