E' stato diffuso ieri un nuovo comunicato delle "Cicogne" per cercare un chiarimento coi sindaci dopo l'incontro secretato in Provincia.
"Siamo molto dispiaciute che alcuni dei sindaci dell'Appennino abbiano interpretato la nostra lettera aperta come un attacco personale. L'intento della stessa era quello di sollecitare un dibattito sul punto nascite alla luce di alcune notizie a noi pervenute che danno per imminente uno studio sulla sicurezza nei vari 'nidi' della nostra regione da parte di tecnici nominati dalla politica, in un momento in cui tante cittadine che hanno bisogno del servizio di ostetricia si stanno rivolgendo già adesso ad altri presìdi fuori distretto a causa dell’insicurezza sulla sopravvivenza del nostro reparto. L'intento non era assolutamente quello di creare polemica, ma abbiamo forse peccato di inesperienza politica... oppure abbiamo colto sul vivo. Ma forse non ci sarà mai spiegato il perché di una reazione così. Se prendiamo per buone le parole del sindaco Bini, il quale testualmente dichiara: 'Intendo ribadire che stiamo lavorando sul tema dell'ostetricia, tutti i 'passi' opportuni sono stati già compiuti. Non siamo fermi', possiamo allora dormire sonni tranquilli? Forse, come afferma sempre il sindaco Bini (ci perdonerà se citiamo sempre lui ma è il sindaco a capo dell'unione dei comuni dell'Appennino): 'Ci sono dei momenti in cui i cittadini non possono essere coinvolti' e anche che 'I cittadini non tutti i giorni devono richiamare i politici'. Politici intoccabili? O troppo permalosi?".
Questa lettera aperta, dai toni "pane al pane", prosegue così: "Gli appunti ai sindaci sono stati fatti più volte dal Comitato in numerose occasioni, sia privatamente che pubblicamente. Sono usciti nostri comunicati stampa colmi di domande, non di attacchi, ai quali nessuno - o pochi - hanno risposto. L’unico mezzo che abbiamo trovato per avere risposte è quello di essere più incisivi possibile. Non si tratta affatto, come si deduce chiaramente, di autoreferenzialità. Siamo perfettamente consapevoli che non possiamo risolvere noi la situazione ed è proprio per questo che ci rivolgiamo ai politici locali. Vorremmo chiarire che il nostro intento era, è, e sarà quello di tenere alta l'attenzione su di un argomento, quello dell'ospedale, che non è proprietà privata della politica e come tale non va, a nostro avviso, trattato nelle segrete stanze, ma in trasparenza con la cittadinanza o perlomeno la stessa cittadinanza dovrebbe essere messa al corrente di ciò che accade in tempo reale, altrimenti un giorno ci sveglieremo e qualcuno ci dirà che è tutto finito come è successo negli anni passati quando è stato fatto e firmato questo accordo scellerato che mette di fatto a rischio la tenuta del nostro territorio. Considerando che ci è stato detto che non sappiamo di cosa stiamo parlando (ebbene sì, ci è stato detto anche questo), chiediamo che ci venga spiegato con chiarezza, magari in un incontro pubblico dove noi cittadini potremo intervenire, magari intitolato così: 'la trasparenza', che sia cristallino il futuro del punto nascita".
Infine: "I citadini chiedono solo trasparenza e chiarezza, avendo così modo di essere partecipi di decisioni da cui dipenderà il loro futuro".
Ieri sera - informano le "cicogne" - "siamo state convocate dal sindaco Enrico Bini, in qualità di presidente dell’Unione dei comuni, per un incontro in sala consiliare a Castelnovo ne’ Monti per parlare della situazione attuale. Ringraziandolo, siamo ad augurarci che possa essere un confronto positivo e ricco di informazioni utili, in particolare riguardo alla ormai celeberrima riunione in provincia di venerdì scorso. Sempre in nome della trasparenza".
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Sempre ieri, due esponenti del M5S, Gianluca Sassi e Raffaella Sensoli, consiglieri regionali, hanno attaccato la giunta di Bonaccini dopo la riunione a porte chiuse che si è svolta venerdì scorso nella sede della Provincia di Reggio Emilia.
“Con la riunione blindata sul futuro del punto nascite di Castelnovo ne' Monti - scrivono - l’assessore Venturi e i vertici dell’Asl hanno dimostrato qual è la loro voglia di coinvolgere i cittadini nei processi decisionali. Alla faccia della tanto sbandierata partecipazione che la giunta regionale dice di voler perseguire”.
“È francamente vergognoso che i cittadini che da mesi aspettano di avere certezze sulla salvaguardia di questa struttura siano stati completamente tenuti all’oscuro di un importante momento di confronto. Così come è sconcertante che nessuno dei partecipanti abbia voluto svelare i contenuti dell'incontro ai cittadini che chiedevano solo un po’ di chiarezza. È in questo modo che Bonaccini e Venturi intendono basare la loro attività sui territori? Prendendo delle decisioni a porte chiuse e rifiutandosi di dare delle spiegazioni? D’altronde questo è il loro marchio di fabbrica: quello di prendere le decisioni comodamente seduti sulle loro poltrone e poi calarle dall’alto, senza confrontarsi con i territori. Basti pensare che se non fosse stato per l’attività del M5S in assemblea legislativa e il pressing del Comitato delle Cicogne a quest’ora tutto il reparto di ostetricia sarebbe già chiuso”.
“A questo punto – concludono la Sensoli e Sassi – presenteremo un'interrogazione urgente per capire cosa si è deciso nell’incontro di venerdì, dato che è solo questo il modo per riuscire a capire come stanno realmente le cose. Venturi, tra l’altro, dovrà spiegarci meglio l’idea di istituire una commissione tecnica per valutare il grado di sicurezza del punto nascite. Da chi sarà composta? Quanto tempo durerà e su che basi valuterà il proprio giudizio? Solo tra una settimana, il prossimo 17 novembre, l’assessore Venturi verrà ad illustrare le linee guida del piano di riordino. Quindi, anche alla luce della nostra risoluzione approvata che blocca le modifiche nelle strutture ospedaliere, a quale titolo si agisce a porte chiuse, decidendo del futuro del punto nascita senza interpellare né cittadini né assemblea legislativa? È questo il concetto di democrazia che ha la nostra giunta?”.
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