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Punti nascita in montagna: un decreto del ministro apre alle deroghe

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Cicogne

Il direttore di Concooperative provinciale Giovanni Teneggi ci aggiorna su un importante sviluppo (stavolta positivo) circa la questione punto nascita.

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Il ministro della salute, on. Beatrice Lorenzin, ha firmato oggi il decreto con il quale apre alla possibilità di sperimentazione in aree montane di punti nascita inferiori ai 500 parti annui, a condizione che vengano mantenuti gli standard di qualità€ e di sicurezza previsti dalla normativa.

L'On. Enrico Borghi aveva annunciato questo importante lavoro parlamentare nel corso di una sua visita a Castelnovo ne' Monti parlando anche in riferimento al punto nascita del nostro territorio e avevamo ritenuto opportuno già  allora rilanciare la notizia perchè fosse motivo di lavoro per le nostre istituzioni e la Regione Emilia Romagna.

Ora, riprendendo le dichiarazioni dello stesso Borghi, possiamo finalmente esprimere soddisfazione per la firma del provvedimento.

Il decreto firmato oggi accoglie infatti le istanze portate avanti dall'integruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna affidando al Comitato percorso nascita nazionale il compito di esprimere un motivato parere su eventuali richieste di mantenimento in attività€ di punti nascita con volumi di attività€ inferiori ai 500 parti annui, in deroga a quanto previsto dall'accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010.

Tali richieste dovranno essere avanzate al Ministero della salute dalle regioni e il Comitato percorso nascita nazionale sarà€ tenuto ad esprimere il proprio parere entro tre mesi dalla richiesta di deroga proposta da regioni e province autonome.

"Il decreto ministeriale - leggiamo nelle agenzie di stampa - è€ la pre-condizione per introdurre anche in Italia modelli sperimentali di erogazione del servizio di ostetricia giaà esistenti in altre zone montane d'Europa, come Svizzera, Austria o Germania, nei quali lo standard non è legato al numero dei parti per singolo plesso ospedaliero, ma è affidato alla formazione e alla elevata casistica delle equipe mediche ed infermieristiche che svolgono il servizio, consentendo in tal modo il contemperamento tra il diritto di nascere in montagna e il diritto di farlo in condizioni di assoluta qualità e sicurezza".

E' questo il criterio - esperienza delle equipe e sperimentazione - che anche Confcooperative ha fin da subito proposto di considerare alle istituzioni competenti e oggi viene sancito da un provvedimento ministeriale.

Attendiamo di vedere il testo per comprendere nel dettaglio quali spazi di lavoro e organizzazione si riaprono per il punto nascita del S. Anna.

Di certo occorre ora che gli enti e i consiglieri regionali che hanno dichiarato di voler lavorare in questa direzione a tutela del servizio lo facciano subito ed anche con quegli investimenti eventualmente necessari per rendere applicabile questo provvedimento proprio nei territori per i quali è pensato, cioè quelli montani.

(Giovanni Teneggi, Confcooperative Reggio Emilia)

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3 COMMENTS

  1. Ottima notizia, speriamo che vengano fatte le assunzioni di personale qualificato necessario prima che la commissione possa decretare che non sono rispettati gli standard minimi di sicurezza perché non si possono garantire le 24h di servizio con l’attuale organico. Cerchiamo di sfruttare questa possibilità e non lasciamocela “scivolare via dalle mani” sapendo a priori che il personale è insufficiente e che se non vengono fatte le nuove assunzioni la commissione potrà decretare solo la “non conformità agli standard di sicurezza”.

    (Genitoni Massimiliano, portavoce M5S Castelnovo ne’ Monti)

    • Firma - GenitoniMassimiliano-PortavoceM5SC.Monti
  2. Finalmente si è capito, o qualcuno ha capito, che le cose si fanno con chi ha validità contrattuale, un ministro appunto, e non con inutili quadri intermedi. Mi auguro che finiscano le domande ai “vari decisori” e si faccia pressione sul “settore operativo”. Adesso sì che si può giocare “una nuova partita”.

    (mv)

    • Firma - mv
  3. Da come vanno le cose in questo Paese e per l’esperienza maturate sino ad ora, credo (e spero fortemente di sbagliarmi) che sia in corso una spasmodica gara del passaggio del cerino acceso. Orbene, il ministero vara un provvedimento che in particolari situazioni (aree montane) cancella il limite dei 500 parti annui per garantire il servizio a patto che vengano garantiti determinati standard di sicurezza. Naturalmente le azioni necessarie a garantire ciò hanno un costo e in un quadro di imponenti tagli di spese al settore sanitario diviene davvero difficile conciliare le cose. Forse Trento e Bolzano, provincie autonome, da sempre beneficiarie di consistenti finanziamenti non avranno difficoltà a raggiungere l’obiettivo. In val di Susa sarà molto più problematico con una Regione sull’orlo del fallimento, oberata da miliardi di euro di debiti. Quel che succederà qui lo scopriremo tra qualche tempo. La vicenda della variante del Ponte Rosso con i tagli del Governo Renzi che impediscono lo svolgersi di lavori già assegnati ci insegna che nulla è scontato e tutto è possibile. L’aria che tira ci racconta di nuovi e consistenti tagli di spesa. Vedremo.

    (Luigi Bizzarri)

    • Firma - luigibizzarri