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I lupi son tornati e dovremo imparare a conviverci

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Riceviamo e pubblichiamo, dall'ufficio stampa della Provincia di Reggio, il comunicato che segue che illustra i risultati di un incontro tra vari interessati sul tema della presenza dei lupi sulle nostre montagne.

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Due bei esemplari. Abitano sopra a VezzanoLa sempre più diffusa presenza di lupi nella nostra collina è stata al centro ieri, 15 ottobre, nella sede dell’Ambito territoriale di caccia (Atc) 3 di Albinea, di un incontro - richiesto dai sindaci di Casina e Carpineti – al quale hanno preso parte, tra gli altri, i comandanti di Polizia provinciale e Corpo forestale dello Stato nonché tecnici del parco nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano. Nel corso dell’incontro, sono state manifestate diverse preoccupazioni sull'impatto che la specie sta avendo sulla popolazione e sul sorgere di un sentimento di paura diffuso tra chi frequenta il territorio rurale, nonché tra i residenti.

In particolare, gli amministratori dei comuni di Baiso, Carpineti e Casina hanno riportato diverse segnalazioni di predazioni subite dai propri concittadini a danno del patrimonio zootecnico o degli animali da affezione, mentre i rappresentanti degli agricoltori (Coldiretti, Cia e Confagricoltura) hanno segnalato "assalti" anche agli animali da allevamento, lamentando il fatto che i risarcimenti previsti dalla Regione Emilia-Romagna riguardano solo una parte limitata delle predazioni, non tutelando così quelle realtà produttive che già lavorano in un territorio difficile. I rappresentanti delle associazioni venatorie hanno infine riportato casi di predazione sugli ausiliari impegnati nella caccia, nonché il pesante impatto dei lupi sulle altre specie selvatiche del territorio.

Nel corso dell'incontro si sono quindi approfonditi la storia della presenza del lupo sul nostro territorio (da sempre presente fino all’inizio del Novecento, poi scomparso e ritornato gradualmente risalendo l’Appennino), il suo status giuridico di specie particolarmente protetta e quindi non contenibile numericamente e il comportamento normale di questi animali, soffermandosi in particolare su quanto sia realistico attendersi in termini di diffusione e di possibili predazioni.

Pur sfatando alcuni aneddoti che non hanno fondamento (tipo aggressioni a fungaioli a Bologna e Piacenza, mai verificatesi), si è riconosciuta la pericolosità del lupo che comunque, sebbene non si  abbiano notizie di attacchi all'uomo nel nostro Paese da circa un secolo, potenzialmente rimane. Tuttavia, le preoccupazioni riportate su possibili aggressioni alle persone che frequentano il territorio rurale sono apparse, dati statistici alla mano, non fondate.

Dopo aver a lungo dibattuto su temi come l'eventuale effetto pratico di ipotetici piani di controllo, l'implicazione sul comportamento di casi di ibridazione lupo-cane e  l'incidenza del randagismo canino sulla diffusione dei lupi, si è preso atto che la presenza del lupo è importante e relativamente recente e comporta giocoforza che chi vive in questi territori modifichi rispetto al passato i propri comportamenti per tutelare maggiormente il patrimonio zootecnico e gli animali da affezione. Si tratta di un processo di adattamento da parte della popolazione che richiederà tempo e un continuo lavoro di informazione.

Si è infine condivisa l'inadeguatezza del sistema di risarcimenti previsto dalla Regione - sottolineando l'opportunità di chiedere che vengano estesi anche agli animali da affezione, a quelli di bassa corte e agli ausiliari dei cacciatori - nonché la volontà di continuare a collaborare, anche con un ulteriore incontro, per individuare le possibili forme di gestione che possano produrre un equilibrio accettabile tra le esigenza di tutela della specie e quelle della popolazione e dei suoi beni.

14 COMMENTS

  1. Non passa giorno che i giornali non parlino dei lupi, ormai si è capito che le doppiette stanno fremendo per sparare al lupo fomentando campagne mediatiche martellanti. Con scenari da giungla si semina solo paura e disinformazione, in un articolo letto sul web si è pure accennato a bocconi avvelenati quasi giustificandoli per difendersi dal “mangia Cappuccetto rosso”. Da una parte si parla di razza di lupo impura (incroci cane-lupo) poi si incrociano cinghiali con scrofe per avere maiali neri da abbattere di 180 kg e molto prolifici, ma di questo nessuno parla. Poi mi viene anche da chiedermi: ma tutti i soldi spesi per il progetto lupo (e sono tanti soldi) li buttiamo nel cesso e tiriamo lo sciacquone per accontentare i “Rambo” del bosco?

    (Bosco libero)

    • Firma - bosco libero
  2. Mi sembra di capire, se sbaglio spiegatemi meglio, che gli organi di competenza non intendono salvaguardare nè la popolazione nè tanto meno gli animali da allevamento o da compagnia, ma devono essere questi a “riadattarsi” alla pericolosità di un predatore che, in quanto protetto, può fare da padrone sul territorio in cui si trova. Che dire, mi sembra un’ottima politica di incentivazione per la tenuta del territorio montano!

    (Commento firmato)
    Ps. come disse qualcuno: al peggio non c’è mai fine.

    • Firma - Commentofirmato
  3. Non esistono soltanto i “Rambo” del bosco come definiti da “Bosco libero”, ma anche i cittadini normali che desiderano andar per boschi senza doversi preoccupare eccessivamente della loro incolumità. Le informazioni che quasi quotidianamente la stampa diffonde in merito non vanno certamente in questa direzione a proposito di cinghiali e lupi e non sempre per pollai o campi coltivati. Sarebbe anche molto utile sapere chi si nasconde dietro questo misterioso “Bosco libero” e cosa e chi rappresenta. Ha notizie rassicuranti?, le renda pubbliche e i “Rambo del bosco” troveranno un terreno molto meno fertile per “scaricare” le loro doppiette.

    (Sergio Tagliati)

    • Firma - sergio tagliati
  4. Ma quali “Rambo del bosco”. Proprio stamattina, durante la mia solita camminata sulla strada per il Mulino Bruciato, ne ho visto uno che al lato della strada stava pettinando il suo cane con un grosso pettine. Perchè, probabilmente, si era sporcato di “lupi”, non quelli animali, ma del fiore secco di una pianta spontanea che in gergo chiamiamo “lupi” e che si attacca con facilità perchè oramai i campi non vengono più coltivati. Comunque, l’importante che i lupi non diventino numerosi come i caprioli o i cinghiali, perchè allora ne vedremo delle belle.

    (Gebo senior)

    • Firma - GEBOSENIOR
  5. Nel 2015 ancora la paura dei lupi, loro sono più intelligenti di noi e non si avvicinano, predano altri animali come del resto facciamo anche noi. Andate pure per boschi, l’unico essere pericoloso e ignorante che potete incontrare è l’uomo.

    (Fabrizio)

    • Firma - fabrizio
  6. Caro signor Tagliati, vedo con piacere che ci preoccupiamo entrambi della sicurezza dei “normali” cittadini che in varie forme possono fruire del territorio montano, a tal proposito ho nominato i “Rambo” dei boschi (non me ne vogliano i cacciatori), anche loro hanno il diritto di praticare la loro passione, ma sicuramente trovarsi dentro ad una valle circondati da un centinaio di fucili con canna rigata che sparano a diversi km (armi da guerra, direi) e non saperlo, perchè quando si è andati di buon’ora per sentieri non c’era nessuna tabella che avvisava della battuta (vengono messe al momento), a mio avviso il rischio maggiore è di essere impallinati, più che sbranati. Ricordo al convegno svoltosi a Carpineti, tenuto dal comandante della Forestale di Parma/Reggio, Luigi Fedele un commento fatto da un “Rambo”, per fortuna davanti ad un bicchiere e non con il microfono in mano, in pratica diceva che una volta nei boschi incontravi solo chi faceva legna, ora purtroppo è pieno di “pianzani” che vanno in bici, di corsa, a farfalle, funghi, tartufi, ecc; che stiano a casa loro. Ecco, non mi sembra una gran promozione della montagna, mi sento come montanaro il dovere di ringraziare tutti coloro che si spostano per venire nei nostri monti a praticare attività sportive, il territorio deve essere fruibile a tutti e in modo democratico nel rispetto reciproco e delle leggi vigenti. In merito a cosa e chi rappresenta “Bosco libero”, tranquillo, nessun interesse e nessuna rappresentanza, solo costatazioni personali.

    (Bosco libero)

    • Firma - boscolibero
  7. Alle solite, legati alle decisioni di professionisti, menti che abitano nelle loro città. Montanari sempre abbandonati a sè, in balia dei saggi. Territorio, habitat, equilibri, ci saranno ben stati validi motivi, necessità se certe specie furono in tempi passati estirpate. Non per sadismo becero o egoismi, solo per necessità. Caprioli, cinghiali e per finire, lupi. Aspettiamo pure, come sempre, l’irreparabile, che qualche branco in giornata storta assalga e abbocchi un cristiano ignaro in giro per boschi, così poi salteranno alla cronaca altri esperti, luminari, ma poi sarà tardi. E, credetemi, non è il solito attenti al lupo o retaggi culturali, solo quotidiana praticità e sopravvivenza. Grazie e saluti a tutti.

    (Luca)

    • Firma - luca
  8. Signori miei, abitiamo in Appennino, i lupi fanno ne fanno parte. Certo, senza allarmismi, qualche precauzione in più per chi si avventura nei boschi sarà opportuno adottarla, idem per gli allevatori (velocizzando anche le pratiche di rimborso per gli eventuali danni subiti). Detto questo, pretendere un appennino senza lupi sarebbe come chiedere che nel mare non ci fossero squali, meduse, perché l’uomo potrebbe incapparci; un po’ di adattamento e un po’ di buon senso sarebbe dovuto, visto che ci consideriamo evoluti. In fondo siano su questa terra con lo stesso diritto dei lupi ad esserci.

    (Monja)

    • Firma - Monja
  9. Mi scusi, gentile signora Monja, non conosco la sua età, io mi avvicino ai 60, sempre vissuto e lavorato in montagna fino a pochi anni fa. Durante tutto il corso della mia esistenza non ho mai nè visto nè sentito parlare di lupi sui nostri monti e colline, quindi mi deve spiegare, illuminare sulla sua convinzione scientifica che fanno parte del nostro habitat. Detto questo, naturalmente nulla di personale e nessuna critica nei suoi confronti, solo necessito di informazione. Chiudo, essendo io gran frequentatore dei nostri sentirei, degli incantevoli posti, dicendo che non è avventurarsi, ma godersi, beneficiare, gioire del nostro Appennino. Grazie.

    (Luca)

    • Firma - luca
    • Caro signor Luca, lei è molto giovane! Su Wikipedia, alla voce Succiso: “Succiso viene anche chiamato il paese dei lupi poiché qui nel 1949 venne ucciso l’ultimo esemplare di lupo dell’Appennino” (tra l’altro mia suocera ne fu testimone). Ora è conservato ai Musei Civici di Reggio Emilia. Se la natura riprende il suo posto è perché l’uomo è meno presente, ma forse anche meno inquinante; anche la pianura si è ripopolata, ora pullula di varie specie di uccelli grazie alle zone umide che sono state create negli ultimi 20 anni e ad una agricoltura più rispettosa dell’ambiente. Se il lupo è ritornato è perché ha ritrovato la possibilità di cacciare le sue prede. Queste sono buone notizie, non trova?

      (Alessandro)

      • Firma - Alessandro
  10. I lupi secondo me non hanno mai fatto parte del nostro tipo di montagna. Il loro habitat naturale era più in alto. Ora sono scesi perché c’è meno cibo e non hanno più paura dell’uomo come un tempo. I lupi (soprattutto le lupe con cuccioli) ora cercano cibo anche vicino ai nostri boschi e le nostre case. A noi sono spariti due gatti, con relativo pelo vicino al loro nascondiglio. Un mattino vicino alla stalla di mio marito una vicina ne aveva incontrati tre o quattro. Ad un altro signore di un paese vicino è capitato di essere circondato da un branco, di sera, mentre stava usando un attrezzo agricolo che in quel frangente era spento. L’ha acceso e si è messo ad urlare e pian piano si sono allontanati. Forse perché non avevano così fame…

    (Mariapia Corsi)

    • Firma - mariapiacorsi
  11. Non si vuole fare allarmismo inutile. Forse si avvicinano all’uomo e sono aggressivi perchè si sono incrociati con cani randagi del luogo. Io non me ne intendo ma un po’ più di cautela ci vorrebbe. Nel frattempo non vorrei fare la fine di Cappuccetto rosso!

    (Mariapia Corsi)

    • Firma - mariapiacorsi
  12. In Italia abbiamo un problema (tra tanti): abbiamo pochissima cultura naturalistica. Per parlare di lupi bisogna prima conoscerli, studiare, leggere libri. Non si può parlare di argomenti scientifici con i forse, i se, i ma e i credo. I lupi ci sono sempre stati, sono nel loro territorio, il fatto di non averli visti per molti anni non significa che non ci fossero. Un tempo c’era anche l’orso, gli ungulati e tante altre specie che abbiamo ingiustamente estirpato per i nostri interessi economici. Dobbiamo cambiare mentalità, non possiamo ragionare come 200 anni fa, l’interesse economico oggi per molti comprende proprio la tutela delle specie animali, il turismo della natura è in crescita esponenziale. La soluzione esiste basta volerlo e la definirei in due parole, conoscenza e convivenza. Personalmente frequento boschi in ogni stagione, anche di notte e non sono mai stato attaccato o minacciato da un animale, ho vissuto invece brutte esperienze finendo casualmente in mezzo a scene da guerriglia. Le fucilate vicine in normali e tranquilli weekend per i sentieri non invogliano certo a frequentare i nostri monti e questo è un problema molto piú concreto e tangibile che limita veramente la libertà personale e la tranquillità. Tutti i gatti e cani che sono spariti, di cui sono a conoscenza, sono rimasti uccisi da polpette avvelenate sparse per eliminare carnivori (alcuni erano anche cani da soccorso) ed è solo un problema di profonda ignoranza. Anche io coltivo, è difficile, faticoso, molte volte scoraggiante, ma personalmente gli animali del bosco li considero normali in montagna, non posso pretendere di aver diritto solo io di vivere. Esiste un problema di ibridazione? Ci sono i mezzi e le possibilità per studiare il fenomeno e intervenire, ci sono i mezzi per difendere il bestiame, ci sono le possibilità di fare turismo e creare lavoro con la natura. Non limitiamoci, non piangiamoci addosso e soprattutto cambiamo la nostra mentalità, credendo a tutto quello che sentiamo, la vecchia mentalità dell’uccidere sempre e comunque non ha portato a niente, forse sarebbe ora di cambiare e di informarci di più sul mondo naturale che ci circonda. In questo clima di caccia alle streghe si sentono assurdità a cui ci si poteva credere solo nel Medioevo, siamo nel 2015, i problemi si risolvono, soprattutto senza armi, accettiamo la possibilità che ci siano soluzioni diverse, tutelando tutti, da pericoli reali non inventati,possibilmente imparando qualcosa di nuovo senza dare credito ancora alle favole.

    (Claudio)

    • Firma - Claudio