Un nuovo momento di rilievo, nella strada intrapresa con convinzione dall'Amministrazione comunale di Castelnovo ne' Monti contro le infiltrazioni mafiose, e culminata lo scorso 19 settembre con l'attribuzione al capoluogo montano del riconoscimento “Mafia Free” da parte dell'Associazione RES e delle fondazioni Angelo Vassallo e Antonino Caponnetto.
Lunedì prossimo, 23 novembre, il sindaco Enrico Bini riceverà una menzione speciale assegnata dalla giuria del Premio "Ambrosoli" 2015, importantissimo riconoscimento in memoria dell'avvocato milanese che fu assassinato nel 1979 mentre indagava sulle attività del banchiere Michele Sindona, e che ogni anno vede premiate alcune personalità italiane particolarmente attive sul fronte anti criminalità.
Il premio assegna infatti riconoscimenti a persone, o gruppi di persone - in particolare della pubblica amministrazione e delle imprese - che su tutto il territorio nazionale si siano contraddistinti “per la difesa dello stato di diritto tramite la pratica dell’integrità, della responsabilità e della professionalità, pur in condizioni avverse a causa di 'contesti ambientali' o di situazioni specifiche che generavano pressioni verso condotte illegali”.
Lunedì sarà la giornata di consegna dei premi a Milano, consegna per la quale salirà a Milano il sindaco Bini che riceverà ufficialmente la menzione. Alla giornata prenderanno parte tra gli altri anche Annalori Ambrosoli, presidente di Premio "Giorgio Ambrosoli", Virginio Carnevali, presidente di Transparency international Italia, Adriano Olivetti, Presidente della Fondazione Ambrosoli, oltre a diversi premiati delle edizioni precedenti, e figure di riferimento degli ambienti professionali dei settori pubblico e privato.
Sul ricevimento del premio dice Enrico Bini: “Sono davvero molto onorato che la giuria abbia ritenuto importante l'impegno che non è solo il mio ma è quello di altri amministratori onesti del territorio e soprattutto di magistratura, del prefetto attuale Raffaele Ruberto e del suo predecessore Antonella De Miro e delle forze dell'ordine, che ha portato agli eclatanti risultati dell'inchiesta 'Aemilia'. Importanti passi avanti nella direzione di ristabilire la piena legalità sul territorio sono stati fatti, ma altri ne restano da fare, e il nostro impegno non verrà meno”.
Ho avuto personalmente la prova di quanto Enrico Bini dia fastidio alla ‘ndrangheta. Alcuni mesi fa sono stato avvicinato da un muratore calabrese, originario di Isola Capo Rizzuto. L’informazione “avvelenata” che mi ha passato era la seguente: “Enrico Bini è il proprietario di una villetta in riva al mare, a Steccato di Cutro, provincia di Crotone”. Secondo il calabrese ricevuta come ringraziamento dai boss locali, ai quali avrebbe fatto arrivare finanziamenti per la sistemazione (argini, opere di captazione, ecc.) del lago Sant’Anna, sito tra Isola Capo Rizzuto e Cutro. Il muratore, precisando che l’informazione gli era stata comunicata da amici che abitano a Isola, mi disse che la villetta era così vicina al mare che la porta sulla spiaggia “è stata bagnata dall’ultima mareggiata”. Da subito ho pensato che il messaggio non fosse casuale ma che il muratore mi venisse inviato con un preciso compito: infangare la figura di Enrico Bini, che molti fastidi ha dato e da all’infiltrazione ‘ndranghetista nel mondo dell’autotrasporto, del movimento terra e dell’edilizia reggiana. Ovviamente le forze dell’ordine sono state immediatamente informate. Da parte mia un bravo ad Enrico Bini, il solo politico del Pd reggiano che in qualche modo ha cercato di contrastare i mafiosi nella nostra disastrata provincia. Bravo, come uomo e come sindaco! Un abbraccio forte, con stima.
(Alessandro Raniero Davoli)
Bravo! Complimenti! Che onore per la nostra montagna e per l’amministrazione che rappresenta! Un premio prestigioso, la cui rilevanza morale ed internazionale è purtroppo sconosciuta ai più. Ambrosoli, Caponnetto e Vassallo: giganti nella storia repubblicana, proprio perché eroi del quotidiano, nella difesa della legalità. Eroi che purtroppo i nostri figli non conoscono ed il cui solo ricordo provoca a molti nostri parlamentari l’effetto che al diavolo provoca l’acqua santa. Per un’altra parte della categoria il problema non si pone: sono degli sconosciuti. La legalità non riempie la pancia proclama chi si riempie la pancia con l’illegalità. E le intercettazioni telefoniche di quelli che ridevano per il terremoto in Abruzzo, dei Carminati, dei Buzzi, dei Fioriti, dei Belsiti, dei Penati, dei corrotti e corruttori di Expo, Mose ed Anas ci forniscono una immagine impietosa e farsesca di troppi rappresentanti istituzionali, ben lontani dal soddisfare i requisiti minimi previsti dall’art. 54 di quella Costituzione che vorrebbero demolire ed adeguare alle proprie esigenze, offrendoci lo spaccato di una società priva di valori, disciplina ed onore. E l’inspiegabile vuoto di commenti a questa notizia, apparentemente e scontatamente condivisibile da tutti, può trovare giustificazione solo nella sfiducia verso la politica, nella palpabile paura di esporsi o nel non volersi “immischiare” per non rischiare di essere isolato e punito. Si cerca di stare nel mucchio, rinunciando a pungolare chi ci governa ad adottare comportamenti consoni ai ruoli. Nel 2010 tante persone comuni diedero la loro solidarietà ad un Bini minacciato dalla malavita. Sembra passato un secolo. Per la nostra classe politica il problema, allora come oggi, non si pone. L’assordante silenzio di allora si ripete oggi. Diamo atto ad Ambrosoli, Caponnetto e Vassallo di volare ben al di sopra della palude della vita politica odierna. E personalmente devo dare atto al sindaco Enrico Bini di essere in scia.
(Commento firmato)
P.S. – Sono stato un po’ lungo, ma ho approfittato dell’ampio spazio disponibile, anche per invogliare altre riflessioni che l’argomento meriterebbe.
Sono orgogliosa di avere un sindaco come il sindaco Bini. Mi sento però imbarazzata dal fatto che tanti concittadini molto sensibili e prodighi di commenti tante volte in relazione a notizie non sempre degne di particolare attenzione non si siano espressi condannando la macchina del fango che sta colpendo il nostro primo cittadino. Forse la codardia sta vincendo a scapito del coraggio che sempre ha contraddistinto il popolo montanaro? Sindaco coraggio e non mollare.
(Patrizia Massaccesi)