Scavi archeologici appena compiuti a Castel Pizigolo, nel toanese, ai confini con Modena, hanno fatto tornare alla luce interessanti testimonianze. Vediamo meglio che si tratta.
Il sito
Il sito archeologico di Castel Pizigolo, o come lo chiamano gli abitanti del luogo di Castel Gandolfo o Landolfo, si trova nel comune di Toano, non distante da Monzone e Castagnola. Collocato al confine delle attuali province di Modena e Reggio Emilia, l’insediamento medievale si situa alla sinistra idrografica del torrente Dolo, in posizione strategica per il controllo delle varie sorgenti d’acqua sulfurea e salata ubicate alla base del rilievo su cui si imposta il sito archeologico.
L’area oggi è occupata da bosco o da prati. Non presenta strutture monumentali in elevato, ad eccezione di un piccolo lacerto di una muratura medievale rimasta a vista, in quanto successivamente riutilizzata come piccolo terrazzamento di parte del colle.
Da un punto di vista topografico il sito pare composto da almeno tre distinti elementi morfologici.
A strapiombo sul Dolo si colloca un piccolo cocuzzolo interamente coperto dalla vegetazione su cui, come hanno evidenziato dei primi sopralluoghi preliminari, dovrebbe essere stata costruita una torre di cui sembra possibile scorgere i resti in alcuni microrilievi presenti sul terreno.
In posizione arretrata, in direzione dell’attuale nucleo di Castagnola, si trova un altro piccolo colle di forma irregolare, sul quale si situa l’unico lacerto di una muratura medievale.
Tra questi due elementi topografici si situa una piccola zona pianeggiante intermedia.
All’esterno di questo settore il sito archeologico presenta una morfologia irregolare, caratterizzata da piccole aree pianeggianti, qualche terrazzo e pareti molto inclinate dovute ad una forte erosione del terreno che ha fortemente modificato l’originale topografia dell’area.
Lo scavo archeologico
Nell’agosto appena trascorso è stata avviata la prima campagna di scavi effettuati dall’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Dipartimento di storia, culture, civiltà. Non essendo possibile in questa primo anno indagare l’intera area archeologica, lo scavo ha interessato tre differenti settori.
Un primo settore è stato realizzato nel colle che presentava ancora visibili i resti di una muratura, che si è visto appartenere ad un edificio con più fasi. La presenza di alcune sepolture allineate con un perimetrale della struttura, suggerisce che si tratti di una chiesa, della cui presenza si avevano notizie dalle fonti scritte. I materiali finora rinvenuti collocano la struttura religiosa e l’annessa necropoli tra XIII e XIV secolo. Da segnalare il rinvenimento di una struttura muraria più antica, di cui però al momento risulta difficile capire la funzione e la cronologia specifica.
Una seconda area di scavo ha interessato il pianoro che separa i due colli, dove si sono realizzate alcune piccole trincee che hanno permesso di rinvenire i primi livelli di frequentazione medievale del sito ascrivibili tra IX e X secolo, come testimoniano alcuni frammenti di ceramica da cucina e di pietra ollare.
Infine si sono indagati i resti di un edificio (parzialmente franato) ascrivibile ai secoli XIII e XIV, abbandonato in maniera traumatica a seguito di un incendio. Significativo il rinvenimento di uno sperone in ferro, di un falcetto in ottimo stato di conservazione. Da segnalare inoltre il ritrovamento di numerosi lacerti delle pareti interne in argilla che presentano ben leggibili le tecniche di costruzione e che costituiscono un rinvenimento del tutto eccezionale.