Il Comitato "Salviamo le cicogne" vuole intervenire su alcuni punti ancora poco chiari rispetto all’attuale situazione del punto nascite del S. Anna di Castelnovo ne' Monti, riportando peraltro numerose domande che la cittadinanza si sta ponendo in questo periodo oscuro.
"Oggi (ieri, ndr), 13 ottobre, in Regione dovrebbero aver cominciato a discutere delle ormai celebri linee guida per il riordino dei punti nascite. Il Comitato si augura che il presidente Bonaccini faccia rispettare la voce dei 50 consiglieri regionali, di tutti i gruppi politici, che hanno firmato quella risoluzione in cui la Regione si impegnava a preservare e mantenere questi servizi, considerati essenziali, nelle zone disagiate, quali la montagna. Se cosi non fosse, vorrebbe dire che il presidente non ci terrebbe poi tanto a far rispettare le regole base della democrazia, e questo ci parrebbe piuttosto grave".
"A proposito del Mire: all’incontro pubblico del 4 settembre i consiglieri regionali hanno dichiarato che la nuova costruzione non sarà dannosa al punto nascite di Castelnovo, bensì sarà rafforzativa del servizio in quanto garantirà una migliore gestione delle emergenze. Noi ci chiediamo: quante partorienti prevedono? Quanti posti letto conterà? Esiste uno studio o un piano di previsione di ospiti e di costi? Il numero delle partorienti che già dispongono del punto nascite all’interno dell’ospedale S. Maria Nuova è talmente alto da giustificare una cosi imponente novità? Oppure dovranno per forza di cose essere dirottati nella nuova struttura i parti di tutte le donne della provincia? Le spese previste ammontano, finora, a 25 milioni di euro totali: chi ci garantisce che tale spesa non aumenti in corso d’opera? Pensiamo che i soldi investiti in questa struttura d’eccellenza potevano essere indirizzati alle piccole realtà della provincia, garantendo cosi tutti i servizi anche ai cittadini della montagna al pari dei cittadini di Reggio Emilia, invece di implementare là dove non ce n’è bisogno. Piove sempre sul bagnato? Perché? Qual è lo scopo, il disegno nascosto?".
"Inoltre, come funzioneranno le nuove assunzioni? Tramite agenzie o cooperative? Ci saranno dei trasferimenti o licenziamenti del personale? Gli stipendi saranno ridotti? I sindacati non dicono nulla?".
"Molti cominciano, finalmente, a temere per la tenuta dell’intero ospedale, cosa che preoccupa moltissimo anche il Comitato: il nostro punto nascite non raggiunge gli standard prefissati e nei prossimi anni si potrebbe stabilire questo tipo di standard anche per gli altri reparti, che non godono di numeri particolarmente elevati. Nei prossimi anni, che ne sarà dunque del nostro ospedale? E di questo i sindaci della montagna non sono affatto preoccupati? Da giugno, da quando hanno firmato il documento unitario, il nulla. A noi, come Comitato, è stata data la possibilità di confrontarci solo ed esclusivamente con il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Enrico Bini, e il sindaco di Toano, Vincenzo Volpi, e i rispettivi consiglieri comunali, di maggioranza e minoranza. E gli altri? Neppure una dichiarazione sui giornali, un progetto, un’iniziativa. Il nulla. Non sono preoccupati per la situazione delicata in cui navighiamo? Non li sfiora neppure il timore di essere additati come corresponsabili della perdita di questo servizio (e chi tra questi sindaci c’era già nel 2010, sarebbe naturalmente additato come responsabile, senza se e senza ma) e del preoccupante disegno di smantellamento dell’ospedale che c’è dietro? Dove sono, adesso che avremmo bisogno più che mai delle forze di tutti?!?".
"Siamo state accusate di populismo, ma chi parla di mancanza di sicurezza senza fondatezza e alimenta paura nelle partorienti senza aver dati certi di malasanità che cosa fa?".
Mi chiedo cosa ci incastra il Mire col mantenimento del punto nascita di Castelnovo. Care cicogne, siete proprio fuori strada, la disinformazione e il populismo pane e formaggio impoveriscono la vostra giusta battaglia per difendere la possibilità di avere un buon servizio di Ostetricia Ginecologia e pediatria in montagna. Il Mire Maternità Infanzia Reggio Emilia (ospedale della donna e del bambino) dovrà svolgere in modo integrato attività di assistenza, formazione continua e ricerca. Dovrà garantire continuità assistenziale e presa in carico globale dei pazienti secondo la logica dei percorsi clinico-assistenziali con gli ospedali e i punti nascita della provincia, i consultori famigliari e le cure primarie, in una integrazione multidisciplinare, multiprofessionale, sociale e sanitaria sempre più completa con l’Azienda Usl e tutta le rete dei servizi provinciali e regionali, in una logica di riorganizzazione del settore materno-infantile. La nuova struttura sarà anche sede di insegnamento, in una relazione istituzionalizzata con l’Università di Modena e Reggio Emilia. Queste le aree su cui interverrà: ostetrica, ginecologica, genetica, oncologia dei tumori femminili, psicologia clinica, anestesiologia, neonatologia, diagnosi e terapia della sterilità umana, area pediatrica, area della formazione e della ricerca. E’ quindi un servizio di vera eccellenza della nostra sanità, tutta la sanità reggiana dal Po al crinale!
(Mariastella Giorgini)
Sono una vecchia cicogna, gentilissima signora Mariastella Giorgini, che ha partorito nel 1971 nell’ospedale di Castelnovo ne’ Monti. Ho letto il suo commento dal quale si evince che lei è una persona addetta ai lavori. Ha spiegato molto bene cos’è il MIRE e si potrebbe proprio dire: “ma che vogliono queste cicogne?” Il MIRE non dovrebbe che portare un miglioramento nella prevenzione, formazione e cura di tutta la parte sanitaria che riguarda l’ostetricia e la ginecologia a livello provinciale e quindi a favore anche dell’ospedale S. Anna di Castelnovo ne’ Monti! Lei scrive infatti di “ospedali e punti nascita della provincia”. Ma quali sono? Resteranno tutti quelli esistenti o, come lei scrive, il MIRE funzionerà ma “in una logica di riorganizzazione del settore materno-infantile”? Cosa intende per logica di riorganizzazione? Il problema è questo: benissimo che vi siano molti fondi stanziati per il MIRE, ma che fine farà Il punto nascita di Castelnovo ne’ Monti, che rischia la chiusura portando un disagio notevole alle cicogne della montagna? Perché vede, signora Mariastella Giorgini, è tutto e solo un problema di fondi, di soldi, detta brutalmente, e gestirli bene e spenderli bene, quei soldi, è fondamentale. Sa, le cicogne della montagna purtroppo non hanno le ali. Dovrebbero spostarsi con le ruote e dalla montagna alla città dovrebbero fare parecchi chilometri quelle ruote, anche con la neve o tempo avverso, perché i piccoli quando decidono di nascere non sanno ancora che tempo fa fuori. Tutto qui! Distinti saluti.
(Luisa Valdesalici)
Anche ai populisti pane e formaggio capita di fare dei ragionamenti collegando varie cose e allora ci si chiede come mai in un’ottica di ventilati risparmi sulla sanità, si investa in un grande e importante progetto come il MIRE e intanto si voglia chiudere un piccolo reparto di un piccolo ospedale di montagna che, in fin dei conti, di risparmi non ne produrrebbe affatto. MIRE o non MIRE, sicuramente tutto ciò che viene per migliorare un servizio importante come questo, ben venga, ma non deve essere usato come scusa, diretta o indiretta, per togliere un servizio in una zona vasta e disagiata come la nostra. Purtroppo le riorganizzazioni portate avanti sinora, siano esse sulla sanità o su altri servizi, mi pare che non abbiano portato miglioramenti e non hanno nemmeno prodotto rilevanti risparmi economici, però a pagare il prezzo più caro per quelle che chiamano riorganizzazioni sono sempre state zone a bassa densità di popolazione e quindi con pochi aventi diritto al voto. Per finire, con un ragionamento pane e formaggio, io non sono per niente convinto che grande sia anche bello e funzionale, altrimenti non abiterei qui sul nostro Appennino e vorrei che, anche per chi vive qui, ci fosse un minimo di considerazione, ma la considerazione non deve essere basata solo sui numeri che fanno comodo a qualche burocrate, altrimenti del Sant’Anna ci resteranno presto solo le camere ardenti. Forza, “Cicogne”!
(Antonio Manini)