E' stato condannato alla pena di 16 anni e 10 giorni con rito abbreviato Fettah Abdelkedir, il 29enne ritenuto responsabile dell'omicidio di Andrea Germini, di 32 anni, e del tentativo di occultarne il cadavere.
L'omicidio fu perpetrato il 18 agosto dello scorso anno in zona Pianello, fondovalle Secchia, nei pressi di Gatta.
Secondo le risultanze processuali il marocchino si era invaghito della moglie del Germini ed aveva premeditato l'omicidio; i due erano colleghi di lavoro.
Il Tribunale ha riconosciuto ai familiari una indennità di 50.000 euro.
Mi sembrano pochi.
(Luchino)
Che sconti la pena nel suo Paese! Già è vergognoso 16 anni per un omicidio così terribile. Se poi dobbiamo anche mantenerlo siamo alla frutta!
(Mattia Casotti)
È uno schifo!
(Christian Pizzarelli)
Premeditazione, poi ha anche tentano di sbarazzarsi del cadavere e gli danno 16 anni? Vergogna!
(Davide)
Non dimentichiamoci che viviamo in un Paese dove tutto ti è permesso, soprattutto delinquere. Vergogna, pura vergogna!
(Monica)
E poi boh, sempre più basita.
(Michela)
Premessa: solo 16 anni per un brutale omicidio sono una vergogna! Avvertenze: se qualche politico del piffero si scandalizza della sentenza, ricordategli che le leggi le fanno i politici, non gli assassini, i ladri o gli extracomunitari! Anche tutti quelli “chiacchiere e distintivo”, i securitari e quelli dal grilletto facile, visto che hanno governato per anni questo Paese, senza concludere nulla di quello che promettevano in materia di sicurezza
(Mauro Pigozzi)
Credo che in Italia la giustizia non sia uguale per tutti! E una vergogna, una vergogna essere italiani. Non scordiamoci mai cosa ha fatto questo essere a un padre e lavoratore! Non ci sono altre parole, solo schifo!
(Monia)
Era chiaro che finiva così, in Italia…
(Fabrizio)
Qualsiasi commento è superfluo, resta solo un grande senso di ingiustizia; tanta, tanta amarezza ed infinita delusione. Sedici anni che poi diventeranno molti meno e 50.000 euro che non si sa chi pagherà, ecco cosa vale la vita di un uomo. Viva l’Italia.
(Antonio Manini)
Già, è una vergogna i 16 anni di reclusione, ma 50.000€ perché si sono costituiti parte civile i 5 familiari…! Vergogna sotto tutti gli aspetti!
(Mauro V)
Bella giustizia! Tanto fra 5 anni è già libero e a te che raccogli un pezzo di legna in un torrente danno l’ergastolo. Mah!
(Stefano)
Che vergogna, 16 sono pochi a mio parere; siamo proprio in Italia, lui si meritava l’ergastolo.
(Simone Monticelli)
Triste Italia e poveri cittadini italiani. Siamo in balia di migliaia di delinquenti che rubano, violentano e uccidono impunemente. A Milano un onesto cittadino al sesto furto uccide un angioletto albanese già espulso ed ora è indagato per omicidio volontario.Oramai la misura è colma e gli splendidi fantini che dovrebbero proteggerci cavalcano asini. Signori politici e amministratori, gli italiani onesti sono stanchi. La eterna tolleranza e civiltà oramai è agli sgoccioli.
(Alfredo)
Sono veramente indignato! Se questa è la giustizia italiana beh, mi vergogno di essere italiano! Con questa sentenza l’hanno ucciso due volte! Povera Famiglia, a loro forza e coraggio.
(Gus61)
Siamo alle solite: atroci delitti e pene enormemente spropositate per difetto, non certo per eccesso. E solita solfa di “vergogna”, “che schifo di giustizia”, “pazzesco” e chi più ne ha ne metta. Senza dimenticare i soliti “per un pezzo di legna nel torrente danno l’ergastolo”. Con molta serenità: naturale che si tratta di una ingiustizia, ma occorre ricordare che nel Paese ultragarantista come il nostro questo è ciò che avviene. E a chiedere di essere ultragarantisti siamo tutti noi quando, per cose che ci riguardano, chiediamo prove, controprove e il massimo delle garanzie previste dalle “convenzioni” di tutto il mondo. Per vedere condanne esemplari occorre saper rinunziare ad appellarsi su tutto, anche su di una semplice multa. Siamo pornti a questo? Tanto per fare un esempio: in America c’è la condanna a morte e pene detentive altissime. Però se ti ferma la Polizia ti punta una pistola sul grugno e se accenni a un movimento ti sbattono a terra e ti ammanettano. Siamo disposti ad accettarlo anche in Italia? Siamo disposti sul serio? Risposte sincere e non slogan da bar Sport, per cortesia.
(Commento Firmato)
Assolutamente d’accordo con te. Non si può pretendere legge dura per gli altri e garantismo totale per noi.
(Alex)
Una roba vergognosa, siamo proprio in Italia, non dico altro!
(Alessandro)
Prego estradare immediatamente nel “suo Paese” questo delinquente, metterlo in un carcere di massima sicurezza e poi gettare la chiave della cella; si chiede troppo? E ora chi penserà alla famiglia del povero ragazzo ucciso? Una vita umana vale solo 50.000€? Vergogna!
(Enrico 60)
Non riconosco più lo Stato italiano, ho disprezzo assoluto per questo sentenza. Si deve sapere che tra cinque o sei anni l’assassino sarà libero e troverà pure una “cooperativa sociale” che procurerà alloggio e lavoro, a nostre spese, per… reinserirlo. Vorrei ascoltare l’opinione del sindaco di Castelnovo ne’ Monti, Enrico Bini. Userà parole di rammarico o denuncerà con sdegno l’ingiustizia? Mi aspetto immediatamente le sincere scuse pubbliche della numerosa comunità marocchina, Imam compreso. Se non verranno, tra noi e loro si aprirà l’abisso. Io sono vicino alla moglie di Andrea, ai due figli in tenera età e alla sua famiglia di onesti lavoratori italiani. Al giudice italiano Giovanni Ghini dico: “Lei non è più il benvenuto nei luoghi della montagna reggiana, che è solito frequentare, Lei è da oggi “persona non grata” per il sentimento e l’anima dei montanari, per me personalmente, per i familiari, gli amici e i concittadini del giovane Andrea Germini”. Giudice Ghini, spero di avere la fortuna di non incontrarla mai, di non averla mai davanti agli occhi e di non dover mai scambiare con lei nè una parola, né uno sguardo, né respirare la stessa aria che lei respira. Ogni limite è stato superato, la sua sentenza, che spero in appello verrà ribaltata con l’ergastolo, è di una gravità assoluta e non ha nessuna scusa o giustificazione tecnico-legale. E’ solo un doloroso errore.
(Alessandro Raniero Davoli)
Alessandro, forse non sa, ma il giudice ha solo fatto rispettare ciò che le leggi attuali prevedono. La sentenza è la somma aritmetica tra aggravanti e sconti che, ripeto, la legge approvata da politici (come era anche lei) comporta. Quello che è sbagliato sono le pene, troppo lievi, per questi ed altri reati.
(Alex)
Grazie per il “politici come era anche lei”. E’ una colpa essere stato eletto in Consiglio comunale a difendere le ragioni di 1866 cittadini castelnovesi che mi hanno votato nel maggio 2009? Non mi pare, né mi pare che le leggi a cui lei fa riferimento siano state da me proposte o approvate. Alex, la sua logica è debole, visto che la Procura della Repubblica, per bocca del Pubblico Ministero Salvi ha chiesto, sempre basandosi sulle medesime leggi, una condanna per l’assassino a trenta,(30) anni. Il giudice ha dato la sua interpretazione, non si è semplicemente attenuto alle leggi. Altrimenti non ci sarebbe necessità di appello. Mi pare chiaro. Il giudice Giovanni Ghini ha emesso una sentenza errata. Punto. Mia libera opinione che posso esprimere grazie all’articolo 21 della Costituzione Italiana, (e alla cortesia di Redacon). Alex, la prossima volta metta anche il cognome, tanto per non creare confusione ai lettori. Saluti.
(Alessandro Raniero Davoli)
Stia sereno, non volevo offenderla nel ricordarle il suo passato anzi, volevo dire che Lei, meglio di altri, dovrebbe sapere bene che le leggi le fanno i politici (ovvio non a livello comunale) e che i giudici le devono solo applicare. Ascoltando in tv le sentenze di altri casi di omicidio emerge che, approfittando degli sconti previsti, un pluriomicida se passa in carcere 12/13 anni è già grassa. I giudici non sono tutti stupidi o sprovveduti e i Pubblici Ministeri spesso chiedono 30 anni (cioè l’ergastolo) sperando di portarne a casa 20. Saluti.
(Alex)
L’omicidio è un crimine odioso, il peggiore. Non ho nessuna preparazione legale nè giuridica, nè conosco i fatti processuali; ho letto e appreso quello che conosco della vicenda dai telegiornali e dai giornali e a me, comune cittadina, 16 anni per un omicidio sembrano pochi m,a ripeto, è un “giudizio” da profana e non intendo “emettere sentenze” neppure nei confronti del giudice che presumo abbia agito nel rispetto delle leggi e della propria coscienza. Leggi forse inadeguate, ma questo è un altro discorso. Non scrivo da montanara, nè da italiana, ma da persona. Chi scrive è Monja, sono io a scrivere e sono io a esprimere tutta la mia vicinanza al dolore della famiglia, che nemmeno oso immaginare. Quello che non capisco o non comprendo è la richiesta di “sincere scuse pubbliche”, richieste dal signor Raniero Davoli, a tutta la “numerosa comunità marocchina, Imam compreso”. Quale sarebbe la ragione per cui tutti si dovrebbero giustificare e chiedere scusa per il gesto di un singolo? Da quando è richiesto chiedere scusa per la colpa di altri?. Perchè io, Monja, dovrei chiedere scusa per un crimine o una colpa che non ho commesso, ma che può aver commesso un mio concittadino o un mio connazionale? Si diceva: “la colpa dei padri non ricada sui figli”, qui siamo ben oltre, qui si cerca di far ricadere la colpa su un’intera comunità, io non mi sento di dover chiedere scusa per ogni crimine che ogni italiano, montanaro o casinese come me, abbia commesso, commetta o commetterà. Devo scuse sincere per le mie colpe personali. L’abisso, signor Davoli, è lei a crearlo. Riesce benissimo a trasformare in modo cinico una tragedia, perchè di questo di tratta, in un’occasione per raccattare qualche consenso politico, sull’onda di una giusta indignazione, per una sentenza che, ribadisco, a me e a molti sembra inadeguata alla crudeltà del crimine.
(Monja)
La comunità marocchina e musulmana deve chiedere scusa per il crimine odioso commesso da un loro connazionale musulmano, perché lo stesso fanno le comunità immigrate in tutto il mondo, (anche quelle italiane quando qualcuno di loro commetteva un crimine). E’ forma di rispetto del dolore e di pacificazione verso la comunità che li ospita, e bene, garantendo lo studio, la sanità, l’accoglienza, spesso vitto e alloggio, il culto e anche il lavoro. Quando sono stati raccolti 150.000 euro da offrire come riparazione alla famiglia dell’ucciso, (per attenuare la posizione processuale dell’omicida), chi ha partecipato alla colletta se non la famiglia e, da quanto so, i correligionari musulmani dell’imputato? Non ho nessun consenso politico da raccattare, sono cittadino semplice, ma esprimo la mia libera opinione e lo sdegno profondo per tutta questa odiosa vicenda. E sono pure particolarmente equilibrato nei miei commenti. La maggioranza dei cittadini montanari sta cominciando ad avere “il sangue agli occhi” e la pazienza è finita. Temo reazioni forti, cara Monja, che potrebbero essere evitate anche dalle sincere scuse pubbliche della comunità marocchina e musulmana residente, ospite, qui da noi. Un saluto.
(Alessandro Raniero Davoli)
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E con questo crediamo vi siate chiariti.
(red)
Il demagogo di turno non manca mai… visto, che il mio commento aveva un senso?
(Mauro Pigozzi)
Io volevo fare i complimenti al signor Davoli per tutto quello che ha scritto. Sinceramente credo che la maggior parte dei cittadini montanari la pensa come lui, solo che nessuno ha il coraggio di dirlo o di scriverlo. Perché non pensiamo che un ragazzo di 30 anni e stato ucciso? Perché non pensiamo a come è stato ucciso? Perché non pensiamo ai figli di Andrea che non potranno più vedere il loro papà per un gesto folle di questo “essere”? Il giudice credo sia stato sordo quel giorno, perché dopo aver confessato il tutto e togliergli metà della pena… non ci sono parole per descriverlo! Quindi, signor Davoli sono d’accordo con lei! E’ solo uno schifo! La gente e davvero stanca.
(M.B.)
Se posso, e non per rispondere anche io come la signora Monja, ho solo letto e sentito amici che hanno sentito il dolore di una famiglia e il sentimento di una comunità e come la signora neanche io devo chiedere perdono dei crimini commessi dai miei corregionali o, se volete, del Sud. Il singolo risponde per sè, il politico deve tacere, la persona no, ma deve anche accogliere la giusta osservazione di chi invita o non speculare, a non confondere, a non provocare terrorismo. Non sono questi i tempi e come dice Papa Francesco si avvicina l’anno della misericordia. Ne prenda atto, signor ex consigliere, anche la montagna cresce e ricorda; oggi si guarda avanti non sventolando pistole e mi creda, sono un reggino accolto nel reggiano e finito a Felina. Non fatevi venire il sangue agli occhi, con tutto il rispetto la legge est legge e la fanno gli uomini e gli uomini sbagliano. Mi scuso per la mia poca cultura e ringrazio la redazione se ritiene opportuno il mio intervento.
(Ignorante piccolino e forestiero)
Per quanto ne so, la legge italiana prevede uno sconto di un terzo della pena per chi sceglie il rito abbreviato come in questo caso (quindi dai 30 anni richiesti scendiamo a 20), poi ci sono le attenuanti generiche concesse in base alla “collaborazione” (confessione) dell’imputato (a cui presumo sia dovuta la ulteriore discesa a 16). Mi pare evidente che a non funzionare sia proprio la legge che le maggioranze parlamentari e i Governi di centro-destra (Lega e Berlusconi compresi) e di centro-sinistra, si sono ben guardati dal modificare.
(Roberto)