Prendi due street artist di fama internazionale, gli affidi la facciata di un teatro di paese e in un paio di giorni ti ritrovi a Villa Minozzo con quell’immagine lì davanti agli occhi, un grande burattinaio dalle sembianze di lupo che regge i fili di un’umanità-gregge in estatica contemplazione, mentre in parallelo, attrezzato e spogliato del vello, un pezzo di mondo si ribella, recidendo i fili.
Allegoria forte e decisa della società moderna che ognuno è libero di interpretare secondo il proprio sentire, il proprio pensiero, le proprie personali paure, l’opera dell’artista bellunese Ericailcane, street artist, illustratore, disegnatore e scultore riconosciuto a livello mondiale (sua la facciata del Museo d'Arte Contemporanea di Bogotà, in Colombia), insieme alla compagna colombiana Bastardilla, fa discutere, affascina e turba.
C’è chi grida all’anarchia, chi all’anticlericalismo, chi al comunismo, chi è stanco del lupo cattivo e lo vorrebbe buono, chi al contrario approva e apprezza la trasformazione di una (non più) piatta e incolore facciata di un parallelepipedo che per destinazione d’uso e denominazione (“bottega culturale I Mantellini”) è luogo deputato a far cultura, e quindi a creare e ospitare pensieri, idee, espressioni artistiche.
La Street Art nasce come forma di veicolazione visiva di messaggi di protesta sociale e come tale è spontanea, improvvisata, non risponde a committenze, si esprime in un luogo per quel luogo e viene “affidata” alla comunità che lo abita. L’opera dipinta sul muro dei Mantellini dai nostri artisti, per questo motivo e per volontà loro non ha né titolo, né spiegazione. Ognuno ci “legga” il lupo che ha dentro.
L’iniziativa è stata proposta all’Amministrazione comunale dall’associazione Villacultura e dal Circolo culturale Enrico Zambonini, che si sono fatti carico dei costi vivi dell’operazione, unica spesa sostenuta (gli artisti non hanno voluto alcun compenso). Nessun onere ha gravato sulle casse comunali.
Per saperne di più sugli artisti consulta Wikipedia, Facebook, sito web.
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Martedì sera abbiamo inaugurato questo murales con l’esecuzione in notturna di un brano tratto dal repertorio del coro “Il Gigante” da me diretto: il “Bel Pecoraio”. Un gesto simbolico di augurio ed approvazione di un’opera pittorica che ha destato e sta destando interesse, critiche e perplessità nella comunità locale. A noi piace! Anzi suggeriamo di venirlo a vedere dal vivo.
(Magister)